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IL VINO BIO TRAINA LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

IL VINO BIO TRAINA LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Lo mette in evidenza il sottosegretario Francesco Battistoni (Mipaaf) commentando a Vinitaly Special Edition il record che vede l’Italia leader per superficie vitata bio con un’incidenza del 19% secondo Ismea

L’Italia, secondo i dati Ismea, è leader europea e mondiale per superficie vitata bio. Nel 2019, infatti, si contavano oltre 107mila ettari di vigneto biologico con un’incidenza sulla superficie vitata complessiva del nostro Paese di quasi il 19%, la più alta in Europa e nel mondo.

Ismea e Oiv, il succo non cambia

Più cauta l’Oiv: secondo l’ultimo rapporto dell’Organisation internationale de la vigne et du vin (Oiv), il nostro Paese registra infatti la maggiore incidenza di vigneti bio a livello mondiale, con il 15% del totale nazionale, seguito da Francia (14%) e Austria (14%). Una notizia che è stata enfatizzata da Francesco Battistoni, sottosegretario alle Politiche agricole, nel corso della sua partecipazione al Vinitaly Special Edition. «Un dato – evidenzia Battistoni – che spinge la forte domanda di biologico e che rende l’Italia del settore vitivinicolo sempre più green».

Gli investimenti delle aziende

Nel 2020, 4 bottiglie di vino su 100 vendute erano biologiche e questi numeri sono in costante aumento, tanto che gli operatori complessivi del settore vitivinicolo biologico raggiungono quasi le 25mila unità. «A VeronaFiere ho potuto apprezzare – commenta Battistoni – i grandi investimenti che le cantine stanno adottando per diversificare i prodotti, unendo alla bottiglia tradizionale sempre più etichette biologiche e sostenibili. Un impulso che va ad incidere positivamente sui consumi interni ma anche e soprattutto sull’export». «Il contributo del vino biologico – continua – sarà fondamentale per accelerare il processo di transizione ecologica permettendo all’Italia di essere in linea con gli obiettivi europei, offrendo ai consumatori sempre un prodotto di assoluta eccellenza e qualità». «Anche perché come diceva Goethe – è la chiosa di Battistoni – La vita è troppo breve per bere vini mediocri».

Fonte: Ansa

FORTE IMPULSO DEL BIO SULLE POLIZZE PER I RISCHI CLIMATICI

FORTE IMPULSO DEL BIO SULLE POLIZZE PER I RISCHI CLIMATICI

Nel triennio 2017-19 la platea delle aziende bio assicurate è aumentata del 35% anno manifestando una maggiore sensibilità rispetto alla prevenzione dei danni da gelo, siccità e alluvione

Cresce a doppia cifra nel biologico l’adesione al sistema assicurativo agricolo agevolato. Nel triennio 2017-2019, in base ai dati elaborati da Ismea e pubblicati nel Rapporto sulla gestione del rischio nell’agricoltura biologica 2021, la platea delle aziende bio che hanno sottoscritto polizze agevolate contro gli eventi atmosferici è aumentata al ritmo del 35% l’anno (contro il +2% medio annuo registrato per le aziende convenzionali), arrivando a sfiorare i 500 milioni di euro di valore assicurato nel 2019.

La propensione assicurativa

Rispetto al totale delle aziende bio, quelle assicurate rappresentano oggi una quota dell’8% (nel 2016 era del 3,5%), mentre le superfici coinvolte hanno raggiunto il 4,2% del totale, a fronte del 2,2% di quattro anni prima. In pratica, una fotografia della propensione assicurativa del mondo produttivo biologico, che si sta avvicinando, anno dopo anno, a quella dei produttori convenzionali che annoverano una quota assicurata di circa il 10% di aziende e di superfici sul totale nazionale.

