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IL RILANCIO DEL BIOLOGICO PASSA DALL’INFORMAZIONE AL CONSUMATORE E DALLE SINERGIE IN FILIERA

IL RILANCIO DEL BIOLOGICO PASSA DALL’INFORMAZIONE AL CONSUMATORE E DALLE SINERGIE IN FILIERA

“Come il bio può tornare protagonista” è un ciclo di seminari di GreenPlanet per riflettere su come sostenere il settore

Durante il webinar “Distribuzione, un ruolo da recuperare”, parte del ciclo “Come il bio può tornare protagonista” promosso da GreenPlanet, è emersa la necessità di rilanciare il consumo di prodotti biologici attraverso un approccio integrato che coinvolga tutta la filiera, non solo la GDO. Come evidenziato da G. Bellini (Coop) e Fabrizio Piva, serve una strategia distributiva condivisa, basata su una maggiore sinergia tra produzione, distribuzione e comunicazione.

Nonostante l’ampliamento dell’offerta e l’uso di promozioni, i responsabili ortofrutta di Coop Italia (Ancarani) e Multicedi (Medici) hanno evidenziato che i risultati nelle vendite bio restano deludenti. La concorrenza di categorie emergenti come “residuo zero” e “nickel free” ha eroso parte della quota del biologico, rivelando una debolezza nella comunicazione del suo valore distintivo.

Secondo Nicoletta Maffini (Assobio), la quota reale del biologico sul mercato è superiore al 3% stimato, anche grazie ai canali alternativi come vendita diretta e negozi specializzati. Tuttavia, persistono diffidenza e confusione tra i consumatori, alimentate da green claims poco chiari.

Sul fronte produttivo, Ernesto Fornari (Apofruit) ha criticato l’idea, espressa dal ministro Lollobrigida, di aumentare l’offerta abbassando i prezzi, avvertendo che ciò potrebbe compromettere la sostenibilità economica delle aziende bio. Ha invece ribadito l’importanza di una comunicazione mirata e di un assortimento stagionale ben strutturato.

Fabrizio Piva ha sottolineato la necessità di comunicare meglio i valori ambientali del bio, mentre Silvia Schmidt (IFOAM Organics Europe) ha affrontato la questione dei dazi, riferendo le preoccupazioni condivise da produttori UE e USA per l’impatto negativo sulle relazioni commerciali e sui consumatori.

Il rilancio del biologico passa, quindi, per una maggiore chiarezza informativa, una proposta commerciale coerente e la collaborazione tra tutti gli attori della filiera, al fine di rafforzare la fiducia dei consumatori e valorizzare il ruolo distintivo dell’agricoltura bio.

Per approfondimenti:

Greenplanet.net

CONSUMI DI ORTOFRUTTA: COSA PENSA DAVVERO IL CONSUMATORE? I RISULTATI DELLA NUOVA RICERCA CSO ITALY

CONSUMI DI ORTOFRUTTA: COSA PENSA DAVVERO IL CONSUMATORE? I RISULTATI DELLA NUOVA RICERCA CSO ITALY

Il 70% degli intervistati non conosce il significato di biologico. Bisogna puntare su una comunicazione più efficace

 

Nel corso dell’assemblea dei soci di CSO Italy è stata presentata la ricerca “Frutta e Verdura tra percezione e realtà”, con l’obiettivo di analizzare il rapporto tra i consumatori italiani e il consumo di ortofrutta. Lo studio, illustrato dal direttore Elisa Macchi, parte da un dato preoccupante: tra il 2021 e il 2023 il comparto ha registrato un calo dei consumi del 14%, pari a oltre 800.000 tonnellate. Il 2024, pur mostrando una lieve frenata del trend negativo, non evidenzia segnali concreti di ripresa.

Secondo il presidente Paolo Bruni, per invertire questa tendenza è fondamentale conoscere meglio le percezioni e le motivazioni dei consumatori. La ricerca evidenzia che l’ortofrutta è consumata principalmente per motivi salutistici e di gusto, ma anche per abitudine familiare, segno dell’importanza dell’educazione alimentare.

