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THE WORLD OF ORGANIC AGRICULTURE 2024 VEDE L’ITALIA AI PRIMI POSTI IN EUROPA

THE WORLD OF ORGANIC AGRICULTURE 2024 VEDE L’ITALIA AI PRIMI POSTI IN EUROPA

I dati presentati a Biofach confermano l’Italia come prima in Europa per percentuale di superficie investita a bio rispetto al totale 

In Europa, la conversione agroecologica procede a ritmo sostenuto, con l’11% di superfici agricole coltivate con metodo biologico. Questi i dati mostrati all’interno del documento The World of Organic Agriculture 2024“, riferiti al 2023, e presentati a Biofach dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL in collaborazione con IFOAM, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale.

Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Spagna, con 3 milioni di ettari, supera la Francia che segue con 2,8 milioni di ettari, mentre l’Italia occupa il terzo posto con 2,5 milioni di ettari, ma è prima come percentuale di SAU bio, che sfiora il 20%, circa il doppio della media europea.

Il nostro Paese si conferma tra più biologici in Europa, mantenendo infatti anche il primato per quanto riguarda il numero di produttori bio, con oltre con 84.191 operatori (17% di quelli attivi nell’intera Europa) e il numero di trasformatori, quasi 25.000, il 26,4% del totale europeo.

 

Il mercato

Dopo un lieve calo nel 2022, è tornato positivo l’andamento del mercato, con 54,7 miliardi di euro in Europa (+3%), di cui 46,5 miliardi nell’Unione Europea (+ 2,9%).

La Germania rimane il mercato principale. L’UE si posiziona come il secondo mercato per i prodotti biologici, dopo gli Stati Uniti con 59 miliardi di euro.

A livello mondiale, l’area agricola coltivata a biologico è aumentata del 2,6% nel 2023, con un totale di 98,9 milioni di ettari, gestiti da 4,3 milioni di produttori biologici. Sono incrementate anche le vendite al dettaglio di prodotti biologici che hanno superato i 136 miliardi di euro.

“I dati presentati a Biofach sono senza dubbio positivi – afferma Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio – La transizione agroecologica continua il suo slancio. L’incremento delle superfici agricole conferma il biologico come il metodo agricolo resiliente, in grado di tutelare le fertilità del suolo, salvaguardare la biodiversità, rispondere alla crisi climatica, garantendo sicurezza alimentare per le generazioni future e il giusto reddito per gli agricoltori. Anche se le vendite hanno ripreso a crescere, occorre però continuare a spingere sui consumi, sensibilizzando ulteriormente i cittadini sui benefici che il buon cibo biologico apporta per la salute delle persone e dell’ambiente. Inoltre, per incentivare una transizione duratura verso un modello di consumo sostenibile e responsabile, è fondamentale supportare gli investimenti in ricerca e innovazione per fare del biologico il modello di riferimento per l’intero sistema agroalimentare e per orientare le strategie future della PAC post 2027”.

 

Fonte: https://vigneviniequalita.edagricole.it/mercato/federbio-il-bio-traina-la-conversione-agroecologica-in-europa/

 

L’AGRICOLTURA BIODINAMICA PREMIATA DALLA SCIENZA

L’AGRICOLTURA BIODINAMICA PREMIATA DALLA SCIENZA

Un dossier pubblicato dall’istituto di ricerca FiBL evidenzia l’efficacia dell’agricoltura biodinamica sotto il profilo della fertilità del suolo e della biodiversità

FiBL, uno dei principali istituti di ricerca in agricoltura biologica al mondo, ha pubblicato un dossier che fornisce una panoramica dei risultati del DOK Trial, un esperimento che da oltre 40 anni mette a confronto le performance di sistemi di coltivazione convenzionali, biologici e biodinamici. I risultati su fertilità del suolo, clima e biodiversità premiano l’agricoltura biodinamica.

 

«Rispetto ai sistemi fertilizzati convenzionalmente con input chimici, le rese biologiche e biodinamiche di patate, grano, mais, soia e trifoglio sono in media del 15% inferiori», afferma El-Hage Scialabba, ecologa, ex-dirigente della FAO (Nazioni Unite) e collaboratrice del Swette Center dell’Università statale dell’Arizona (USA). «Ma la quantità di azoto, di carbonio organico (SOC), il pH e la qualità biologica del suolo del sistema biodinamico risultano costantemente e nettamente superiori ai sistemi biologico e convenzionali. Inoltre, le emissioni di gas serra del suolo nei sistemi biologico e biodinamico sono in media 56% inferiori dei sistemi convenzionali, con il sistema biodinamico che si distingue in termini di emissioni inferiori di metano e di protossido di azoto. Applicando una valutazione del ciclo di vita agli studi DOK dal 1985 al 1998, l’utilizzo energetico e il potenziale di riscaldamento globale del sistema biodinamico è il più performante, sia per ettaro che per kg di raccolto».