Minore polarizzazione Nord-Sud rispetto al convenzionale

Rispetto al mercato assicurativo agevolato nel suo complesso, il settore del biologico presenta però una polarizzazione a livello geografico meno marcata. Il ruolo del Nord è sempre preponderante, con oltre il 67% del valore assicurato, ma lo squilibrio con le altre macro-ripartizioni del Paese (16,4% il Centro, 16,2% il Sud) è meno accentuato rispetto all’intero mercato, in coerenza con la più equilibrata distribuzione per macroaree del biologico.

Forte crescita nel Sud

Un divario che, sulla base delle dinamiche attuali, è destinato peraltro a ridursi ulteriormente, data la forte crescita osservata nelle regioni del Mezzogiorno con il più 59% del valore nel 2019 e il più 34% del tasso di crescita medio annuo dal 2016. Dal confronto con il mercato assicurativo nel suo complesso, da notare che i rischi catastrofali sono relativamente più assicurati nel biologico, segmento che sembra di conseguenza mostrare una maggiore sensibilità e attenzione alle implicazioni di gelo e brina, siccità e alluvione, eventi che i cambiamenti climatici stanno rendendo più frequenti e impattanti in termini di danni alle coltivazioni.

Fonte: Terra e Vita

LA COP26 TENGA CONTO DELL’IMPEGNO DEL BIO NEL MITIGARE L’EFFETTO SERRA

LA COP26 TENGA CONTO DELL’IMPEGNO DEL BIO NEL MITIGARE L’EFFETTO SERRA

D’Elia (Suolo e Salute): «A Glasgow occorre premiare gli sforzi degli agricoltori biologici». «L’attenzione che pongono alla fertilità organica e alla biodiversità dei suolo consente di sequestrare fino a mezza tonnellata di carbonio ad ettaro all’anno»

«La Cop26 è l’ultima spiaggia di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici che incombono sul pianeta». È l’ammonimento con cui il Principe Carlo, erede al trono del Regno Unito, pioniere del biologico in Inghilterra, ha aperto i lavori della 26a Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, presieduta da Gran Bretagna e Italia, che si tiene in questi giorni a Glasgow, in Scozia. Un appello, quello di Carlo, che vuole scongiurare che anche questo appuntamento con la storia termini con un nulla di fatto.

L’assist del G20

L’ultimo accordo importante sul clima è stato infatti siglato a Parigi nel 2015. L’obiettivo era fermare il riscaldamento globale, ed è un traguardo più che mai urgente anche oggi, alla luce dei guasti causati dal climate change, prima di tutto sull’agricoltura. Il G20 di Roma presieduto dal Premier Mario Draghi ha lanciato un assist alla Cop26 fissando l’obiettivo di contenere a 1,5° l’aumento delle temperature medie nel 2050. Mezzo grado in meno rispetto a quanto fissato prima, e soprattutto un limite temporale a dimensione più umana rispetto alla fine del secolo tracciata in precedenza. Può bastare? Sicuramente no, soprattutto se “i mezzi non giustificano il fine”. Piantare mille miliardi di alberi entro il 2030, uno degli slogan lanciati dal G20, può sembrare un obiettivo concreto, ma di difficile contabilità. E nonostante la grandezza del numero, non è paragonabile all’impegno degli agricoltori di tutto il mondo nel piantare e coltivare un numero ben maggiore di piante.

La rilevanza strategica della buona agricoltura

«La Cop 26 – è l’augurio di Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – deve porre l’accento sulla rilevanza strategica della buona agricoltura nelle azioni di contrasto e mitigazione dei cambiamenti climatici».