Il prezzo resta un fattore cruciale: il 60% degli intervistati sceglie i punti vendita in base al rapporto qualità-prezzo, mentre oltre il 50% ritiene l’ortofrutta costosa. Tuttavia, la percezione della spesa è distorta: sebbene molti la considerino onerosa, in realtà rappresenta solo il 4% della spesa familiare.

La ricerca segnala anche un consumo insufficiente tra i più giovani, che costituiscono gran parte di quel 20% della popolazione che consuma ortofrutta in modo saltuario o nullo. Il 19% mangia meno di un frutto al giorno e il 17% meno di un ortaggio, mentre aumenta l’adozione di diete iperproteiche.

Non mancano però segnali positivi: il consumatore riconosce all’ortofrutta italiana valori come gusto, qualità e salubrità, mostrando attenzione alla stagionalità. Quando la qualità è percepita come alta, il prezzo perde centralità. Le donne sono le maggiori consumatrici, con il 23% che consuma frutta più di tre volte al giorno, e risultano anche le più inclini a regimi alimentari vegetariani o vegani.

Un altro dato rilevante riguarda la comunicazione: solo il 20% degli intervistati si dichiara soddisfatto delle informazioni disponibili nei punti vendita. C’è una forte richiesta di indicazioni più chiare su maturazione, caratteristiche organolettiche, benefici nutrizionali e modalità d’uso. Inoltre, il 70% non conosce il significato di “biologico” e il 60% ignora la varietà dei prodotti DOP e IGP italiani.

In sintesi, la ricerca fornisce spunti concreti per rilanciare il consumo di ortofrutta, puntando su una comunicazione più efficace, su azioni educative e su una valorizzazione dell’eccellenza produttiva italiana.

 

 

Per approfondimenti:

https://www.corriereortofrutticolo.it/cosa-pensa-il-consumatore-di-frutta-e-ortaggi-a-svelarlo-una-ricerca-del-cso/

I BIO CONFUSI: IL TARGET SU CUI PUNTARE

I BIO CONFUSI: IL TARGET SU CUI PUNTARE

Il biologico ha gli argomenti giusti per conquistarli

Dopo Biofach di Norimberga e Sana di Bologna, Duccio Caccioni, specialista nel settore agricolo e agroalimentare, traccia un quadro sulla situazione attuale e sulle possibilità future.

 

Le esportazioni italiane hanno fatto registrare +7% nel 2024 rispetto all’anno precedente (3,9 miliardi di euro) contando soprattutto su un’eccellente reputazione.

Da un’indagine Nomisma, presentata al Sana, l’Italia risulta il primo paese per qualità percepita nei mercati chiave fra cui spiccano gli Usa, maggior consumatore e importatore mondiale.

Il mercato europeo del biologico è oggi in sviluppo, dirigendosi verso i 55 miliardi di euro, con un aumento previsto lieve ma costante in quasi tutti i paesi dell’Unione (eccetto Grecia e Finlandia).

Dalle indagini di marketing, i consumatori europei sono divisi in due gruppi:

1 – consumatori storici, regolari, affezionati, che non badano al prezzo. Sebbene questo sia un gruppo ampliamente minoritario rappresenta circa la metà del consumo europeo di biologico.

2 – famiglie con doppio reddito ed età compresa fra i 50 e i 75 anni, oppure famiglie (sempre a doppio reddito) ma con figli piccoli – a cui si aggiungono i consumatori curiosi, in cerca di nuove tendenze. Tutti i consumatori di questo secondo gruppo acquistano principalmente nei supermercati e nei discount, non sono fedeli alle marche, ma sensibili a richiami diversi che vanno dalla sicurezza alimentare al benessere animale, alla sostenibilità, al gusto, al packaging innovativo e quindi non hanno le idee chiare, anzi tutto il contrario. Secondo Caccioni, questo gruppo di “bio confusi” rappresenta però il futuro sviluppo del settore e il target a cui puntano sia i vecchi sia i nuovi player del biologico.

