Suolo e Salute

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IL BIOLOGICO COME SOLUZIONE ALLA CRISI IDRICA

IL BIOLOGICO COME SOLUZIONE ALLA CRISI IDRICA

IFOAM Organics Europe chiede il riconoscimento del biologico tra le misure strategiche per la tutela delle risorse idriche

L’agricoltura biologica può giocare un ruolo chiave nel contrastare la crisi idrica in Europa. A sostenerlo è IFOAM Organics Europe, che invita la Commissione europea a includere esplicitamente il biologico nella futura Strategia di resilienza idrica.

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, il 63% dei corpi idrici superficiali dell’UE non è ancora in buone condizioni ecologiche, con l’agricoltura tra le principali fonti di pressione. Il biologico, però, offre soluzioni efficaci: migliora la qualità dell’acqua, aumenta la disponibilità idrica e rafforza la resilienza agli eventi climatici estremi, grazie all’assenza di fertilizzanti e pesticidi di sintesi.

Per questo, IFOAM chiede che il biologico sia riconosciuto tra le misure strategiche per la tutela delle risorse idriche, la biodiversità e la riduzione dei costi ambientali.

 

Per approfondimenti:

IFOAM Organics Europe

LA RESILIENZA DELLA VITICOLTURA BIO

LA RESILIENZA DELLA VITICOLTURA BIO

Sul mensile VVQ l’esperienza di Augusto Zuffa, storico produttore romagnolo certificato da Suolo e Salute, che quest’anno ha dovuto dribblare alluvione, peronospora, grandinate e aumento dei noli per il trasporto aereo

Prima l’alluvione, poi la peronospora, infine le estese pesanti grandinate. Per la viticoltura romagnola il 2023 sarà ricordato come un annus horribilis. Ma l’esperienza dei produttori e la resilienza del bio possono consentire di superare queste difficoltà. La conferma emerge in un ampio reportage pubblicato sul sito del mensile VVQ.

Perdite dal 30 all’80%

«Le perdite nei nostri vigneti – conferma Augusto Zuffa, titolare dell’omonima azienda vitivinicola di Imola (Bo) – vanno dal 30 all’80% in alcuni casi».

Cantine Zuffa è una delle realtà più rappresentative della viticoltura biologica italiana, capace di coniugare, fin dagli albori del bio, attenzione per l’ambiente e tutela della qualità organolettica dei vini.

Coniugare qualità e ambiente

In cantina applica le migliori tecnologie bio per proteggere al meglio la materia prima prodotta in campo e preservare in bottiglia le molecole aromatiche delle uve autoctone e internazionali che coltiva.

In vigneto applica i migliori accorgimenti per tutelare la biodiversità e la fertilità organica dei suoli, ma gli eventi estremi di questo 2023 non hanno assicurato la necessaria tempestività per effettuare i trattamenti, soprattutto nei vigneti di collina, il cui accesso era impedito da frane e smottamenti.

Certificata da sempre da Suolo e Salute, la cantina guidata da Augusto Zuffa è anche campione di export, visto che tutti i vini sono certificati biologici per Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone. «Siamo anche tra i primi al mondo ad aver ottenuto certificazione biologica per la Cina nel 2010».

Export, costi boom

Una vocazione internazionale oggi stressata anche dall’aumento dei noli. «Il costo applicato dagli spedizionieri – spiega Zuffa – per inviare le bottiglie negli Usa è quadruplicato durante il periodo del  lockdown passando da 3,77 euro a bottiglia a oltre 16». «Oggi ci siamo stabilizzati attorno a 12,2 euro a bottiglia, un costo che pesa notevolmente sui nostri consumatori oltreoceano».

L’alternativa sarebbe rappresentata dai pallet da almeno 750 bottiglie per il traporto via nave. Un’opzione scartata a priori da Zuffa proprio in virtù dell’impegno nella salvaguardia della qualità «Investiamo tutto sull’espressione della ricchezza aromatica delle nostre uve, e poi rischieremmo di vederla svanire durante il trasporto».

Un’altra eredità di questo periodo difficile che mette a dura prova la resilienza delle nostre imprese bio.

