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LA PAC PREMIERÀ PIÙ L’INTEGRATO CHE IL BIOLOGICO?

LA PAC PREMIERÀ PIÙ L’INTEGRATO CHE IL BIOLOGICO?

Le associazioni di settore chiedono di garantire l’accordo Stato-Regioni per evitare la distorsione di una Pac che in Italia rischia di premiare più l’agricoltura integrata di quella bio

Piano d’azione per il biologico, Piano strategico nazionale per la nuova Pac: le scadenze sono vicine e la prossima edizione del Sana e dell’evento Rivoluzione bio offrirà l’occasione per conoscere in anteprima cosa bolle in pentola.

I programmi per il futuro

È infatti un periodo di intensa programmazione per il futuro dell’agricoltura biologica italiana, il piano strategico nazionale, in particolare, deve essere consegnato a Bruxelles entro il 30 settembre, ma le indiscrezioni finora filtrate su questi importanti documenti non sono all’altezza delle aspettative del settore.

L’intreccio tra ecoschemi e sviluppo rurale

Dal confronto tra Regioni e Ministero delle Politiche agricole sembra emergere infatti la distorsione di una politica agricola comunitaria che premierà in Italia più l’agricoltura integrata che quella biologica per effetto di un diabolico intreccio tra i contributi legati agli ecoschemi e a quelli per lo sviluppo rurale. Per questo le associazioni del biologico hanno inviato a fine agosto una lettera alle amministrazioni regionali per  garantire l’accordo Stato Regioni per incrementare gli stanziamenti dedicati al biologico.

L’obiettivo del Green deal

L’iniziativa è finalizzata anche a non pregiudicare il raggiungimento del 25% di superficie coltivata a bio entro il 2027 «come previsto dal Piano Strategico Nazionale, valutato positivamente dalla Commissione Ue». Alle Regioni che stanno definendo la destinazione delle risorse riservate allo sviluppo rurale, viene chiesto di confermare per il biologico gli stessi stanziamenti del periodo 2014-2022, oltre all’incremento necessario per il rispetto dell’accordo raggiunto in Conferenza Stato Regioni relativo ai 90 milioni di euro annui da trasferire dal primo al secondo pilastro con cofinanziamento delle Regioni.

«È indispensabile per le imprese agricole disporre di risorse adeguate a sostenere la conversione al biologico e a mantenere questa forma di agricoltura che tutela la fertilità del suolo, la biodiversità, oltre a contrastare il cambiamento climatico e supportare così la transizione ecologica tracciata dal Green Deal Europeo».

OK DI BRUXELLES AGLI STANZIAMENTI DELLA REGIONE TOSCANA PER IL BIO

OK DI BRUXELLES AGLI STANZIAMENTI DELLA REGIONE TOSCANA PER IL BIO

Via libera Ue alle modifiche del Psr della Toscana: novità per zone svantaggiate, biologico, benessere animale

È arrivata in porto la modifica al Piano di sviluppo rurale per il 2022 che la Giunta regionale ha presentato alla Commissione europea. Con la decisione n. 6113 del 22 agosto 2022 la Commissione europea ha infatti approvato tutte le modifiche al Programma presentate dalla Regione Toscana (ne avevamo parlato qui https://www.suoloesalute.it/la-toscana-prolunga-limpegno-economico-sul-bio/).

Le novità

Le principali novità introdotte per il settore agricolo toscano sono:

– l’incremento della dotazione finanziaria della misura 11 “Agricoltura biologica” – per il finanziamento della seconda annualità di impegno (2022) per tutte le aziende beneficiarie del bando 2021;

– l’introduzione della misura 14 “Benessere animale” per sostenere le imprese agro-zootecniche che si impegnano al raggiungimento di standard più avanzati di benessere animale, rispetto ai requisiti normativi di base, prevedendo una dotazione finanziaria di 3 milioni di euro. Nelle prossime settimane la Giunta regionale darà il via all’iter della pubblicazione del relativo bando;

– l’incremento della dotazione finanziaria della misura 13 “indennità compensative per le zone svantaggiate” che consente l’aumento della dotazione dei bandi già pubblicati nel 2022, per 19 milioni di euro, con lo scopo di attenuare il rischio di abbandono dell’attività agricola nelle zone svantaggiate con l’erogazione per un anno di un’indennità a ettaro di Sau (Superficie agricola utilizzata).

Altre novità riguardano l’introduzione della priorità della filiera castanicola da frutto nei principi di selezione dei bandi, l’innalzamento delle aliquote di sostegno al massimo per i giovani agricoltori, l’introduzione dei distretti biologici nei principi di selezione dell’operazione 4.2.1“Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/ commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli”.

