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PAC: IN ADOZIONE IL 31 MARZO IL PIANO EUROPEO D’AZIONE 21/27

PAC: IN ADOZIONE IL 31 MARZO IL PIANO EUROPEO D’AZIONE 21/27

Verrà adottata ufficialmente il 31 marzo la nuova PAC, comprensiva delle annualità 2021-2027. Fonte della comunicazione la Direzione Generale Agricoltura (DGAGRI), emersa nell’ambito dell’ultima edizione Biofach svoltasi in modalità virtuale.

In termini generali, la Commissione Europea intende estendere i finanziamenti all’intera filiera (non soltanto alle imprese e cooperative agricole come nel precedente modello, seppur salvaguardando queste ultime nella remunerazione) e coinvolgere all’interno del processo ciascun attore della catena alimentare, al fine di assicurare risultati ambientali, economici e sanitari.

In termini specifici, la CE sta valutando la possibilità di adottare a livello europeo alcune buone pratiche già testate e attive in Italia, tra queste: il divieto per un ispettore di controllare la stessa realtà aziendale per più di 3 anni consecutivi; il consenso del ricorso alla deroga per i semi di tipo non biologico, da parte dei vivaisti, al fine della produzione di piantine biologiche; l’eliminazione della possibilità di ricorso alla deroga per le piante/astoni non biologiche.

L’iniziativa mira inoltre a consolidare le azioni verso gli Stati Membri, di modo che all’interno dei piani strategici nazionali di ciascuno di questi, si abbiano ben presenti gli obiettivi del Green Deal per il settore. Complice, alla radice della questione, DGAGRI, che parallelamente intende migliorare le condizioni di lavoro e moltiplicare le opportunità per gli agricoltori biologici, ma anche sostenere al meglio coloro che praticano un’agricoltura convenzionale, ma sono interessati all’avvicinamento al mondo bio.

Confagricoltura dal canto suo, porta avanti – anche all’interno dei documenti prodotti dal COPA COGECA – l’idea che dovrebbe esistere un legame più consistente tra incremento della produzione, mercato e corretta retribuzione degli agricoltori. Evitando quindi di correre il rischio di concentrarsi in primis sull’aumento delle superfici biologiche – come il Green Deal di fatto prevede – perdendo di vista il variare delle proporzioni degli altri aspetti concomitanti.

Fonte: Risoitaliano

INSEDIAMENTO PATUANELLI, L’ASPETTATIVA DI UN CAMBIO DI ROTTA PER L’AGRICOLTURA ITALIANA

INSEDIAMENTO PATUANELLI, L’ASPETTATIVA DI UN CAMBIO DI ROTTA PER L’AGRICOLTURA ITALIANA

Grande attesa da parte della #Coalizione Cambiamo Agricoltura, nei confronti del nuovo Ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli. L’organizzazione, composta da un insieme ampio di associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica, auspica infatti un rilancio della transizione agroecologica, che si configuri nella congiunzione tra una redditizia produzione di alimenti e una più sostenibile gestione delle risorse naturali.

In cima all’agenda, svetta per Patuanelli l’appuntamento per l’avvio del tavolo di concertazione per la redazione del Piano Strategico Nazionale PAC, politica comunitaria di rilevante importanza che coinvolge e regolamenta il comparto agricolo per gli Stati membri dell’Ue, attesa nella sua riforma da oltre un anno. Riforma che dovrebbe essere completata nel suo iter dal trilogo UE entro il mese di maggio.

Altro impegno che svetta in cima alla lista del nuovo Ministro, è l’approvazione del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, non rinnovato dal febbraio 2018, strumento rilevante per l’attuazione della direttiva UE sui pesticidi presente anche all’interno delle priorità di Farm to Fork e Biodiversità 2030.

Questi ultimi, richiedono un cambio di rotta all’agricoltura italiana: la conquista della sostenibilità ambientale come punta di diamante per la nazione; ma la #Coalizione Cambiamo Agricoltura aggiunge ulteriori idee per il paese, certamente non meno ambiziose. Il 40% di suolo certificato a metodo bio entro il 2030, la ristrutturazione delle filiere della zootecnica intensiva realizzata attraverso gli aiuti PAC con particolare attenzione alla zona della Pianura Padana.

E più in generale, una virata decisa, verso la transizione agroecologica. Al fine di realizzare questi obiettivi, #Cambiamo Agricoltura richiederà al nuovo ministro un incontro, per un confronto costruttivo su aspettative e urgenze.

Fonte: Italiambiente

ITALIA PATRIA DI GIOVANI AGRICOLTORI

ITALIA PATRIA DI GIOVANI AGRICOLTORI

Se prima si pensava all’agricoltore come un lavoro desueto e portato avanti solo dalle vecchie generazioni, ora abbiamo di fronte uno scenario completamente diverso.

Analizzando i dati Infocamere del 2020, Coldiretti ha pubblicato uno studio sugli under 35 e l’agricoltura che fa ben sperare.

Con 56 mila under 35 alla guida di aziende agricole, con un aumento del 12% negli ultimi 5 anni, l’Italia vanta il primato europeo.