Il comparto primario è infatti, allo stesso tempo, il settore più colpito dagli effetti dei cambiamenti climatici ma anche la possibile cura. Tra nubifragi e siccità, in Italia è salita del 60%, nel corso del 2021 l’incidenza degli eventi estremi. In estate a causa della perdurante siccità si è raggiunto il record di incendi, con più di 103 mila ettari bruciati in soli 8 mesi. Terreni che diventano fortemente esposti all’erosione innescata dai nubifragi di questi giorni. «Ma l’agricoltura – afferma D’Elia –quella biologica soprattutto, è la più importante alleata contro inquinamento ed effetto serra». Oggi l’attenzione dei decisori politici si è incentrata sul suolo, per il suo importante ruolo di “carbon sink” (pozzo di carbonio). «Il biologico lo ha capito per primo: l’attenzione a pratiche in grado di aumentare la fertilità organica e la biodiversità microbica dei suoli ha un ruolo fondamentale nell’assorbimento dell’anidride carbonica, arrivando a sequestrare oltre mezza di tonnellata di carbonio equivalente ogni anno». «La Cop26 deve tenere conto di questo impegno degli agricoltori biologici».

RIVOLUZIONE BIO: L’APPUNTAMENTO DI CONFRONTO SUL FUTURO DELLA FILIERA LASCIA UNA ECO

RIVOLUZIONE BIO: L’APPUNTAMENTO DI CONFRONTO SUL FUTURO DELLA FILIERA LASCIA UNA ECO

Si è tenuto poco più di un mese fa, l’evento protagonista di SANA – Salone del biologico e del naturale. Ma i dibattiti, la sintesi dei dati e i contenuti che hanno attraversato questo appuntamento, hanno lasciato un segno che attende di essere messo a frutto.

Realizzato in collaborazione con FederBIO e AssoBIO, il sostegno di ICE e la segreteria tecnico-scientifica di Nomisma, le due giornate che hanno aperto l’appuntamento di SANA 2021, nella cornice di Rivoluzione BIO, hanno raccolto la densità che l’attesa di un nuovo appuntamento in presenza aveva accumulato.

Policy maker, esperti e attori della filiera e del comparto, hanno trovato interazione diretta, attorno ai temi più caldi e attuali che animano il dibattito intorno al Biologico e alla sua gestione nazionale, nell’ottica della più ampia prospettiva europea.

La sintesi dei dati, nella restituzione di una panoramica numerica del settore, è stata il centro degli appuntamenti della prima giornata di Rivoluzione BIO.

L’Osservatorio SANA ha esposto una carrellata di numeri chiave della filiera biologica; a cui sono seguiti gli interventi di altri attori tra i quali ICE Agenzia, SINAB, ISMEA e NOMISMA.

 

Alcuni dati

  • Superficie utilizzata a biologico: 2,1 milioni di ettari, ovvero il 16,6% sul totale delle superfici coltivate in Italia;
  • Operatori bio: l’aggiornamento al 2020, indica essere circa 82mila;
  • Dimensione mercato interno: l’aggiornamento a luglio 2021, indica 4,6 miliardi di euro di vendite bio (+5% rispetto al 2020);
  • Export: indica l’Italia secondo paese esportatore al mondo, con un valore economico di 2,9 miliardi di euro;
  • Importazioni: l’aggiornamento al 2020, indica 231.716,5 le tonnellate di prodotto biologico importato dai Paesi terzi (dall’Asia la quota maggiore, quanto a provenienza);
  • Consumatori: l’89% delle famiglie italiane ha acquistato biologico almeno una volta nell’ultimo anno.

 

La seconda giornata dell’appuntamento ha trovato fulcro attorno al tema delle policy del settore.
Al centro del dibattito è emersa l’urgenza di un Piano d’azione italiano per lo sviluppo del biologico, argomento che è stato sviscerato nell’ambito di una Tavola Rotonda con istituzioni e protagonisti della filiera, tra cui Edoardo Cuoco – Direttore IFOAM Organics Europe, Dino Scanavino – Presidente CIA, Maria Grazia Mammuccini – Presidente di FederBIO e taluni altri. Azioni, percorsi, iniziative sono state individuate, al fine di stimolare una crescita del mercato interno del comparto.

 

Anche il tema del packaging ha avuto uno spazio importante, durante i due appuntamenti dedicati, dal titolo: “Food: Packaging and Bio Indagine AssoBio sul packaging sostenibile” e “Organic food, la scelta di un packaging coerente – i materiali”.

