Francia contro il glifosato: voterà no al rinnovo in UE
La scadenza arriverà il 31 dicembre del 2017. Entro questa data le autorità europee devono decidere se rinnovare o meno l’autorizzazione all’impiego del glifosato per ulteriori 10 anni.
I negoziati sull’argomento sono ripresi già a luglio, quando si riuniva il il Paff, comitato europeo permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi. In quella sede, la Commissione faceva sapere che il rinnovo dovrà essere condiviso dalla maggioranza dei Paesi membri. In questi giorni, la Francia ha ribadito il suo no netto all’utilizzo del formulato.
Si tratta di un passo in avanti importante, in attesa del voto definitivo, che dovrebbe arrivare a ottobre. Nel frattempo si attende una presa di posizione anche da parte del governo italiano. “Segua l’esempio di Macron”, insistono gli ambientalisti italiani.
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Glifosato: la Francia rinnova il suo NO
Già nell’aprile del 2016, la Francia poneva per la prima volta una serie di misure restrittive alla diffusione del glifosato, elemento contenuto in numerosi erbicidi in commercio, tra cui il RoundUp di Monsanto.
La decisione diventava operativa con una lettera dell’ANSES, l’agenzia per la sicurezza e la salute d’Oltralpe. Nella missiva, inviata a tutti i produttori dell’agente chimico, il vice-direttore generale dell’agenzia, Francoise Weber, avvertiva dell’intenzione di ritirare l’autorizzazione a tale prodotto.
In particolare, l’ente francese sottolineava i rischi potenziali per la salute dati dalla combinazione del glifosato con l’ammina di sego. Oggi la Francia rinnova la propria posizione contraria al formulato, annunciando il proprio no al rinnovo dell’autorizzazione in sede europea.
«La Francia voterà contro la riautorizzazione del glifosato, visti i dubbi che restano circa la sua pericolosità», ha spiegato un funzionario del Ministero dell’Ambiente. Che ha inoltre confermato come un voto sul tema è in vista per l’8 ottobre prossimo.
Si tratta di una decisione estremamente importante. La decisione del rinnovo dell’autorizzazione all’erbicida, infatti, si ottiene solo con il 55% dei Paesi membri che sono rappresentativi del 65% della popolazione del continente. La decisione della Francia avrà quindi sicuramente un peso nei negoziati.
Gli ambientalisti: “Italia segua l’esempio della Francia”
La scelta del Ministro dell’Ecologia francese, Nicolas Hulot, ha dato adito agli ambientalisti italiani per pungolare il governo Gentiloni sull’argomento. La Coalizione StopGlifosato, per esempio, che racchiude 45 associazioni ambientaliste italiane, ha invitato l’esecutivo a dare una risposta chiara sul tema:
«Rispettando gli impegni a favore dell’ambiente espressi in campagna elettorale – dichiara in una nota Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione – Macron e il suo ministro dell’Ecologia stanno prendendo una decisione a favore della salute umana. Alla fine di luglio abbiamo scritto una lettera appello ai ministri Martina e Lorenzin perché l’Italia si schieri contro il glifosato. Non abbiamo ancora ricevuto risposta. Chiediamo che il Governo italiano dica con chiarezza come intende schierarsi e ci auguriamo veramente che segua l’esempio di Macron e Hulot».
La Coalizione ricorda che lo IARC ha definito l’erbicida come “probabile cancerogeno per l’uomo”. Mentre EFSA ed ECHA, pur dando parere di non cancerogenicità, hanno comunque riconosciuto “la dannosità per l’uomo e gli ecosistemi provocati dall’utilizzo agricolo” del glifosato. Malgrado ciò, ricorda Mammuccini, “la comunità scientifica è fortemente scettica sull’assoluzione del glifosato dal rischio di cancerogenicità”.
La portavoce ribadisce inoltre come “un milione e 300mila cittadini europei abbiano firmato l’Iniziativa di legge europea per bandire l’erbicida”. E conclude con un richiamo sull’importanza del settore agroalimentare della Penisola:
«Per un paese come l’Italia che fonda la sua produzione agricola e alimentare sulla qualità sarebbe un clamoroso autogol schierarsi a fianco delle multinazionali».
FONTI:
http://www.suoloesalute.it/autorizzazione-glifosato-autunno-lue-vota-rinnovo-decennale/