Il commento dell’Assessora

Soddisfazione per le decisione comunitaria è stata espressa dall’assessora all’agricoltura della Regione Toscana Stefania Saccardi, la quale sottolinea come con le modifiche proposte dalla Giunta regionale e approvate dalla Commissione si potrà dare immediata risposta a due importanti comparti del mondo agricolo regionale, quello zootecnico, con l’emissione del bando sul benessere animale, e quello biologico con il reperimento dell’intera dotazione finanziaria per soddisfare tutte le richieste prodotte delle aziende biologiche.

IL PIANO D’AZIONE PER IL BIO HA IL SUO INDICE

IL PIANO D’AZIONE PER IL BIO HA IL SUO INDICE

Marchio bio, piano di promozione, azioni per lo sviluppo del comparto: i titoli dei capitoli del Piano d’azione ci sono ed entro settembre a Sana saranno illustrati tutti i contenuti. Il sottosegretatio Battistoni: «Abbiamo individuato le azioni per lo sviluppo del comparto»

«Il comparto del biologico oggi ha fatto un altro passo in avanti. Come Ministero abbiamo avuto modo di presentare alle Associazioni di settore, ‘l’indice’ del Piano d’azione nazionale sul biologico, una misura contenuta nella legge approvata dal Parlamento a marzo scorso». Lo ha riferito il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni, a margine dell’incontro sul settore organizzato il 27 luglio da Coldiretti.

Il nodo della promozione

«L’indice – ha spiegato il sottosegretario – implica l’individuazione delle azioni future per lo sviluppo del comparto attraverso la sempre maggiore informazione del consumatore». L’incontro ha permesso di presentare i tre assi e le sette azioni di intervento, oltre alla ricerca per realizzare la strategia che nei prossimi anni supporterà il settore, in linea con gli obiettivi nazionali ed europei.

Il marchio per il bio made in Italy

«Oggi è stato un passaggio importante perché ha ci permesso di condividere i passi fatti e quelli ancora da compiere con le organizzazioni e le associazioni, tracciando una strada comune di interventi». «È mia intenzione – ha concluso Battistoni – coinvolgere quanto prima le Regioni affinché il percorso delineato oggi possa avere un iter condiviso e univoco nella cornice di una crescita comune. A settembre, poi, in occasione del Sana, – ha concluso Battistoni – illustrerò al mondo del biologico lo stato d’avanzamento dei lavori sul ‘marchio bio’ e sulla campagna di comunicazione per incentivare i consumi».

2,4 MILIARDI DI RISORSE PER LA CRESCITA DEL BIO

2,4 MILIARDI DI RISORSE PER LA CRESCITA DEL BIO

Fare rete attraverso i sostegni messi in campo da Pac e Pnrr. L’auspicio di Anabio-Cia nel corso della recente conferenza organizzata a Roma

Costruire una rete territoriale al servizio delle aziende agricole. Investire le risorse collegate al Pnrr, alla Pac e al Piano nazionale del biologico per valorizzare il settore. Sono gli obiettivi di Anabio diffusi in occasione del recente convegno organizzato a Roma dall’associazione di Cia-Agricoltori Italiani.

Il settore, infatti, si trova a un punto di svolta tra il nuovo quadro normativo europeo e nazionale, ma soprattutto per 2,1 miliardi di euro in arrivo nella nuova Pac e i 300 milioni per i contratti di filiera e di distretto nel Fondo complementare al Pnrr.

Cinque regioni locomotiva

«È il momento giusto – ha detto Federico Marchini , presidente di Anabio, per spingere su uno sviluppo integrato che passi dalla formazione e informazione delle imprese». Negli ultimi 5 anni in Italia superfici e imprese bio sono cresciute del 40%, a partire da 5 regioni che, da sole, fanno il 50% della superficie coltivata a bio, ossia Sicilia (316.147 ettari), Puglia (286.808 ettari), Toscana (225.295), Calabria (197.165) ed Emilia-Romagna (183.578).

L’Italia ci crede

«Interventi e fondi messi in campo sono la dimostrazione che l’Italia conta su questa agricoltura – ha spiegato il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini – le risorse stanziate a livello Ue e nazionale, dovranno servire a sostenere uno dei driver principali della transizione green».

