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I BIO CONFUSI: IL TARGET SU CUI PUNTARE

I BIO CONFUSI: IL TARGET SU CUI PUNTARE

Il biologico ha gli argomenti giusti per conquistarli

Dopo Biofach di Norimberga e Sana di Bologna, Duccio Caccioni, specialista nel settore agricolo e agroalimentare, traccia un quadro sulla situazione attuale e sulle possibilità future.

 

Le esportazioni italiane hanno fatto registrare +7% nel 2024 rispetto all’anno precedente (3,9 miliardi di euro) contando soprattutto su un’eccellente reputazione.

Da un’indagine Nomisma, presentata al Sana, l’Italia risulta il primo paese per qualità percepita nei mercati chiave fra cui spiccano gli Usa, maggior consumatore e importatore mondiale.

Il mercato europeo del biologico è oggi in sviluppo, dirigendosi verso i 55 miliardi di euro, con un aumento previsto lieve ma costante in quasi tutti i paesi dell’Unione (eccetto Grecia e Finlandia).

Dalle indagini di marketing, i consumatori europei sono divisi in due gruppi:

1 – consumatori storici, regolari, affezionati, che non badano al prezzo. Sebbene questo sia un gruppo ampliamente minoritario rappresenta circa la metà del consumo europeo di biologico.

2 – famiglie con doppio reddito ed età compresa fra i 50 e i 75 anni, oppure famiglie (sempre a doppio reddito) ma con figli piccoli – a cui si aggiungono i consumatori curiosi, in cerca di nuove tendenze. Tutti i consumatori di questo secondo gruppo acquistano principalmente nei supermercati e nei discount, non sono fedeli alle marche, ma sensibili a richiami diversi che vanno dalla sicurezza alimentare al benessere animale, alla sostenibilità, al gusto, al packaging innovativo e quindi non hanno le idee chiare, anzi tutto il contrario. Secondo Caccioni, questo gruppo di “bio confusi” rappresenta però il futuro sviluppo del settore e il target a cui puntano sia i vecchi sia i nuovi player del biologico.

 

Per approfondimenti:

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2025/03/06/i-bio-confusi/86903

Embargo russo prolungato di un anno: l’export agroalimentare si dimezza

Embargo russo prolungato di un anno: l’export agroalimentare si dimezza

La Russia decide di prolungare di un anno l’embargo sui prodotti europei, scattato il 6 agosto 2014 su carne di manzo, carne suina e avicola, frutta e verdura, latte e formaggi provenienti dai Paesi dell’Ue, dagli Usa, ma anche da Australia, Canada e Norvegia. La decisione arriva in risposta al provvedimento dei ministri degli Esteri europei di estendere per altri sei mesi le sanzioni alla Russia, a causa dei continui scontri nell’Est dell’Ucraina.

L’embargo russo ha già causato perdite per cento miliardi all’economia europea, non risparmiando, ovviamente, il mercato italiano.

Secondo uno studio effettuato dalla Coldiretti, la decisione di prorogare di un anno l’embargo russo dimezzerà le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani.

Stando a quanto affermato dall’Associazione, nel primo trimestre del 2015 le esportazioni agroalimentari italiane hanno subito un duro colpo (-51,1%). Del tutto azzerate per quanto riguarda l’ortofrutta, i formaggi, la carne e i derivati.

Un fattore che, evidenzia Coldiretti, avrà ripercussioni ben peggiori: “L’impossibilità di esportare sul mercato russo provoca per molti prodotti alimentari una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori. Il danno maggiore che rischia di durare negli anni è determinato però dal fatto che lo stop alle importazioni ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati”.

 

 

 

 

 

 

Secondo l’eurodeputato Paolo De Castro, coordinatore S&D della Comagri, “questo ping-pong di sanzioni tra Russia ed Europa fa più danni agli europei che ai russi”. De Castro suggerisce, infatti, di lavorare maggiormente sul piano diplomatico, invece che su scontri di forza, prestando attenzione alle richieste di un settore che potrebbe subire danni ancora più ingenti rispetto a quelli a cui è già andato incontro.

Stando a quanto affermato da Maja Kocijancic, portavoce del Servizio di azione esterna della Commissione europea, invece, il braccio di ferro tra Ue e Russia danneggerebbe maggiormente Mosca, visto che “i produttori europei hanno trovato altri mercati ai quali rivolgersi, dal momento che gli export europei verso i Paesi terzi sono aumentati del 5 per cento in questi nove mesi di embargo”.

Ai danni dovuti al blocco di alimenti specifici, secondo Coldiretti, si aggiungono però anche quelli relativi ad altri prodotti non inseriti all’interno delle restrizioni e facenti parte di settori diversi da quello alimentare.

Fonti:

http://www.ilvelino.it/it/article/2015/06/25/russia-e-immediata-lestensione-dellembargo-su-prodotti-alimentari/ac64fe20-633a-4c72-b14d-9cadeba1227a/

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/06/26/agroalimentare-la-russia-proroga-l-embargo-di-un-anno/42777

http://www.coldiretti.it/news/Pagine/436—24-Giugno-2015.aspx