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DODICI MILIONI PER LE FILIERE E I DISTRETTI BIO

DODICI MILIONI PER LE FILIERE E I DISTRETTI BIO

Il bando è stato pubblicato sul portale del ministero dell’agricoltura. Le proposte dovranno essere inoltrate entro il 17 giugno

Dodici milioni di euro per promuovere le filiere e i distretti bio. «Puntiamo – dice Luigi D’Eramo, sottosegretario al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare – ad azioni concrete per sostenere lo sviluppo di un settore strategico come quello dell’agricoltura biologica».

«Forniamo – continua – ai produttori strumenti per promuovere la transizione ecologica del comparto agroalimentare e per realizzare una sostenibilità sia ambientale che economica e sociale».

Mezzo milione di euro al massimo a progetto

Un intervento, quello di D’Eramo, all’indomani della pubblicazione, sul portale del Masaf, dell’”Avviso per la selezione di proposte progettuali da parte di Filiere biologiche per favorire forme di produzione agricola a ridotto impatto ambientale e per la promozione di filiere e distretti di agricoltura biologica”.

Lo stanziamento complessivo ammonta a 12 milioni di euro. Ogni singolo progetto presentato dovrà avere un importo non inferiore a 300 mila euro e non superiore a 500 mila euro e dovrà essere realizzato entro 24 mesi dalla comunicazione della sua approvazione. 7

Gli interventi ammissibili

I progetti dovranno avere carattere nazionale, ovvero gli interventi dovranno essere distribuiti sul territorio di cinque o più regioni e/o province autonome. Tra gli interventi ammissibili ci sono iniziative per lo scambio di conoscenze e per azioni sulla produzione bio; iniziative per servizi di consulenza volte a supportare le aziende e i giovani agricoltori; iniziative per misure promozionali quali concorsi, fiere ed esposizioni a favore dei prodotti agricoli biologici.

Le domande per accedere alle agevolazioni dovranno essere inviate al Masaf tramite Pec a partire dalle ore 12:00 del 3 giugno 2024 e fino alle ore 12:00 del 17 giugno 2024.

IN EMILIA-ROMAGNA LA PRIMA LEGGE SUI DISTRETTI BIO

IN EMILIA-ROMAGNA LA PRIMA LEGGE SUI DISTRETTI BIO

Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia. Sono già sette i distretti formati o in via di costituzione lungo la via Emilia

L’Emilia-Romagna ha approvato a fine settembre la legge per la disciplina, la promozione e la valorizzazione dei distretti biologici. È la prima regione italiana a disporne, in applicazione del decreto ministeriale dello scorso dicembre.

Le iniziative in corso

Al momento i distretti già formati o in formazione, che intendono farsi riconoscere dalla legge sono sette:

  • il distretto del biologico nell’Appennino Bolognese,
  • il biodistretto Valli del Panaro,
  • il distretto biologico della Val Bidente e dell’Alta Val Rabbi,
  • il distretto biologico in provincia di Reggio Emilia,
  • il biodistretto Alte Valli nell’Appennino Parmense, Toscano, Ligure,
  • il distretto biologico della Romagna Estense,
  • quello del Comune di Cesena.

L’obiettivo della legge, proposta dalla capogruppo di Europa Verde e vicepresidente della Regione, Silvia Zamboni, è di far crescere il biologico in Emilia-Romagna, già quinta regione in Italia per numero di imprese nel settore, secondo l’ultimo rapporto sull’agricoltura biologica 2022 (7.330 imprese biologiche attive, + 5,85% rispetto al 2021).

Un fondo da 100mila euro all’anno

La legge, che si compone di 12 articoli, istituisce un Fondo regionale per la promozione dei distretti, dotato di 50mila euro nel 2023 e di 100mila euro sul 2024 e il 2025. Viene indicato nel Piano del distretto lo strumento di programmazione ed è prevista anche l’istituzione di un Osservatorio regionale dei distretti del biologico, con il compito di monitorare l’attuazione dei risultati previsti.

«Questa legge – spiega Silvia Zamboni – rappresenta un importante strumento per la valorizzazione e la diffusione del metodo biologico che in Emilia-Romagna ha già raggiunto oltre il 19% delle superfici agricole coltivate». «L’obiettivo è creare a livello regionale sinergie tra agricoltori, allevatori, trasformatori, Comuni, scuole, cittadini, enti di ricerca e associazioni per diffondere la cultura del biologico e favorire un modello agro-economico ambientalmente sostenibile e compatibile con la tutela della biodiversità e la produzione di cibo sano, senza l’impiego di pesticidi, diserbanti e fertilizzanti di sintesi chimica». «L’adesione degli enti locali e delle scuole ai distretti bio – conclude – farà da volano alla diffusione del cibo bio nelle mense scolastiche».

ARRIVA IL RICONOSCIMENTO PER IL DISTRETTO BIOLOGICO DELLA MAREMMA

ARRIVA IL RICONOSCIMENTO PER IL DISTRETTO BIOLOGICO DELLA MAREMMA

Un obiettivo di sostenibilità condiviso dai comuni di Capalbio, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Orbetello e Scansano

È stato riconosciuto il distretto biologico della Maremma e con il nuovo arrivato salgono a sei in Toscana le realtà dedicate alla coltivazione, all’allevamento, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari ottenuti con metodo biologico.

Le cifre

Il distretto della Maremma nasce dopo un percorso di condivisione di obiettivi di sostenibilità portato avanti da diversi mesi nei comuni di Capalbio, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Orbetello e Scansano. Il territorio del distretto, che corrisponde ai confini amministrativi dei sette Comuni citati, ha una superficie agricola utilizzabile di quasi 96 mila ettari complessivi, di cui il 41% condotti con il metodo dell’agricoltura biologica, grazie anche alle circa 300 aziende biologiche che partecipano al progetto economico territoriale integrato del distretto. Diverse delle aziende aderenti sono certificate bio da Suolo e Salute.

Gli obiettivi

«Anche un territorio che riveste un ruolo così importante per l’agricoltura toscana e nazionale – commenta Stefania Saccardi vicepresidente regionale e assessora all’Agroalimentare – ha fatto la scelta di dotarsi dello strumento del distretto biologico».

«Siamo una regione che vuol fare di un’agricoltura sana, di qualità, e ambientalmente sostenibile un modello da diffondere. Siamo sulla buona strada se si considera che l’Europa ha dato l’obiettivo del 25% della superficie coltivata a biologico per il 2025, e già adesso la Toscana è al 35% e oggi abbiamo riconosciuto il sesto distretto biologico della Toscana».

«Con il riconoscimento regionale si dà avvio ufficialmente alla fase operativa di un progetto molto importante per il territorio – aggiunge Leonardo Marras, assessore all’Economia e al turismo della Regione Toscana -. Il distretto biologico, infatti, è una grandissima occasione per la Maremma che dovrà sfruttarne al meglio le potenzialità: sviluppo dell’agricoltura, consolidamento e apertura di nuovi mercati, ma anche volano per la crescita del turismo”. “Il nuovo Distretto biologico della Maremma è un progetto a cui siamo particolarmente legati – spiega il neo presidente del Distretto e sindaco del Comune di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna -. Rappresenta un’incredibile opportunità per tutto il territorio e si basa sull’unione e sulla sinergia di intenti tra il mondo delle istituzioni, quello delle associazioni di categoria e quello del vasto tessuto imprenditoriale della nostra zona».