ALLEVAMENTI: IL MODELLO BIO VA RAFFORZATO

ALLEVAMENTI: IL MODELLO BIO VA RAFFORZATO

Alla tappa milanese della Festa del bio la coalizione di “Cambia La Terra” presenta una proposta in più punti per migliorare i sistemi di allevamento di bovini, suini e avicoli.

Cambia la terra, partendo dal cambiamento dell’allevamento zootecnico. È la proposta lanciata dalla seconda tappa della seconda edizione della festa del bio che si è tenuta il 4 febbraio a Milano. «Il regolamento europeo sugli allevamenti biologici non basta più, andare oltre significa puntare soprattutto sul miglioramento delle condizioni di vita del bestiame allevato».

Vantaggi per l’ambiente e per il benessere animale

È quanto rileva la Federazione italiana per l’agricoltura biologia e biodinamica (FederBio), che ha messo nero su bianco i criteri per ridefinire un sistema di allevamento biologico che sia in grado di produrre vantaggi per l’ambiente, per la salute dell’uomo e che, allo stesso tempo, tenga conto del benessere animale.

I punti della proposta

I criteri sono definitivi nel nuovo quaderno frutto del progetto “Cambia La Terra”, intitolato “Sostenibile non basta: il modello è quello del bio”. Ecco alcuni dei punti contenuti nella proposta:

  • i bovini devono poter pascolare all’aperto per almeno 120 giorni l’anno,
  • i vitelli devono poter essere alimentati alla mammella, in modo naturale,
  • gli allevamenti bio devono scegliere razze a lento accrescimento, in modo tale da assicurare una durata adeguata di vita agli animali;
  • le scrofe devono poter passare il periodo della gestazione all’aperto e non possono essere rinchiuse nelle gabbie;
  • ai polli non può essere tagliato il becco, una pratica che denuncia comunque allevamenti affollati;
  • occorre risolvere il problema dell’eliminazione dei pulcini maschi.

Il documento è stato redatto con i contributi di tutte le Associazioni di Cambia la Terra: FederBio, Isde Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Slow Food e WWF.

SI COMPLETA LA SQUADRA DI GOVERNO

SI COMPLETA LA SQUADRA DI GOVERNO

A ministri, viceministri e sottosegretari del 68° Governo della Repubblica Italiana gli auguri di proficuo lavoro di Suolo e Salute

Si completa la fisionomia del 68° Governo della Repubblica Italiana, il primo con un Presidente del Consiglio donna: Giorgia Meloni.

La novità della Sovranità alimentare

Mercoledì 2 novembre è stato infatti il giorno del giuramento per i 31 sottosegretari nominati nel Consiglio dei Ministri dello scorso 31 ottobre. Patrizio Giacomo La Pietra (Fratelli d’Italia) e Luigi D’Eramo (Lega) sono i due nuovi sottosegretari del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e forestale (Masaf, nuovo acronimo che sostituisce il precedente Mipaaf) che affiancheranno il ministro Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) in Via XX Settembre.

Ambiente e Sicurezza energetica

Cambio di nome anche per l’ex Ministero per la Transizione ecologica che diventa Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Qui ad affiancare il neoministro Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) sono la viceministro Vannia Gava (Lega) e il sottosegretario Claudio Barbaro (Fratelli d’Italia). Per conoscere le rispettive deleghe, compresa quella per l’agricoltura biologica, bisognerà aspettare il 4 novembre.

Il ruolo centrale del biologico e della certificazione

Suolo e Salute esprime i più fervidi auguri di proficuo lavoro ai membri del nuovo Governo affinchè possano dare il loro importante contributo a sostegno dell’Agricoltura e dell’Ambiente. «L’auspicio è che il nuovo Esecutivo ribadisca l’importanza dell’agricoltura biologica e della certificazione per la sostenibilità ambientale, economica, sociale e per la sicurezza alimentare del nostro Paese in un momento di estrema complessità a causa delle crisi internazionali».

MENSE SCOLASTICHE CON INGREDIENTI LOCALI E BIO A ROMA

MENSE SCOLASTICHE CON INGREDIENTI LOCALI E BIO A ROMA

La società Sodexo lancia il menù “Buono Così” da prodotti bio, tipici e a filiera corta con la collaborazione di esperti dietisti

Arriva nella Capitale “Buono così: Gusto, Benessere, Qualità”. Si tratta di un progetto per le mense realizzato da Sodexo, azienda multinazionale di origine francese, numero uno al mondo nel campo dei servizi di ristorazione e dei servizi alle imprese.

