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Il Parlamento Europeo va nella giusta direzione. Ma gli ostacoli rimangono

Il recente voto in seno alla commissione del Parlamento europeo per l’Agricoltura (AGRI) modifica in maniera significativa la proposta della Commissione per una nuova legislazione sul biologico.

“IFOAM UE sostiene il rifiuto del Comitato della proposta della Commissione di introdurre una soglia per le sostanze non autorizzate e il suo suggerimento di armonizzare meglio le procedure di indagine in caso di contaminazione “, sottolinea Christopher Stopes, presidente di IFOAM UE.

“Tuttavia, la clausola di rivedere nuovamente la questione nel 2020 minaccia le probabilità di successo. Un nuovo periodo di 5 anni di incertezza del diritto è assolutamente inaccettabile per il settore biologico e deve essere esclusa da un nuovo regolamento”, aggiunge Marco Schlüter, direttore di IFOAM EU .Inoltre, il principio che “chi inquina paga” non può essere capovolto: gli agricoltori biologici non devono essere ritenuti responsabili per la contaminazione derivante da agricoltura convenzionale o intensiva. Questo principio è valido oggi e anche nel 2020.

parlamento europeo
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“Nel settore del controllo del biologico il Parlamento ha inviato un segnale molto chiaro circa il suo valore nella catena di fornitura e il ruolo dei controlli annuali per mantenere la fiducia dei consumatori di prodotti biologici”, dice il vicepresidente Sabine Eigenschink. “Mantenere il controllo annuale obbligatorio, mantenendo i requisiti di controllo specifici nel regolamento del biologico e rifiutando l’eccesso di oneri amministrativi o fiscali per i negozi che vendono alimenti biologici restano le questioni centrali per il movimento biologico”.

“E ‘bene che la commissione abbia riconosciuto la realtà di attori biologici e garantisca una certa flessibilità nella realizzazione di un mercato sempre più aperto ai prodotti biologici in Europa. Ciò è particolarmente importante per i paesi in cui il biologico è meno sviluppato, soprattutto nei nuovi Stati membri”, ricorda Albena Simeonova, membro IFOAM del Consiglio UE  della Bulgaria. “Nella stessa linea, accogliamo con favore i suggerimenti per migliorare la situazione attuale. Ad esempio, avere un approccio graduale verso l’obiettivo di 100% sementi biologici è molto costruttivo”.

Tutti gli ingredienti per un dialogo costruttivo tra gli attori della filiera paiono esserci; tuttavia un sacco di ostacoli devono ancora essere superati se si vuole sviluppare un regolamento del biologico coerente che sostenga l’ulteriore crescita del mercato in Europa. Una cosa è chiara:. “I cittadini europei vogliono più biologico, non meno “, sottolinea il Consigliere Jan Plagge. “Le istituzioni dell’UE hanno quindi una grande responsabilità. IFOAM UE invita ora in poi tutte le istituzioni europee a lavorare in modo costruttivo ed offre il suo sostegno a tutte le istituzioni dell’UE per raggiungere questo obiettivo”

L’agricoltura biologica salverà l’ambiente. La conferma della ricerca scientifica

Per anni, gli scienziati si sono chiesti se e quanto gli alimenti biologici differissero da quelli provenienti dalle colture tradizionali. In questi ultimi tempi, la ricerca ha iniziato ad affermare con maggior forza non solo i benefici per la salute del consumo di prodotti privi di pesticidi, ma anche i vantaggi per l’ambiente delle coltivazioni sostenibili.

Ecco una serie di studi che confermano queste teorie.

Parassiti e insetti fitofagi possono infestare e distruggere le coltivazioni. Per evitare la perdita dei raccolti, molti agricoltori ricorrono all’uso di pesticidi e diserbanti. Queste sostanze chimiche, però, tendono a migrare, facendosi strada attraverso il terreno, l’aria e l’acqua. Sostanze che sono vietate nei metodi di coltivazione biologica.