 

Per approfondimenti:

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2025/03/06/i-bio-confusi/86903

IL BIOLOGICO FUORI DALLA NICCHIA

IL BIOLOGICO FUORI DALLA NICCHIA

Un nuovo progetto del Distretto Biologico delle Marche pe rendere il bio accessibile a tutti

 

il Distretto Biologico delle Marche entrerà in attività nelle prossime settimane con circa 92 mila ettari investiti in agricoltura biologica, uno dei valori percentuali più elevati fra le regioni italiane, raggiungendo con cinque anni di anticipo l’obiettivo europeo fissato dalla strategia From Farm to Fork per il 2030.

 

“Non basta coltivare il bio. Bisogna che esca dalla nicchia e per fare questo sta per partire un grande progetto: il Distretto Bio Marche” – dichiara Giovanni Battista Girolomoni, presidente del Distretto Biologico delle Marche.

 

ll progetto mira a superare la percezione del biologico come prodotto di nicchia, favorendone l’inserimento nel consumo quotidiano, grazie ad azioni di informazione, attività di consulenza e promozione delle produzioni biologiche, sia alle imprese aderenti e non, con l’obiettivo di diffondere le conoscenze scientifiche sui prodotti biologici e il metodo di produzione. Verrà così rafforzata l’identità del marchio ‘Bio’, conquistando sempre più la fiducia dei consumatori.

 

 

Per approfondimenti:

https://greenplanet.net/girolomoni-distretto-biologico-delle-marche-un-nuovo-progetto-per-rendere-il-bio-accessibile-a-tutti/

Distretto Biologico delle Marche, si parte!

 

IL FATTORE “BIO” AUMENTA LA SALUBRITÀ DELLA DIETA MEDITERRANEA

IL FATTORE “BIO” AUMENTA LA SALUBRITÀ DELLA DIETA MEDITERRANEA

La campagna social “Il Bio dentro di noi” per far conoscere i risultati della ricerca dell’Università di Tor Vergata. La dieta bio-mediterranea aumenta i batteri buoni

Assumere vegetali, cereali, legumi, frutta e poche proteine animali, specie se biologici, migliora la salute di chi lo fa. Lo studio condotto dal dipartimento di Biodinamica e Prevenzione dell’università di Tor Vergata nasce dal protocollo IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet), realizzato per il progetto “MOdello di prOgettazione della rete dei sistemi di sicurezza alimentare, qualità nutrizionale e nutrigenomica della Dieta Mediterranea per la difesa della salute in Italia: applicazione del processo Nutrient Analysis of Critical Control Point-MOOD”.

Nello specifico, l’obiettivo della ricerca, i cui risultati sono stati presentati alla Camera dei Deputati, è stato verificare gli effetti della Dieta Mediterranea Italiana (IMD), composta da alimenti biologici rispetto a quelli convenzionali, sulla composizione corporea e sui parametri biochimici in individui sani e pazienti con Malattia Renale Cronica (CKD) e valutare la riduzione dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari (CVD) e la progressione delle malattie renali.

I risultati mostrano che un regime alimentare mediterraneo, basato su cibi ottenuti con metodi di coltivazione biologica, apporta benefici al microbiota intestinale e riduce l’insorgenza di malattie.

Per Approfondimenti:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20388092/ https://www.ilbiodentrodinoi.it/

 

BIOFACH 2025

BIOFACH 2025

L’Appuntamento Globale per l’Innovazione, la Sostenibilità e le Nuove Tendenze del Biologico, adesso anche in digitale

Dall’ 11 al 14 febbraio 2025, Norimberga ospiterà la nuova edizione di BIOFACH, la fiera internazionale di riferimento per il settore del biologico. L’evento prevede anche una versione digitale, accessibile tramite la piattaforma BIOFACH Digital, che permetterà a esperti e professionisti del settore di collegarsi facilmente da qualsiasi parte del mondo.

L’evento si conferma come un punto di riferimento indispensabile per il networking e l’aggiornamento professionale, offrendo una visione completa delle dinamiche del mercato biologico.

BIOFACH 2025 sarà anche l’occasione per scoprire aree speciali e iniziative innovative che daranno voce alle sfide e alle opportunità del biologico, creando spazi di approfondimento e di scambio.

Suolo e Salute come ogni anno sarà presente alla kermesse di Norimberga con il proprio stand istituzionale al Padiglione 4, stand 588. Vi aspettiamo!