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ALLARME SULLA BIODIVERSITÀ: GLI INDICATORI PER MISURARLA

ALLARME SULLA BIODIVERSITÀ: GLI INDICATORI PER MISURARLA

Gli uccelli sono considerati uno degli indicatori più attendibili in materia di biodiversità.

I volatili, che si nutrono maggiormente d’insetti, sono degli animali capaci di spostarsi da un habitat all’altro in modo molto più semplice di altri gruppi di animali. L’abbandono di un luogo, prima popolato, ci indica che qualcosa è cambiato e che non è più ritenuto “accogliente”.
Secondo l’Eurostat gli uccelli sono tra i più attendibili indicatori della salute dell’ambiente che ci circonda. La loro popolazione è in continuo declino (-4% tra il 2018 e il 2020).
Gli scienziati sottolineano quanto i cambianti nell’agricoltura abbiano portato a questa diminuzione. Gli uccelli propri dell’agroecosistema si trovano a combattere con dei cambiamenti molto impattanti, come abbattimento di siepi e frangivento e utilizzo di pesticidi.
L’UE ha lanciato una linea strategica per portare entro il 2030 ad un aumento del 10% di superficie agricola ad alta diversità e al 25% del totale di superfice agricola in biologico.

L’Italia, che detiene uno dei più grandi patrimoni di biodiversità con il più alto numero di endemismo (specie esclusive del nostro territorio), sta subendo le minacce del costante aumento di specie esotiche introdotte, dal degrado, dall’inquinamento e dalla frammentazione del territorio.
Lo studio sul clima sviluppato da German Watch, descrive un quadro allarmante che tiene conto di 4 fattori:

• vittime attribuibili a fattori atmosferici
• lo stesso numero riparametrato su centomila abitanti
• l’ammontare delle perdite in potere di acquisto
• le perdite relazionate al prodotto interno lordo

Porta l’Italia in una delle posizioni peggiori in Europa (insieme alla Francia), delineando un quadro a rischio per la nostra biodiversità.
Fonte: il sole 24 ore
Foto di Domenic Hoffmann da Pixabay

I benefici dell’agricoltura biologica sulla biodiversità

I benefici dell’agricoltura biologica sulla biodiversità

L’agricoltura biologica è veramente benefica per la biodiversità, è questo quanto viene affermato su una recente ricerca pubblicata su Global Change Biology.

Prendendo in considerazione dati provenienti da tutto il mondo, la ricerca ha rilevato che, in generale, le aziende e i terreni condotti biologicamente aumentano progressivamente sia l’abbondanza che il numero di specie di insetti utili come impollinatori e predatori.

Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica Agriculture, Ecosystems & Environment ha rilevato che i vigneti bio in Spagna ospitano più farfalle e piante rispetto alle loro omologhi convenzionali.

Infine, un ulteriore studio dal Giappone conferma che la diversità degli uccelli è maggiore nei meleti biologici rispetto a quelli convenzionali.

Fonte: The Organic Center

Solution search: un premio da 30mila dollari per la promozione della biodiversità

Solution Search cerca una soluzione che sia in grado di ridurre la perdita di biodiversità in atto sul pianeta, prevenire l’erosione del suolo e, allo stesso tempo, alimentare una popolazione in crescita. L’obiettivo è ambizioso. La call prevede diversi premi in denaro per coloro che sapranno presentare innovazioni e cambiamenti in diverse attività umane.

Ecco i dettagli e come presentare domanda.

Solution Search per un mondo che cambia

L’agricoltura ha oggi due possibilità di sviluppo. C’è la coltivazione biologica, rispettosa dell’ambiente e della salute umana, che guarda al futuro e cerca di affrontare i grandi temi dei cambiamenti climatici. C’è poi l’agricoltura intensiva che «resta una delle più grandi minacce all’ecosistema e alla biodiversità», leggiamo sul sito di Solution Search.

Ecco perché il premio “Farming for Biodiversity”, l’agricoltura per la biodiversità, nasce come tentativo di promuovere una filiera agroalimentare rispettosa del pianeta in cui viviamo.

Con la crescita della popolazione mondiale, e il conseguente incremento della richiesta di cibo, all’agricoltura sono stati imposti ritmi incrementali, che hanno portato a un maggiore impatto sull’ambiente. Le pratiche agricole devono cambiare, per prevenire ulteriori perdite di biodiversità e salute ambientale.

