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LA COP26 TENGA CONTO DELL’IMPEGNO DEL BIO NEL MITIGARE L’EFFETTO SERRA

LA COP26 TENGA CONTO DELL’IMPEGNO DEL BIO NEL MITIGARE L’EFFETTO SERRA

D’Elia (Suolo e Salute): «A Glasgow occorre premiare gli sforzi degli agricoltori biologici». «L’attenzione che pongono alla fertilità organica e alla biodiversità dei suolo consente di sequestrare fino a mezza tonnellata di carbonio ad ettaro all’anno»

«La Cop26 è l’ultima spiaggia di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici che incombono sul pianeta». È l’ammonimento con cui il Principe Carlo, erede al trono del Regno Unito, pioniere del biologico in Inghilterra, ha aperto i lavori della 26a Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, presieduta da Gran Bretagna e Italia, che si tiene in questi giorni a Glasgow, in Scozia. Un appello, quello di Carlo, che vuole scongiurare che anche questo appuntamento con la storia termini con un nulla di fatto.

L’assist del G20

L’ultimo accordo importante sul clima è stato infatti siglato a Parigi nel 2015. L’obiettivo era fermare il riscaldamento globale, ed è un traguardo più che mai urgente anche oggi, alla luce dei guasti causati dal climate change, prima di tutto sull’agricoltura. Il G20 di Roma presieduto dal Premier Mario Draghi ha lanciato un assist alla Cop26 fissando l’obiettivo di contenere a 1,5° l’aumento delle temperature medie nel 2050. Mezzo grado in meno rispetto a quanto fissato prima, e soprattutto un limite temporale a dimensione più umana rispetto alla fine del secolo tracciata in precedenza. Può bastare? Sicuramente no, soprattutto se “i mezzi non giustificano il fine”. Piantare mille miliardi di alberi entro il 2030, uno degli slogan lanciati dal G20, può sembrare un obiettivo concreto, ma di difficile contabilità. E nonostante la grandezza del numero, non è paragonabile all’impegno degli agricoltori di tutto il mondo nel piantare e coltivare un numero ben maggiore di piante.

La rilevanza strategica della buona agricoltura

«La Cop 26 – è l’augurio di Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – deve porre l’accento sulla rilevanza strategica della buona agricoltura nelle azioni di contrasto e mitigazione dei cambiamenti climatici».

Il comparto primario è infatti, allo stesso tempo, il settore più colpito dagli effetti dei cambiamenti climatici ma anche la possibile cura. Tra nubifragi e siccità, in Italia è salita del 60%, nel corso del 2021 l’incidenza degli eventi estremi. In estate a causa della perdurante siccità si è raggiunto il record di incendi, con più di 103 mila ettari bruciati in soli 8 mesi. Terreni che diventano fortemente esposti all’erosione innescata dai nubifragi di questi giorni. «Ma l’agricoltura – afferma D’Elia –quella biologica soprattutto, è la più importante alleata contro inquinamento ed effetto serra». Oggi l’attenzione dei decisori politici si è incentrata sul suolo, per il suo importante ruolo di “carbon sink” (pozzo di carbonio). «Il biologico lo ha capito per primo: l’attenzione a pratiche in grado di aumentare la fertilità organica e la biodiversità microbica dei suoli ha un ruolo fondamentale nell’assorbimento dell’anidride carbonica, arrivando a sequestrare oltre mezza di tonnellata di carbonio equivalente ogni anno». «La Cop26 deve tenere conto di questo impegno degli agricoltori biologici».

RIVOLUZIONE BIO: L’APPUNTAMENTO DI CONFRONTO SUL FUTURO DELLA FILIERA LASCIA UNA ECO

RIVOLUZIONE BIO: L’APPUNTAMENTO DI CONFRONTO SUL FUTURO DELLA FILIERA LASCIA UNA ECO

Si è tenuto poco più di un mese fa, l’evento protagonista di SANA – Salone del biologico e del naturale. Ma i dibattiti, la sintesi dei dati e i contenuti che hanno attraversato questo appuntamento, hanno lasciato un segno che attende di essere messo a frutto.

Realizzato in collaborazione con FederBIO e AssoBIO, il sostegno di ICE e la segreteria tecnico-scientifica di Nomisma, le due giornate che hanno aperto l’appuntamento di SANA 2021, nella cornice di Rivoluzione BIO, hanno raccolto la densità che l’attesa di un nuovo appuntamento in presenza aveva accumulato.

