Emergenza Xylella: la Commissione Ue pronta a sanzioni contro l’Italia
La Commissione europea alza la voce sull’emergenza Xylella che imperversa in Puglia.
Il 13 luglio, da Bruxelles è arrivato un “parere motivato. Si tratta del secondo step verso la procedura d’infrazione. Una procedura che arriverà tra due mesi se il nostro Paese non si conformerà alle regole imposte.
Secondo la Commissione, l’Italia non avrebbe preso le misure necessarie, decise dall’Ue, per eradicare completamente o quantomeno contrastare la diffusione del batterio. La situazione, intanto, resta grave e da più parti si levano appelli e inviti a prendere in mano la situazione e salvare ciò che resta del patrimonio degli ulivi pugliesi.
Emergenza Xylella: l’aut aut di Bruxelles
Obbligo di espiantare tutti gli alberi o arbusti, tra cui gli ulivi, infettati da Xylella nella cosiddetta “zona di contenimento” e nella “fascia cuscinetto”. Questo è quanto chiede la Commissione, prima di passare alla misura definitiva di infrazione: l’appello presso la Corte europea di Giustizia.
Le due aree segnalate riguardano rispettivamente le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto (in un lembo di terra largo 20 chilometri) e i terreni confinanti a questa “zona di contenimento”. Secondo il protocollo Ue, l’espianto sarebbe dovuto avvenire immediatamente dopo la conferma della presenza di Xylella fastidiosa. Ciò non è successo e “nuovi focolai in Italia sono stati notificati”, scrive la Commissione.
«Il calendario comunicato dalle autorità italiane è stato inefficace a garantire l’immediato espianto degli alberi infetti come richiesto dalla legislazione Ue», spiegano da Bruxelles. Le istituzioni italiane hanno tempo due mesi per mettersi in regola.
Commenta il provvedimento, il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele. Che spiega come l’aut aut dell’Ue “non deve essere sottovalutato: la Puglia rischia di mettere a repentaglio i passi in avanti, anche in termini di ritrovata credibilità, fatti dalla Regione in sede comunitaria”.
Cantele punta il dito contro le attività di monitoraggio in regione che sono ferme da febbraio. “Avrebbero dovuto ripartire ad aprile”, spiega. E le nuove campagne che erano state fissate per il 17 luglio hanno subito un ulteriore slittamento.
«Eppure l’apertura dell’Ue al reimpianto era stata “facilitata” dalla prima seria campagna di monitoraggio, invocata da Coldiretti Puglia fin dall’estate del 2014, che ha individuato, con la migliore precisione possibile, il margine più settentrionale del contagio».
Cantele conclude rinnovando “la richiesta all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari di convocare un tavolo permanente” sull’emergenza Xylella.
Emergenza Xylella: rimandato l’impianto
Nel frattempo, l’autorizzazione per l’impianto di ulivi nella zona infetta sarebbe stata nuovamente rimandata. La messa a dimora di 28 specie suscettibili alla Xylella fastidiosa era stata già rimandata di un mese dalla data originaria, il 19 giugno. Secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, l’impianto slitterà ulteriormente, per arrivare a settembre. La decisione, di competenza del Comitato fitosanitario permanente Ue, rappresenta un’ulteriore “doccia fredda per i tanti agricoltori, soprattutto del Leccese, che rincuorati dalla comprovata resistenza di varietà come Leccino e Favolosa (Fs17) erano pronti a sostituire distese di piante ridotte ormai a scheletri”, scrive la Gazzetta.
Emergenza Xylella: non si placa la diffusione
Nel frattempo si teme per la continua diffusione del batterio. Tra le località turistiche di Rosa Marina e Monticelli, in provincia di Bari, è stato infatti individuato un ulivo colpito da Xylella. A poco meno di 10 chilometri da quella zona, si trova Fasano, un’area che secondo gli esperti dispone di un patrimonio incalcolabile di ulivi monumentali. Gli agricoltori temono che sia solo una questione di tempo: presto il batterio potrebbe estendersi a tutta l’area nord del barese.
Per far fronte alla situazione si moltiplicano appelli e richieste di aiuto. Enzo Lavarra, presidente di Federparchi Puglia, lancia il grido d’allarme:
«Non abbiamo tempo, non abbiamo tempo, non abbiamo tempo», ripete con enfasi. E chiede che l’Assessore pugliese all’Agricoltura si porti in pianta stabile nelle zone colpite e di contenimento. L’assessore, spiega Lavarra, deve “fare da regia per rendere finalmente operative le decisioni previste dai protocolli per i patogeni da quarantena”. In questo modo, continua, sarà possibile “negoziare con la Ue più indennizzi, varare sostegni e misure ad hoc”. A rischio ci sono “6 milioni di ulivi secolari, 1 milione di plurisecolari: storia mediterranea e unicità di paesaggio. Principale fattore identitario e fonte di reddito e occupazione per la Puglia di oggi e di domani”.
Sull’emergenza Xylella è intervenuto con forza anche il professor Riccardo Valentini, Premio Nobel per la Pace 2007, riconoscimento ottenuto per le ricerche relative ai cambiamenti climatici, insieme agli altri scienziati dell’IPCC.
«Il dramma Xylella fastidiosa nel Salento– dichiara Valentini – èun problema di portata storica.Per questo lancio l’appello ai colleghi di tutto il mondo affinché vengano qui a vedere cosa sta succedendo e provino, ciascuno per le proprie competenze, a collaborare nella ricerca di una soluzione. Si tratta della fitopatia più spaventosa e devastante mai vista a livello internazionale a memoria d’uomo».
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