«Eppure, il cambiamento dei comportamenti in questo settore è spesso inibito dalla mancanza di conoscenza delle soluzioni alternative e del valore che l’agricoltura ha per la biodiversità. Solution Search è stato creato per cambiare questa prospettiva».

30mila $: il Grand Prize di Solution Search

A questo scopo, in collaborazione con IFOAM, Rare, Save The Children e altri enti pubblici e organizzazioni non governative, è stato istituito il riconoscimento Farming for Biodiversity, volto a premiare soluzioni innovative che preservino la biodiversità.

«Raccontaci come hai promosso l’innovazione nelle attività umane (incluse le tue) per assicurare raccolti sostenibili e sicurezza alimentare conservando, rafforzando e/o ripristinando la biodiversità».

Le categorie in cui presentare i propri progetti sono suddivise in 4 aree tematiche:

  • Impatto sociale
  • Impatto sulla biodiversità
  • Sicurezza alimentare/Impatto nutrizionale
  • Impatto sulle scorte d’acqua

Alle migliori soluzioni offerte in ciascuna categoria, i proponenti offrono un premio da 15mila dollari. C’è poi un Grand Prize finale da 30mila dollari, assegnato da un panel di giudici, esperti del settore, e da una giuria popolare. L’ultimo premio previsto è per il progetto migliore che sarà sottoposto in anticipo: la scadenza in questo caso è al 10 febbraio 2017. Sarà in ogni caso possibile presentare la propria candidatura ancora fino al 10 marzo.

Al link, maggiori informazioni sul premio e sulle possibilità di candidatura: http://solutionsearch.org/contest/farming-biodiversity

FONTI:

https://www.ifoam.bio/en/news/2017/02/02/solution-search-contest-farming-biodiversity-grand-prize-winner-will-receive-30000

http://solutionsearch.org

https://www.rare.org/about#.WJnzmlXhC1s

Incentivi agli agricoltori: 3 milioni di euro per difendere la biodiversità

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tre milioni di euro per difendere la biodiversità. È la somma che la Regione Emilia Romagna ha deciso di destinare per promuovere la sostenibilità e la salvaguardia di ambienti naturali di alto pregio e tipici del territorio.

I due bandi, approvati dalla Giunta regionale, metteranno a disposizione nel complesso 3 milioni di euro all’anno del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 sotto forma di incentivi agli agricoltori, singoli o associati in cooperativa.

Si tratta di una soluzione che garantisce continuità alla programmazione del Psr avviata l’anno scorso e che riguarda in particolare la “Gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000 e conservazione di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario” e il “Ritiro dei seminativi dalla produzione per venti anni per scopi ambientali e gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000”.

Cosa prevedono i bandi per la biodiversità

Il primo bando è volto alla salvaguardia della biodiversità nelle aree di pianura e favorisce gli interventi finalizzati alla tutela della fauna e della flora selvatiche mediante la conservazione di elementi caratteristici del paesaggio agrario. Il plafond messo a disposizione di questi interventi è di 1 milione di euro per il 2016. Gli agricoltori che aderiscono all’iniziativa riceveranno un contributo di 800 euro per ettaro all’anno, a partire dal 2017, per la conservazione di siepi o boschetti. La quota sale a mille euro l’ettaro per il mantenimento di stagni o maceri. La durata dell’impegno è di dieci anni.

Il secondo bando, invece, prevede una dotazione di due milioni di euro, destinati al ritiro dei seminativi dalla produzione per un ventennio e al mantenimento di ecosistemi come prati umidi, complessi macchia radura o altri ambienti naturali. Il contributo varia a seconda delle zone interessate. L’importo degli aiuti, infatti, parte da 500 euro per ettaro nel caso di macchia radura e/o ambienti con funzioni di collegamento ecologico nelle aree di collina e montagna. Passa invece a 1.000 euro nel caso di macchia radura in pianura e può arrivare fino a 1.500 euro per ettaro l’anno per i prati umidi.

Tempi e modalità di presentazione delle domande

Le domande possono essere presentate a partire dai primi giorni di dicembre (AGREA provvederà a dare comunicazione sul proprio sito Internet del primo giorno utile per la presentazione delle domande di sostegno) alle ore 12 del 28 febbraio  2017. Gli aumenti valgono anche per gli agricoltori che hanno aderito ai bandi 2015, ma avranno effetto solo dal 2017.

