NUOVA PAC, PARZIALE RISARCIMENTO PER IL BIO
Secondo le indiscrezioni sulla bozza del Piano strategico nazionale che deve essere consegnato a Bruxelles entro fine anno, il ministro Stefano Patuanelli punta a un prelievo da 90 milioni all’anno da spostare dagli aiuti diretti allo Sviluppo Rurale in favore del bio. Una misura che compensa solo parzialmente la decisione di sopprimere l’ecoschema dedicato
Entro il 1 gennaio l’Italia dovrà presentare a Bruxelles la proposta di Psn (Piano Strategico Nazionale per l’attuazione della nuova politica agricola comunitaria 2023-2027). Il tempo stringe e le prime indiscrezioni sulla bozza uscita dal confronto del tavolo nazionale tra Mipaaf, Regioni e stakeholder conferma purtroppo la paventata soppressione dell’ecoschema dedicato all’agricoltura biologica (ne avevamo parlato qui).
Ecoschemi indispensabili
Secondo le indiscrezioni sulle bozze del Psn gli ecoschemi saranno infatti cinque, dedicati a:
- zootecnia (riduzione antibiotici e pascolo-allevamento semibrado);
- inerbimento delle colture pluriennali;
- olivi di rilevanza paesaggistica;
- sistemi foraggeri estensivi;
- colture a perdere di interesse mellifero.
Risorse che complessivamente riguardano il 25% della dotazione riservata agli aiuti diretti (3,63 miliardi di euro all’anno per l’Italia) e che saranno indispensabili per gli agricoltori per ottenere un’entità di sostegno paragonabile all’attuale.
Un taglio del 50% degli aiuti diretti
Secondo i calcoli di Confagricoltura Piemonte i titoli non verranno soppressi dal 2023 ma riassegnati anche sulla base di un meccanismo di convergenza interna, ma rispetto all’attuale ammontare del complesso titoli+greening la riduzione sarà superiore al 50%.
E questo anche per l’effetto dei prelievi dal primo al secondo pilastro.
Il bio nello Sviluppo rurale
Oltre infatti ai 36,2 milioni di euro (1% dei 3,63 miliardi annui totali) per il sostegno ai giovani agricoltori, il ministro Stefano Patuanelli intende applicare un prelievo di 90 milioni di euro (meno di 500 milioni se si considera tutto il quinquennio 2023-2027, circa il 2,5% della dotazione), dal massimale dei pagamenti diretti per incentivare l’agricoltura biologica, spostandolo appunto alla dotazione dello sviluppo rurale.
Una sorta di parziale compensazione per il biologico, che però non bilancia completamente la penalizzazione, anche simbolica, della soppressione dell’ecoschema.
I prelievi verso lo Sviluppo rurale danno infatti più forza alle Regioni, risultando però condizionati dalle scelte locali e dai sempre possibili errori di programmazione e rischi di disimpegno.