Salute e rispetto dell’ambiente

L’iniziativa mira a garantire agli alunni delle scuole del Municipio I menu buoni e sostenibili attraverso un’accurata selezione delle migliori materie prime, e la predisposizione di menù vari ed equilibrati. «Vogliamo tener conto – afferma Sodexo in un comunicato- delle esigenze di salute e di rispetto dell’ambiente e del territorio con il ricorso a prodotti di stagione che impattino positivamente sull’ambiente, provenienti da produzioni sostenibili».

I numeri

Le scuole interessate dal progetto sono 43, i bambini serviti ogni giorno 8.000. Il 77% dei prodotti utilizzati per creare i menu sono Bio, Dop, Igp, Equo Solidali, a Filiera Corta, provenienti da agricoltura sociale o da territori terremotati.

«Con il nuovo concept “Buono Così”- afferma Piero Pini, direttore regionale scuole, sanità e senior del Centro Sud Italia di Sodexo- ci impegniamo a intensificare ulteriormente il rapporto con i nostri fornitori e produttori, per poter offrire un servizio di qualità attraverso una rete qualificata di operatori». Sodexi si avvale della collaborazione di team di esperti come la “Food Intelligence”, composta da nutrizionisti e tecnologi alimentari, per la progettazione di menu equilibrati e sani, affiancati dall’equipe di dietisti che valorizza e divulga il valore della corretta alimentazione.

TRANSIZIONE ECOLOGICA, IL PIANO STRATEGICO PAC È TROPPO DEBOLE

TRANSIZIONE ECOLOGICA, IL PIANO STRATEGICO PAC È TROPPO DEBOLE

Parte la nuova programmazione della politica agricola comunitaria. L’Italia rispedisce a Bruxelles una nuova versione del documento con le linee d’indirizzo nazionali senza dare seguito alle osservazioni espresse in marzo dalla Commissione Ue. Quattordici associazioni ambientaliste esprimono il loro forte dissenso

L’agricoltura italiana sta entrando nella nuova fase di programmazione della Pac, la Politica agricola comunitaria. La riunione del tavolo di partenariato del 28 settembre ha chiuso la partita del Piano strategico nazionale (PsP), lo strumento che dovrebbe garantire la realizzazione anche in Italia degli obiettivi di transizione ecologica fissati dalle strategie Farm to Fork e Biodiversity del Green deal.

Non recepite le critiche della commissione

La Commissione ha espresso lo scorso marzo numerose osservazioni alla prima versione del piano, ma il nostro Paese ha deciso di ribadire le scelte nazionali già espresse.

Quattordici associazioni ambientaliste e dei consumatori (tra cui Legambiente, Greenpeace, Wwf e Slow food) esprimono un forte dissenso per il documento italiano di programmazione della Pac post 2022.

«È deludente – dichiarano in un comunicato congiunto- e inefficace per una vera transizione ecologica della nostra agricoltura». Le critiche riguardano tutti gli aspetti del Psp, sia riguardo al primo (aiuti diretti) che al secondo pilastro (Sviluppo Rurale). «Le Regioni – scrivono le 14 associazioni – hanno infatti programmato i loro interventi per lo sviluppo rurale senza una vera strategia condivisa per la sostenibilità dell’agricoltura».

La delusione degli ambientalisti

«Questo Piano strategico nazionale – è il commento tranchant – è una vera delusione che completa la pessima riforma della Pac voluta dal Parlamento e dal Consiglio Ue, incapaci di dare risposte concrete alle gravi crisi ambientali che colpiscono la stessa agricoltura e tutela solo gli interessi economici delle potenti corporazioni agricole».

Il bio è l’unica nota positiva

«L’unica novità positiva di questo Psp resta il maggiore investimento nell’agricoltura biologica con la volontà di anticipare al 2027 l’obiettivo del 25% della superficie agricola certificata rispetto all’obiettivo europeo al 2030». Ma il maggiore sostegno al biologico non è ritenuto dal sodalizio ambientalista sufficiente per promuovere la transizione ecologica di tutto il settore primario.