Policy maker, esperti e attori della filiera e del comparto, hanno trovato interazione diretta, attorno ai temi più caldi e attuali che animano il dibattito intorno al Biologico e alla sua gestione nazionale, nell’ottica della più ampia prospettiva europea.

La sintesi dei dati, nella restituzione di una panoramica numerica del settore, è stata il centro degli appuntamenti della prima giornata di Rivoluzione BIO.

L’Osservatorio SANA ha esposto una carrellata di numeri chiave della filiera biologica; a cui sono seguiti gli interventi di altri attori tra i quali ICE Agenzia, SINAB, ISMEA e NOMISMA.

 

Alcuni dati

  • Superficie utilizzata a biologico: 2,1 milioni di ettari, ovvero il 16,6% sul totale delle superfici coltivate in Italia;
  • Operatori bio: l’aggiornamento al 2020, indica essere circa 82mila;
  • Dimensione mercato interno: l’aggiornamento a luglio 2021, indica 4,6 miliardi di euro di vendite bio (+5% rispetto al 2020);
  • Export: indica l’Italia secondo paese esportatore al mondo, con un valore economico di 2,9 miliardi di euro;
  • Importazioni: l’aggiornamento al 2020, indica 231.716,5 le tonnellate di prodotto biologico importato dai Paesi terzi (dall’Asia la quota maggiore, quanto a provenienza);
  • Consumatori: l’89% delle famiglie italiane ha acquistato biologico almeno una volta nell’ultimo anno.

 

La seconda giornata dell’appuntamento ha trovato fulcro attorno al tema delle policy del settore.
Al centro del dibattito è emersa l’urgenza di un Piano d’azione italiano per lo sviluppo del biologico, argomento che è stato sviscerato nell’ambito di una Tavola Rotonda con istituzioni e protagonisti della filiera, tra cui Edoardo Cuoco – Direttore IFOAM Organics Europe, Dino Scanavino – Presidente CIA, Maria Grazia Mammuccini – Presidente di FederBIO e taluni altri. Azioni, percorsi, iniziative sono state individuate, al fine di stimolare una crescita del mercato interno del comparto.

 

Anche il tema del packaging ha avuto uno spazio importante, durante i due appuntamenti dedicati, dal titolo: “Food: Packaging and Bio Indagine AssoBio sul packaging sostenibile” e “Organic food, la scelta di un packaging coerente – i materiali”.

 

Ersilia Di Tullio, di Nomisma, ha esposto i dati raccolti e relativi all’argomento, al quale sono seguite riflessioni e contributi di professionisti delle realtà del settore che hanno portato la loro esperienza e animato il dibattito.

Durante la Tavola Rotonda dedicata al mondo del packaging, si sono susseguite considerazioni di rappresentanti del mondo dei materiali, tra cui: Elisabetta Bottazzoli – Direttrice Generale di Assobioplastiche, Cosimo Messina – Vice Presidente di Assoimballaggi, ma anche Jenny Campagnol – Responsabile dell’area tecnica del Consorzio italiano compostatori.

 

L’appuntamento merita di essere ripetuto l’anno prossimo, sebbene l’eco della sua terza edizione stia ancora viaggiando per cercare un canale di concretezza. C’è lo spazio di diversi mesi, per rinforzare le basi della rivoluzione (Bio).

Fonte: Nomisma

 

IL FOOD BIOLOGICO CERTIFICATO, AL B/OPEN 2021

IL FOOD BIOLOGICO CERTIFICATO, AL B/OPEN 2021

Dal 9 al 10 novembre a Verona. La manifestazione potrà essere seguita in diretta streaming come nella passata edizione.

È stato confermato qualche giorno fa, nell’ambito dell’”EU Organic Day”, il prossimo appuntamento con: B/Open, la manifestazione b2b, dedicata al cibo biologico certificato. La seconda edizione si svolgerà il 9 e 10 novembre, presso le Gallerie Mercatali di Verona; potrà essere seguita anche in diretta digitale.

Le partnership e le aziende partecipanti

La nuova edizione dell’evento, prevede una formula che si rivolge agli operatori professionali agli stakeholder, alle istituzioni e gode di una partnership con: AIAB, Assocertbio, Bioagricert, Bios, CCPB, ICEA, Suolo e Salute, Valoritaliani. Il riscontro ricevuto dalle aziende è positivo, la manifestazione vedrà infatti la partecipazione di: Agricola Grains, Lattebusche, Sonnentor Kraeuterhandels, Naturalebio, Antico Molino Rosso, Redoro Frantoi Veneti, Terre e Tradizioni, La Selva Società Bioagricola, Biösudtirol, Regione del Veneto, Demeter Associazione Italia e molte altre.