Le domande possono essere presentate online, compilando la specifica modulistica prodotta dal SIAG – Sistema Informativo Agricolo di AGREA.

I nuovi bandi contengono delle modifiche ad hoc volte a facilitare l’adesione di quelle aziende che hanno già partecipato ad analoghe misure del Psr.

Secondo l’Assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli: “Gli interventi in campo sono una delle punte più avanzate del Psr dell’Emilia-Romagna. Con questi due ulteriori bandi rafforziamo le iniziative a favore della biodiversità e del mantenimento di habitat di alto pregio naturalistico e paesaggistico”.

Fonti:

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/comunicati-stampa/2016/novembre/3-milioni-di-euro-per-biodiversita-e-habitat-naturali-di-alto-pregio

http://www.askanews.it/regioni/emilia-romagna/emilia-r-da-regione-due-bandi-da-3-milioni-per-biodiversita_711946595.htm

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/bandi/bandi-2016/copy_of_biodiversita-10-1-09-e-gli-elementi-caratteristici-del-paesaggio-agrario-10-1.10/?searchterm=biodiversit%C3%A0

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/bandi/bandi-2016/paesaggio-agrario-10-1-09/?searchterm=biodiversit%C3%A0

Bentazone: arriva il no del Parlamento Europeo

Il Parlamento euRécolte du blé :  moissoneuse et tracteurropeo di Strasburgo, con 361 voti a favore, 289 contrari e 28 astenuti, ha approvato una risoluzione non vincolante sull’utilizzo del bentazone. L’autorizzazione all’impiego dell’erbicida scade il prossimo 30 giugno 2017 e la Commissione europea intende rinnovarla fino al 2032.

Con la sua decisione, il Parlamento non interviene direttamente nella procedura di autorizzazione delle sostanze chimiche. Ecco perché il parere non è vincolante. Di conseguenza, la Commissione Ue potrebbe decidere in autonomia di proseguire nell’iter autorizzativo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra le ragioni del no la mancanza di conferme certe sulla non-nocività della sostanza, per l’uomo e l’ambiente.

Bentazone: i dubbi dell’Efsa

Non usa mezzi termini Michele Rivasi, vicepresidente del gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, intervenuto sulla recente pronuncia dell’organo legislativo comunitario:

Alla Commissione Europea non importa nulla di nessuno. In un rapporto del 2015, l’Efsa (Autorità per la sicurezza alimentare europea) sottolineava l’insufficienza di dati sufficienti per pronunciarsi chiaramente sulla caratteristica di perturbatore endocrino del bentazone. L’Autorità affermava inoltre che la sostanza è tossica per la riproduzione e che era stato osservato, nei ratti, un ritardo nello sviluppo del feto”.

Rivasi sottolinea inoltre come il bentazone possa facilmente penetrare nelle falde acquifere.

La risoluzione approvata dal Parlamento europeo contiene esplicitamente alcuni dei dubbi che l’Efsa ha sottolineato nella sua valutazione. Sono due gli elementi da considerare.

Primo. L’EFSA ha proposto di classificare il bentazone tra le sostanze tossiche per la riproduzione della categoria 2.

Secondo. L’Autorità, per i parlamentari europei, dovrebbe approfondire ulteriormente le proprie ricerche in merito prima di procedere con il rinnovo dell’autorizzazione da parte della Commissione. Dovrebbe infatti coinvolgere degli esperti “in materia di tossicologia sui mammiferi, residui, destino e comportamento ambientale ed ecotossicologia”. L’obiettivo di tale procedimento è di “adottare una conclusione con la quale determina se la sostanza attiva bentazone”  risponde ai requisiti previsti dai regolamenti europei sugli effetti delle sostanze attive sull’ambiente, sulla biodiversità e sull’ecosistema.

Bentazone: produzione e impiego

Il bentazone (o bentazon, bendioxide) è una molecola utilizzata nella produzione di erbicidi chimici. Viene prodotta dalla Basf, il colosso tedesco della chimica, azienda con sede a Ludwigshafen, nella Renania.

Gli erbicidi che se ne ricavano sono impiegati dopo l’emergenza della coltura e delle infestanti. È un prodotto ad azione di contatto, non volatile: non danneggia quindi le colture praticate nei pressi della parcella trattata.