 

Ersilia Di Tullio, di Nomisma, ha esposto i dati raccolti e relativi all’argomento, al quale sono seguite riflessioni e contributi di professionisti delle realtà del settore che hanno portato la loro esperienza e animato il dibattito.

Durante la Tavola Rotonda dedicata al mondo del packaging, si sono susseguite considerazioni di rappresentanti del mondo dei materiali, tra cui: Elisabetta Bottazzoli – Direttrice Generale di Assobioplastiche, Cosimo Messina – Vice Presidente di Assoimballaggi, ma anche Jenny Campagnol – Responsabile dell’area tecnica del Consorzio italiano compostatori.

 

L’appuntamento merita di essere ripetuto l’anno prossimo, sebbene l’eco della sua terza edizione stia ancora viaggiando per cercare un canale di concretezza. C’è lo spazio di diversi mesi, per rinforzare le basi della rivoluzione (Bio).

Fonte: Nomisma

 

IL FOOD BIOLOGICO CERTIFICATO, AL B/OPEN 2021

IL FOOD BIOLOGICO CERTIFICATO, AL B/OPEN 2021

Dal 9 al 10 novembre a Verona. La manifestazione potrà essere seguita in diretta streaming come nella passata edizione.

È stato confermato qualche giorno fa, nell’ambito dell’”EU Organic Day”, il prossimo appuntamento con: B/Open, la manifestazione b2b, dedicata al cibo biologico certificato. La seconda edizione si svolgerà il 9 e 10 novembre, presso le Gallerie Mercatali di Verona; potrà essere seguita anche in diretta digitale.

Le partnership e le aziende partecipanti

La nuova edizione dell’evento, prevede una formula che si rivolge agli operatori professionali agli stakeholder, alle istituzioni e gode di una partnership con: AIAB, Assocertbio, Bioagricert, Bios, CCPB, ICEA, Suolo e Salute, Valoritaliani. Il riscontro ricevuto dalle aziende è positivo, la manifestazione vedrà infatti la partecipazione di: Agricola Grains, Lattebusche, Sonnentor Kraeuterhandels, Naturalebio, Antico Molino Rosso, Redoro Frantoi Veneti, Terre e Tradizioni, La Selva Società Bioagricola, Biösudtirol, Regione del Veneto, Demeter Associazione Italia e molte altre.

Il programma

Questi alcuni degli argomenti in programma:

  • Le opportunità di business nei mercati esteri per il settore dei prodotti biologici in ambito normativo e contrattuale;
  • La politica nazionale ed europea in tema di biologico;
  • La sostenibilità ambientale e sociale dell’intera filiera del bio;
  • I nuovi materiali per un packaging ecosostenibile;
  • La filiera Made in Italy del biologico;
  • I numeri del biologico in Italia;
  • Il mondo del biodinamico;
  • La filiera cerealicola e quella lattiero-casearia.

Un’occasione per incrociare le opportunità di business, partecipare a convegni, dibattiti e approfondire i temi più attuali del comparto. B/Open ha inoltre previsto la presenza di delegazioni e buyer esteri, selezionati in collaborazione con Verona Fiere. I paesi di provenienza degli operatori partecipanti, sono: Germania, Danimarca, Francia, Spagna, Belgio Svizzera, Austria, Balcani, Turchia, Emirati Arabi, Russia, Israele.

Gli altri appuntamenti da non perdere

  • Eco Packaging AwardsLa premiazione di aziende che sono riuscite a coniugare la qualità bio del prodotto, alla sostenibilità della confezione. Evento in collaborazione con: Bio&Consumi.
  • Area “Taste&Bio”Uno spazio dedicato alla degustazione dei prodotti delle aziende presenti all’evento; un’occasione di incontro tra buyer, produttori bio e i loro prodotti. Evento in collaborazione con: Ciberie (Pde).