Per questo, ha aggiunto Fini: «Cia vuole lavorare con Anabio, insieme a tutte le associazioni e gli operatori del settore per indirizzare bene gli aiuti e rendere il bio un volano di modernità, accelerando con gli investimenti in innovazione e ricerca». In quest’ottica Cia sta avviando un progetto di innovazione digitale in 100 aziende agricole con l’associazione Ibma Italia per la formazione e le prove in campo delle tecnologie di biocontrollo, che consistono nell’uso di organismi naturali – insetti utili, microrganismi, feromoni – per contrastare parassiti, batteri nocivi delle piante.

BIOLOGICO, ZERO EQUIVOCI IN ETICHETTA

BIOLOGICO, ZERO EQUIVOCI IN ETICHETTA

Il decreto ministeriale 229771 del 20 maggio scorso rafforza i vincoli per l’etichettatura dei prodotti alimentari bio

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale  il decreto ministeriale 229771 del 20 maggio e il sito Gift – Great italiana food trade ne mette in evidenza la valenza sul sistema di etichettatura del prodotti bio.

Leggi anche: Nuovo Regolamento sul bio, in Gazzetta il decreto attuativo

La tutela del nome

«Il provvedimento – si legge- sostituisce i precedenti decreti in tema di etichette e altri obblighi degli operatori nella filiera biologica innanzitutto rafforzando la tutela del suo nome».

Il biologico è infatti l’unico sistema di produzione agricola e alimentare soggetto a una disciplina uniforme e specifica radicata in un regolamento europeo. L’etichettatura e pubblicità come bio di prodotti che non risultino tali è perciò soggetta a sanzione amministrativa, salvo che il fatto non costituisca reato.

Origine e filiera corta

Altri elementi che trovano maggiore tutela nella disciplina del bio sono l’indicazione dell’origine e la filiera corta

«L’origine e/o provenienza delle materie prime agricole della generalità dei prodotti alimentari viene garantita soltanto in etichetta delle filiere bio, e Il Reg. UE 2018/848, diventato pienamente applicativo grazie al decreto, insiste nell’obiettivo di “promuovere le filiere corte e la produzione locale nelle varie zone dell’Unione”».

BATTISTONI RILANCIA: «AVREMO UNA BANCA DATI DELLE TRANSAZIONI DEL BIO»

BATTISTONI RILANCIA: «AVREMO UNA BANCA DATI DELLE TRANSAZIONI DEL BIO»

Sarà un progetto di Leonardo e sarà gestita da Ismea. L’annuncio a margine del convegno con la presentazione dei dati del bio

«Il biologico cresce in superficie, nel numero di operatori e anche nella creazione delle nuove aziende». «E il Governo conferma e rafforza il proprio impegno per il settore, stanziando fondi per la programmazione 2023-2027 della nuova Pac per oltre 2 miliardi di euro».

L’annuncio di Battistoni

Lo annuncia il sottosegretario alle Politiche agricole, con delega al biologico, Francesco Battistoni al margine del convegno con la presentazione dei dati Ismea. «Un progetto molto importante a cui stiamo lavorando- ha detto Battistoni, – è la Banca Dati delle transazioni per il settore biologico, sviluppata per collegare i processi di controllo di tutti gli Odc (Organismi di certificazione)».

Quattro anni di attesa

Non si tratta certo di un progetto inedito. La Banca Dati doveva infatti essere uno dei punti di forza del Dl 20/2018, un provvedimento che era stato annunciato come lo strumento risolutivo per prevenire ogni possibile frode nel settore del bio. Un decreto che ha inasprito sanzioni e appesantito il carico burocratico per operatori e organismi di controllo, applicato in toto tranne, appunto, per quanto riguarda l’introduzione della piattaforma transazioni. In questi quattro anni gli organismi di certificazione hanno offerto la loro piena collaborazione per individuare lo strumento digitale più adeguato per le esigenze del settore, ora si spera che agli annunci seguano i fatti.

«Nelle prossime settimane si procederà ad organizzare – ha precisato il sottosegretario alle Politiche agricole – un incontro tecnico per la consegna e la discussione delle specifiche funzionali con i referenti del Mipaaf e della società Leonardo che sta curando la parte tecnica. L’iniziativa rientra tra le attività gestite dall’Ismea».

Tre anni in anticipo sul Green deal

Per quanto riguarda gli obiettivi del Green Deal il sottosegretario annuncia che, «grazie all’adozione del Piano di Azione nazionale sul biologico di durata triennale, nel 2025 potremmo raggiungere l’obiettivo del 20% di Sau bio per arrivare alla soglia del 25% nel 2027, anticipando di tre anni gli obiettivi europei».