Il prodotto viene frequentemente utilizzato su diversi tipi di coltivazioni: soprattutto riso, mais e frumento.

FONTI:

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P8-TA-2016-0443+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2016/11/23/pesticidi-europarlamento-chiede-stop-a-bentazone_8468efb8-419e-4e8e-8fb4-f44269fbbd3c.html

http://www.repubblica.it/ambiente/2016/11/23/news/pesticida_bentazione_europarlamento-152636765/

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2015.4077/epdf

http://fitogest.imagelinenetwork.com/it/sostanze-attive/bentazone/30

Vino: l’Italia alla riscoperta della sua biodiversità

Il 24 e 25 ottobre prossimi, presso i padiglioni della Fiera di Bolzano, si terrà Autochtona 2016, Forum nazionale dei vini autoctoni, appuntamento giunto alla sua 13esima edizione.

L’evento si svolgerà nel contesto della 40esima edizione di Hotel, fiera internazionale e punto di riferimento per hotellerie e ristorazione. Per Autochtona, sono attesi oltre 100 produttori vinicoli, provenienti da 16 diverse regioni italiane. L’obiettivo è di portare all’attenzione del pubblico lo straordinario patrimonio di vitigni autoctoni italiani, Paese primo al mondo per biodiversità.

“Le uve autoctone italiane sono centinaia, forse migliaia”, scrivono gli organizzatori. “Si tratta di un patrimonio non solo naturale, ma anche socio-culturale straordinario, perché per ciascuna di queste varietà uniche esiste una comunità di vignaioli che si è battuta per la sua sopravvivenza”.

Secondo il registro nazionale, il patrimonio delle uve autoctone italiane ha raggiunto circa 500 varietà coltivate. Un numero che potrebbe raddoppiare se si riscoprissero e valorizzassero tutti gli esemplari unici che l’Italia tiene ancora ‘chiusi in un cassetto’.

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Per dare impulso al settore, Autochtona negli ultimi anni ha realizzato una sorta di ‘censimento informale’ della biodiversità vitivinicola italiana. Nelle edizioni precedenti dell’evento, sono stati ospitati “oltre un migliaio di vini unici portati dai loro produttori tenaci, uomini che hanno scelto la strada più difficile con produzioni per lo più di piccole dimensioni”.

L’edizione 2016 sarà arricchita da una novità interessante per le aziende che puntano all’internazionalizzazione.

Si chiama “Best Wine Buy” l’opportunità di partecipare a incontri one to one con buyer internazionali per promuovere, valorizzare e affermare commercialmente le eccellenze del nostro territorio nei paesi target. Le aziende espositrici potranno infatti prenotare incontri individuali con gli importatori grazie ad un’agenda studiata ad hoc sulla base delle loro esigenze”.

Saranno inoltre presentate moltissime varietà di uva, sconosciute al grande pubblico. Come il Semidano, di origine sarda, quasi completamente devastato dalla filloserra all’inizio del secolo scorso. O come l’Invernenga, uva a bacca bianca del bresciano, che deriva il suo nome dalla conservazione degli acini, che avviene d’inverno. Dall’Emilia Romagna, arriveranno due varietà di recente scoperta: il Centesimino e l’Uva del Tundé.

“La biodiversità vinicola italiana per qualche tempo è rimasta nell’ombra dei modelli più ‘global’, anche a causa delle sue produzioni più ridotte e sparute”, spiega il giornalista Pierluigi Gorgoni, Coordinatore del concorso ‘Autoctoni che passione!’ che chiuderà la manifestazione. “In questi ultimi anni, invece, assistiamo ad un ribaltamento dell’interesse dei consumatori, sempre più orientati e curiosi verso i vini da vitigni ‘rari’. In questa direzione, nessuna altra manifestazione quanto Autoctona sa offrire all’appassionato uno spaccato tanto vario e puntuale”.

FONTI:

http://www.fierabolzano.it/autochtona/programma-eventi.htm

http://www.fierabolzano.it/autochtona/detailcomu-1-3753-ad-autochtona-2016-le-aziende-incontrano-i-buyer.html

http://www.fierabolzano.it/autochtona/detailcomu-1-3778-ad-autochtona-un-pezzo-della-biodiversita-vitivinicola-italiana.html