La presenza di Suolo e Salute

Tra i partner di B/Open vi saremo anche noi. Il primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia. Tra i numerosi attori che hanno creduto con tenacia nel metodo biologico, oggi in crescita esponenziale nel mondo, vi è la nostra società; pioniera negli anni ’60, nella promozione del settore. Oggi attraversiamo il comparto come organismo di controllo e certificazione e non potremo mancare all’appuntamento con B/Open.

VI ASPETTIAMO!

 

Ulteriori informazioni a questo LINK.

 

Fonte: b-opentrade

FRUTTA E ORTAGGI: BIOLOGICO VUOL DIRE FIDUCIA

FRUTTA E ORTAGGI: BIOLOGICO VUOL DIRE FIDUCIA

L’ortofrutta traina le scelte dei consumatori consapevoli registrando anche nel biennio 2019-2021 un tasso di crescita complessivo del 9%.

Biologico vuol dire fiducia. Soprattutto nel caso dell’ortofrutta, che continua ad attrarre nuovi consumatori con vendite che crescono ad un ritmo addirittura del 12% tra il 2019 e il 2021 per le orticole, del 7% per la frutta e del 9% per le orticole trasformate nello stesso periodo.

Frutta e ortaggi biologici sono tra le categorie merceologiche maggiormente presenti nella spesa degli italiani.

Il valore di mercato della frutta

Tra le annualità 2019/21 il valore di mercato della frutta è aumentato del 7% arrivando a sfiorare in giugno 700 milioni di euro. Un +10% è stato registrato per la frutta trasformata arrivando ad un dato complessivo di 864 milioni di euro.

Tra i frutti più consumati le banane biologiche, seguono: mele, arance, limoni, pere, noci, pesche, uva, clementine, meloni, kiwi, fragole, mandorle, angurie e albicocche bio. Il Sud Italia, emerge come la zona leader per la vendita di fresco mentre il Nord Ovest si distingue per la vendita di prodotto trasformato.

Canali di vendita della frutta

Dal 2017 cresce del 3,1% la vendita di frutta per la Gdo. La vendita attraverso i canali tradizionali si alza al +14,1%, sorprendente è l’impennata dell’e-commerce al +202,6%.
Nel 2021 invece, supermercati e negozi tradizionali realizzano le vendite maggiori: 165 milioni di euro per quanto riguarda la frutta fresca biologica venduta nei supermercati; 340 milioni di euro, quella fresca venduta attraverso i canali tradizionali.

Il valore di mercato degli ortaggi

Il mercato degli ortaggi bio, realizza una vendita di 644 milioni di euro. Tra il 2017 e il 2021, la crescita ammonta al 6% (tra ortaggi freschi e trasformati). In testa ai prodotti i pomodori, li seguono: zucchine, peperoni, patate, finocchi, melanzane, carote, carciofi, insalate. La zona del Sud Italia, risulta quella più motivata all’acquisto.

Canali di vendita degli ortaggi

Dal 2017 cresce del 14,9% la vendita attraverso la Gdo; i canali tradizionali calano dell’ 1,6%; l’e-commerce, anche nel caso degli ortaggi, aumenta del 211,7%.
Nel 2021 invece, supermercati e negozi tradizionali realizzano le vendite maggiori: 106 milioni di euro per quanto riguarda la verdura fresca venduta nei supermercati; 300 milioni di euro, quella fresca venduta nei canali tradizionali.

Tra il 2016 e il 2021, Meo evidenzia un aumento del prezzo al kg registrato, per alcune tipologie di prodotto. Tra queste: le mele bio (Golden Delicious) che raggiungono la loro impennata nel 2018 e 2019 e i pomodori tondi lisci biologici, più cari tra 2019 e 2020.

Sottolinea infine l’ascesa delle importazioni di prodotti bio, con il +13,1%. All’interno di queste, il 25% del totale è rappresentato proprio da frutta e verdura.

 

Fonte: Italiafruit