Recentemente, gli scienziati hanno cercato di capire quanto e a che velocità i pesticidi riescano a muoversi attraverso l’ambiente. Dati che potrebbero fornire qualche indizio in più sul rischio di esposizione degli animali agli agenti inquinanti.

Ad esempio, un gruppo di ricercatori americani ha esaminato il percorso compiuto da alcuni pesticidi comunemente adoperati nelle aziende agricole della California. Tracce di antiparassitari sono state ritrovate nei tessuti della Pseudacris regilla, un tipo di rana che vive nelle zone della Sierra Nevada. In alcuni casi, gli animali contaminati si trovavano persino a più di 62 miglia (circa 100 km) di distanza dai campi in cui erano stati utilizzati i prodotti chimici.

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Kelly Smalling, autrice principale dello studio ha affermato che è la prima volta che residui di questi composti, tra cui fungicidi, sono stati riscontrati in luoghi così remoti. Tebuconazolo e pyraclostrobin sono stati i 2 composti maggiormente osservati nel tessuto delle rane.

Scoprire che i pesticidi possono contaminare le rane è una cattiva notizia, soprattutto alla luce di un’altra ricerca, condotta in precedenza, che ha evidenziato come l’esposizione a queste sostanze possa causare problemi al sistema immunitario di questi animali. Addirittura potrebbe portare gli esemplari maschi ad assumere alcuni dei tratti femminili, determinando, a lungo andare, un calo drastico della popolazione.

Ma le rane non sono, ovviamente, gli unici animali a rischio a causa dell’uso di sostanze chimiche.

Nel maggio del 2014, ad esempio, alcuni ricercatori decisero di tenere sotto osservazione per quasi un anno 18 alveari, esaminando il grado di esposizione a due pesticidi, vietati nelle aziende biologiche, e gli effetti collegati alla presenza di queste sostanze. I pesticidi erano l’imidacloprid e il clothianidin.

Confrontando gli alveari contaminati con altri liberi dalla presenza di queste due sostanze, gli scienziati hanno scoperto che anche piccole quantità dei due insetticidi possono causare un cambiamento biologico che porta alla morte delle api.

Oltre alle problematiche legate all’uso dei pesticidi chimici, la scienza si è soffermata a indagare gli effetti legati all’uso dei fertilizzanti nei sistemi di coltivazione tradizionali.

Nell’agricoltura biologica, per aiutare la crescita delle piante, non si può far uso di prodotti sintetici: è necessario trovare dei fertilizzanti naturali, come ad esempio i fagioli che, naturalmente, aumentano i livelli di azoto nel terreno. Si tratta di colture che arricchiscono il suolo dei nutrienti necessari alle altre piante per crescere sane e forti.

Avere dell’azoto in forma vegetale, piuttosto che in forma liquida, consente di evitare che questa sostanza scivoli via dal suolo, accumulandosi nelle acque circostanti, dove potrebbe causare un’altra forma di inquinamento. Piante e animali, infatti, hanno bisogno di nutrienti per prosperare, ma quando questi elementi finiscono in grandi quantità in laghi e mari, possono provocare un aumento della proliferazione delle alghe che rischiano di “soffocare” la fauna acquatica. La situazione peggiora in caso di piogge torrenziali.

L’agricoltura biologica ha il vantaggio di ridurre queste forme di inquinamento. Sia perché non utilizza sostanze chimiche, né sotto forma di pesticidi, tantomeno di fertilizzanti, sia perché contribuisce a costruire un tipo di terreno che trattiene maggiormente acqua e sostanze nutritive.

Suoli sani significano piante sane, forti, capaci di resistere alle malattie. Un circolo virtuoso che fa bene all’ambiente, ai raccolti e alla salute dei consumatori.

Fonti:

https://student.societyforscience.org/article/organic-food-starts-prove-its-worth

https://pubs.er.usgs.gov/publication/70047247

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1897/05-622R.1/abstract

http://www.bulletinofinsectology.org/pdfarticles/vol67-2014-125-130lu.pdf