Il programma

Questi alcuni degli argomenti in programma:

  • Le opportunità di business nei mercati esteri per il settore dei prodotti biologici in ambito normativo e contrattuale;
  • La politica nazionale ed europea in tema di biologico;
  • La sostenibilità ambientale e sociale dell’intera filiera del bio;
  • I nuovi materiali per un packaging ecosostenibile;
  • La filiera Made in Italy del biologico;
  • I numeri del biologico in Italia;
  • Il mondo del biodinamico;
  • La filiera cerealicola e quella lattiero-casearia.

Un’occasione per incrociare le opportunità di business, partecipare a convegni, dibattiti e approfondire i temi più attuali del comparto. B/Open ha inoltre previsto la presenza di delegazioni e buyer esteri, selezionati in collaborazione con Verona Fiere. I paesi di provenienza degli operatori partecipanti, sono: Germania, Danimarca, Francia, Spagna, Belgio Svizzera, Austria, Balcani, Turchia, Emirati Arabi, Russia, Israele.

Gli altri appuntamenti da non perdere

  • Eco Packaging AwardsLa premiazione di aziende che sono riuscite a coniugare la qualità bio del prodotto, alla sostenibilità della confezione. Evento in collaborazione con: Bio&Consumi.
  • Area “Taste&Bio”Uno spazio dedicato alla degustazione dei prodotti delle aziende presenti all’evento; un’occasione di incontro tra buyer, produttori bio e i loro prodotti. Evento in collaborazione con: Ciberie (Pde).

La presenza di Suolo e Salute

Tra i partner di B/Open vi saremo anche noi. Il primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia. Tra i numerosi attori che hanno creduto con tenacia nel metodo biologico, oggi in crescita esponenziale nel mondo, vi è la nostra società; pioniera negli anni ’60, nella promozione del settore. Oggi attraversiamo il comparto come organismo di controllo e certificazione e non potremo mancare all’appuntamento con B/Open.

VI ASPETTIAMO!

 

Ulteriori informazioni a questo LINK.

 

Fonte: b-opentrade

FRUTTA E ORTAGGI: BIOLOGICO VUOL DIRE FIDUCIA

FRUTTA E ORTAGGI: BIOLOGICO VUOL DIRE FIDUCIA

L’ortofrutta traina le scelte dei consumatori consapevoli registrando anche nel biennio 2019-2021 un tasso di crescita complessivo del 9%.

Biologico vuol dire fiducia. Soprattutto nel caso dell’ortofrutta, che continua ad attrarre nuovi consumatori con vendite che crescono ad un ritmo addirittura del 12% tra il 2019 e il 2021 per le orticole, del 7% per la frutta e del 9% per le orticole trasformate nello stesso periodo.

Frutta e ortaggi biologici sono tra le categorie merceologiche maggiormente presenti nella spesa degli italiani.

Il valore di mercato della frutta

Tra le annualità 2019/21 il valore di mercato della frutta è aumentato del 7% arrivando a sfiorare in giugno 700 milioni di euro. Un +10% è stato registrato per la frutta trasformata arrivando ad un dato complessivo di 864 milioni di euro.

Tra i frutti più consumati le banane biologiche, seguono: mele, arance, limoni, pere, noci, pesche, uva, clementine, meloni, kiwi, fragole, mandorle, angurie e albicocche bio. Il Sud Italia, emerge come la zona leader per la vendita di fresco mentre il Nord Ovest si distingue per la vendita di prodotto trasformato.

Canali di vendita della frutta

Dal 2017 cresce del 3,1% la vendita di frutta per la Gdo. La vendita attraverso i canali tradizionali si alza al +14,1%, sorprendente è l’impennata dell’e-commerce al +202,6%.
Nel 2021 invece, supermercati e negozi tradizionali realizzano le vendite maggiori: 165 milioni di euro per quanto riguarda la frutta fresca biologica venduta nei supermercati; 340 milioni di euro, quella fresca venduta attraverso i canali tradizionali.

Il valore di mercato degli ortaggi

Il mercato degli ortaggi bio, realizza una vendita di 644 milioni di euro. Tra il 2017 e il 2021, la crescita ammonta al 6% (tra ortaggi freschi e trasformati). In testa ai prodotti i pomodori, li seguono: zucchine, peperoni, patate, finocchi, melanzane, carote, carciofi, insalate. La zona del Sud Italia, risulta quella più motivata all’acquisto.