Nel settore agricolo italiano, il 10% è composto da giovani, che oltre alle coltivazioni hanno sviluppato diversi interessi che spaziano fra:

  • Energie rinnovabili
  • Agricoltura biologica e agricoltura sociale per l’inserimento di persone con disagio
  • Cura del paesaggio
  • Trasformazione dei prodotti e vendita diretta

Il fatturato delle aziende guidate dagli under 35 hanno anche altri aspetti positivi, infatti evidenziano un fatturato più elevato del 75% e il 50% in più di occupati.

Molti di questi giovani agricoltori, inoltre, sceglie il metodo biologico cercando sempre di più un contatto diretto con i consumatori.

Il campione esaminato dimostra anche che un imprenditore su due è laureato.

In molti hanno ereditato l’azienda di famiglia, ma tanti altri hanno iniziato questo percorso da zero, scommettendo sulla campagna come opportunità lavorativa.

Vi invitiamo a leggere l’articolo di Lifegate in cui sono anche narrate diverse storie di giovani agricoltori: lifegate.it

I LIMITI DI FOSFITI DANNEGGIANO IL MERCATO ITALIANO

I LIMITI DI FOSFITI DANNEGGIANO IL MERCATO ITALIANO

Ci sono voluti anni di discussioni per arrivare a un cambiamento dei limiti di contaminazioni accidentali da fosfiti nelle produzioni biologiche.

Questi limiti, però, non sono adeguati alle normative europee.

Secondo Cia-Agricoltori Italiani il Decreto Ministeriale pubblicato poche settimane fa in Gazzetta Ufficiale, avrà forti ripercussioni su molti agricoltori onesti che si vedranno de-certificare i loro prodotti.

Qui la notizia integrale: https://www.cia.it/news/notizie/biologico-cia-nuove-norme-su-fosfiti-troppo-restrittive-rispetto-resto-ue/

Foto di Jill Wellington da Pixabay

AGRICOLTURA BIOLOGICA: UN TOCCASANA PER L’AMBIENTE, IL CONSUMATORE E L’AGRICOLTORE

AGRICOLTURA BIOLOGICA: UN TOCCASANA PER L’AMBIENTE, IL CONSUMATORE E L’AGRICOLTORE

Uno studio di France Strategie (istituzione autonoma francese) afferma che l’agricoltura biologica è il modello più performante sia sul piano ambientale che economico. Tale istituzione, nel raccogliere i dati, ha preso in esame diversi aspetti che hanno riguardato:

  • Le esternalità positive dell’agricoltura biologica
  • I sistemi agroambientali e climatici
  • I valori ambientali
  • L’impatto degli agrofarmaci

Nello studio emerge chiaramente un quadro noto, e cioè che se da una parte il minor utilizzo di mezzi tecnici di sintesi induce a un minor resa e a una maggiore forza lavoro, dall’altra parte troviamo un risparmio nei costi relativi ai fertilizzanti e ai prodotti fitosanitari e al maggior prezzo di commercializzazione dei prodotti biologici. Inoltre è stato dimostrata una maggiore solidità del modello bio rispetto all’agricoltura convenzionale, con rese più stabili e con un valore più elevato nel tempo. Lo studio ha riguardato 23 casi reali, e nei risultati non si è tenuto conto delle sovvenzioni pubbliche a favore del settore bio.

Per approfondimenti sullo studio e sulla comparazione economica tra il biologico e il convenzionale si rimanda all’articolo.

 

Fonte: il salvagente.it

Foto di Pexels da Pixabay

LA RIVOLUZIONE VERDE: L’ITALIA DEVE RIPARTIRE DALL’AGRICOLTURA

LA RIVOLUZIONE VERDE: L’ITALIA DEVE RIPARTIRE DALL’AGRICOLTURA

La crisi derivata dal Coronavirus non ha intaccato la poca attenzione nei confronti della natura e dell’agricoltura. Una forma mentis instillata nella gran parte di noi che pensa che il nostro “patrimonio agricolo” si possa sfruttare a pieno piacimento, senza doverne rispondere in un prossimo futuro.
L’Italia ha ancora molto da imparare, nell’agricoltura convenzionale è uno dei maggiori utilizzatori di pesticidi chimici, che sta portando ad un degrado dei terreni.

Lo scenario è preoccupante, ma non bisogna disperare. L’Italia si trova ad un bivio importante e può tramutare questa crisi in opportunità. Con i fondi che arriveranno dal Recovery Fund si può avviare una seria riforma dell’agricoltura, che porti a un uso più consapevole delle nostre risorse ed a una maggiore propensione verso il biologico.
Il piano che ne deriverebbe porterebbe a un forte investimento che gioverebbe a tutto il comparto agricolo/ambientale:

  • preservando la biodiversità
  • migliorando le condizioni di lavoro
  • riqualificando le superfici agricole

Va calcolato però, che dietro ad un forte investimento, ci sarà un ritorno di redditività nel tempo incalcolabile grazie a:

  • lotta al degrado con la ripopolazione delle zone agricole
  • maggiore manutenzione del territorio che arginerebbe il dissesto idrogeologico
  • un reddito dignitoso per i lavoratori agricoli

Se negli anni 70 l’industrializzazione del paese portò all’uscita della crisi del petrolio, ora i Distretti Biologici potrebbero traghettare il nostro paese verso una nuova era, che porti maggiore consapevolezza in ambito ambientale e negli sprechi: una vera e propria rivoluzione verde.

 

Fonte: il manifesto
Foto di photoAC da Pixabay