Canali di vendita degli ortaggi

Dal 2017 cresce del 14,9% la vendita attraverso la Gdo; i canali tradizionali calano dell’ 1,6%; l’e-commerce, anche nel caso degli ortaggi, aumenta del 211,7%.
Nel 2021 invece, supermercati e negozi tradizionali realizzano le vendite maggiori: 106 milioni di euro per quanto riguarda la verdura fresca venduta nei supermercati; 300 milioni di euro, quella fresca venduta nei canali tradizionali.

Tra il 2016 e il 2021, Meo evidenzia un aumento del prezzo al kg registrato, per alcune tipologie di prodotto. Tra queste: le mele bio (Golden Delicious) che raggiungono la loro impennata nel 2018 e 2019 e i pomodori tondi lisci biologici, più cari tra 2019 e 2020.

Sottolinea infine l’ascesa delle importazioni di prodotti bio, con il +13,1%. All’interno di queste, il 25% del totale è rappresentato proprio da frutta e verdura.

 

Fonte: Italiafruit

Il BIOLOGICO CONQUISTA UNA GIORNATA TUTTA SUA

Il BIOLOGICO CONQUISTA UNA GIORNATA TUTTA SUA

Ogni anno ci sarà in settembre la giornata europea per l’Agricoltura Biologica lo vuole Bruxelles, ed è una delle iniziative previste dal Piano d’Azione dell’UE per promuovere e diffondere l’Agricoltura Biologica tra gli Stati membri.

Il 23 settembre e Ad annunciarlo principali europe: Janusz Wojciechowski – Commissario UE all’Agricoltura, Joze Podgoresk – Presidente di turno del Consiglio UE all’Agricoltura, Benoit Ludgen – Europarlamento.

Una novità incoraggiante, in linea con gli obiettivi del Green Deal.  Un riconoscimento che tiene fede alla scelta intrapresa dall’Europa, verso una transizione agroecologica che pone l’Agricoltura Bio, tra i principali strumenti da promuovere e preservare all’interno dell’Unione.

Wojciechowsi: «Vogliamo sostenere la crescita del settore»

«Non mancano paesi in Europa, che si sono distinti per risultati e storie di successo e che incentivano a un investimento nel settore. Italia e Austria, sono tra questi – sottolinea il Commissario europeo.
Per quanto riguarda la vendita dei prodotti biologici: in Italia, ho potuto riscontrare un’organizzazione di grande efficienza.
»

Podgoresk: «Diventerà il momento per fare il punto sul comparto»

La ricorrenza è stata fortemente desiderata da Ifoam Organics Europe, Federazione europea delle associazioni del biologico. In Italia il comparto biologico ha realizzato un incremento del 5,1% delle superfici coltivate, un aumento del 5% dei consumi interni e il +11% di export bio del Made in Italy.

Lutgen: «Uno strumento utile per sostenere la transizione agroecologica dell’agricoltura europea»

«Oltre a rientrare nelle iniziative previste dal Piano d’Azione europeo sul biologico, la data dedicata, intende essere uno degli strumenti che incoraggia ogni Stato membro a inserire misure a supporto dello sviluppo del biologico, nei Piani strategici nazionali» afferma l’eurodeputato belga.

Mammuccini: «Un’ulteriore conferma della fiducia dell’Europa sul biologico»

«Ora chiediamo al Governo più coerenza legislativa a livello nazionale, per il settore – aggiunge la Presidente di FederBio  -, a iniziare dal Piano Strategico nazionale della PAC, per arrivare a un’approvazione celere della legge nazionale sull’agricoltura biologica (Piano d’Azione Nazionale, compreso).»

D’Elia: «Si tratta di un riconoscimento importante»

«Le parole del Commissario UE all’Agricoltura danno merito del ruolo da battistrada che l’Italia ha svolto fino ad oggi in Europa, in questo settore – evidenzia il Direttore generale di Suolo e Salute – uno sviluppo in cui ha pesato anche il sistema di certificazione, che accompagna con competenza la crescita del biologico da ormai trent’anni, e che dà merito a chi ha saputo, con lungimiranza, immaginare un futuro più sostenibile per la nostra agricoltura, prima ancora che il termine “sostenibilità” venisse inventato

D’Elia richiama alla memoria, figure come Francesco Garofalo, pioniere in questo ambito. Docente di fitoiatria dell’Università di Torino che cinquantadue anni fa fondò l’originaria associazione Suolo e Salute. Figura operativa già all’epoca, con la volontà di diffondere un sistema agricolo diverso, in grado di produrre alimenti sani, nel rispetto dell’ambiente.

«L’augurio  – aggiunge D’Elia – è che la Giornata del Biologico divenga, anche nel nostro paese, l’occasione per affrontare con responsabilità il tema della transizione agroecologica. Portando così a un clima più sereno attorno al bio e diffondendo più consapevolezza sulle motivazioni che portano l’UE ad affidarsi a questo metodo di produzione per realizzare gli ambiziosi obiettivi del Green Deal.»

 

Fonte: Terra e Vita

MERCATO BIO ITALIANO: OSSERVATORIO SANA REALIZZA UNA STIMA DELLE DIMENSIONI ATTUALI

MERCATO BIO ITALIANO: OSSERVATORIO SANA REALIZZA UNA STIMA DELLE DIMENSIONI ATTUALI

È nell’ambito della Terza edizione di Rivoluzione Bio – evento protagonista di SANA 2021 -, che sono stati presentati i dati dell’Osservatorio SANA, relativi alle dimensioni del mercato interno italiano per l’anno in corso (fino al mese di luglio).

L’Osservatorio, a cura di Nomisma, ha riportato elaborazioni su dati Nielsen, ASSOBio, Ismea e Agenzia ICE, dove si è registrato l’ammontare delle vendite alimentari bio in Italia a 4,6 miliardi di euro, con una crescita del +5% rispetto all’anno 2020.

Sono certamente i consumi at home a rappresentare la porzione più importante, con un valore di 3,8 miliardi di euro. L’away from home, risente, nel contempo, delle riaperture progressive di locali e esercizi pubblici, riportando un aumento del 10% rispetto allo scorso anno nello stesso periodo.

Per quanto riguarda i canali a cui attinge il mercato domestico, il primo a distinguersi come canale di riferimento, è quello della Distribuzione organizzata, che ha raggiunto nel 2021 i 2,2 miliardi di euro di introito; presentando una crescita del 2% rispetto all’anno 2020. Tra le differenti tipologie di canali è tuttavia l’eCommerce a registrare l’incremento più rivelante, con il 67% in più rispetto all’anno precedente; 75 milioni di euro in termini di vendite.

I negozi tradizionali e specializzati vantano una ripresa del +7%, determinata certamente dalla riduzione delle restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria.

Se poniamo l’attenzione sulla tipologia di prodotti bio più venduta, tra i primi tre compaiono: uova di gallina, confetture e spalmabili a base di frutta e bevande vegetali. Tuttavia la tipologia varia a seconda del canale di acquisto: la Distribuzione sottolinea per esempio come i prodotti, presso di loro, più acquistati risultino carni e drogheria alimentare bio.

Secondo i dati presentati dall’Osservatorio, anche il trend dell’export bio italiano non delude: compare infatti al secondo posto nella classifica globale degli exporter bio, subito dopo gli Stati Uniti.

Da quanto riportato attraverso un’indagine diretta sulle imprese, intervistate da Nomisma nell’ambito del progetto ITA.BIO, la crescita delle vendite dei prodotti nazionali all’interno dei mercati esteri risulta aumentata dell’11% rispetto al 2020, con una vendita di 2,9 miliardi di euro.

L’ultimo focus passato in rassegna dall’Osservatorio riguarda i consumatori italiani di prodotti biologici e la trasformazione che questi operano attraverso l’esercizio della loro domanda.

L’identikit dell’utilizzatore abituale di questi prodotti, può variare a seconda del reddito e del titolo di studio: l’acquisto appare più accessibile per persone con un reddito a cadenza mensile e un titolo di studio medio-alto.

La composizione del nucleo familiare è un altro dei fattori incidenti: la presenza di figli e minori sotto i 12 anni, può infatti generare un’impennata nell’acquisto di prodotti di tipo biologico.

La presenza inoltre di vegetariani e vegani in famiglia, rappresenta un’altra determinante che incentiva l’acquisto.

Considerato ciò, la spinta maggiore (57%) è definita dalla composizione degli ingredienti di origine dei prodotti e dalla provenienza di questi, locale o a km zero; spesso elementi di garanzia per la salute, perché privi di chimica di sintesi e perché aderenti a criteri di produzione rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori parte della filiera.

Anche l’occhio vuole la sua parte, infatti tra le ulteriori caratteristiche che possono fare la differenza per il consumatore attento, vi è senz’altro la confezione: il packaging che avvolge il prodotto. Il 52% degli acquirenti predilige involucri sostenibili, interamente riciclabili o altrimenti, compostabili.

 

Fonte: Ismea mercati