 

Secondo Alessandro Piccolo, professore ordinario di chimica agraria dell’Università di Napoli Federico II e premio Fondazione Alexander von Humboldt (DE) per la chimica dell’Humus, la massa di dati ottenuti in più di 40 anni di sperimentazione fuga ogni dubbio sulla superiorità ecologica (chimica, fisica e biologica) e di controllo dei gas serra dell’agricoltura biodinamica.

 

 

Per approfondimenti:

https://terraevita.edagricole.it/biologico/la-scienza-premia-lagricoltura-biodinamica/?utm_term=1266697+-+https%3A//terraevita.edagricole.it/biologico/la-scienza-premia-lagricoltura-biodinamica/&utm_campaign=Campagne+B-NBM+Biodinamica+News+-+biodinamica_NL_20250110&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=172394+-+85240+%282025-01-10%29

 

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0065211324000737?via%3Dihub

FIBL COMPIE 50 ANNI

FIBL COMPIE 50 ANNI

Il centro di ricerche sull’agricoltura biologica che ha sede in Svizzera è nato il 1 aprile 1974. L’importante anniversario è stato celebrato con uno speciale bike tour attraverso alcune delle realtà più significative del bio del paese alpino

Dida: Il comitato esecutivo del FiBL Svizzera (da sinistra a destra): Dr. Jürn Sanders, Michel Keppler e Beate Huber. (Foto: FiBL, Andreas Basler)

Il FiBL ha celebrato il suo 50° anniversario con vari eventi. Le agricoltrici e gli agricoltori, nonché tutte le persone e le istituzioni che hanno sostenuto il FiBL Svizzera fin dalla sua fondazione, erano al centro dei festeggiamenti. La Carovana del FiBL ha girato la Svizzera in bicicletta per visitare alcune delle circa 600 aziende partner con cui il FiBL collabora strettamente: numerose fattorie biologiche e aziende di trasformazione alimentare in tutto il Paese. L’anniversario è stato poi celebrato all’occasione dell’Innovation Day presso il campus del FiBL con numerosi ospiti.

La storia del centro di ricerche svizzero prende infatti avvio nel primo giorno di aprile del 1974, esattamente 50 anni fa, quando il primo dipendente del FiBL effettuò il suo primo giorno di lavoro. La prima pietra del FiBL era stata posata ben un anno prima, il 1° febbraio 1973, con la creazione della “Schweizerische Stiftung zur Förderung des biologischen Landbaus” (Fondazione svizzera per la promozione dell’agricoltura biologica). Al termine dei festeggiamenti per il 50° anniversario si è insediato il nuovo trio ai vertici del FiBL Svizzera composto da Jürn Sanders, Michel Keppler e Beate Huber.

UN MONDO SEMPRE PIÙ BIO

UN MONDO SEMPRE PIÙ BIO

La corsa dell’agricoltura biologica nel mondo continua ad accelerare. Lo certificano i dati registrati da Fibl e Ifoam nel 25° rapporto “Il mondo dell’agricoltura biologica” e diffusi a Norimberga in occasione del Biofach

L’agricoltura biologica è praticata in 188 paesi e oltre 96 milioni di ettari di terreni agricoli sono gestiti biologicamente da almeno 4,5 milioni di agricoltori. Una crescita che riguarda anche il lato del consumo, visto che le vendite globali di alimenti e bevande biologici hanno raggiunto quasi 135 miliardi di euro.

Il mappamondo del settore compie 25 anni

È quanto certifica la 25a edizione di “Il mondo dell’agricoltura biologica”, pubblicata dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL e IFOAM – Organics International (clicca qui per scaricare).

Una pubblicazione che offre una rassegna completa dei recenti sviluppi nell’agricoltura biologica globale. I dati, relativi a fine 2022, sono stati presentati da Fibl e Ifoam all’ultimo Biofach.

Dai dati emerge che la crescita del biologico continua sia in Europa che nel mondo.

Più 5,1% in Europa

La superficie in biologico è infatti cresciuta del 5,1% nei Paesi UE, assestandosi a 16,9 milioni di ettari. Mentre la superficie agricola utilizzata in bio in tutto il vecchio continente è di 18,5 milioni di ettari.

L’Italia si conferma tra i Paesi più biologici d’Europa, con 2,3 milioni di ettari, dopo la Francia (2,9 milioni di ettari) e la Spagna (2,7 milioni di ettari), con una SAU bio del 18,7% circa il doppio della media europea. Il biologico italiano ha fatto registrare nel 2022 una crescita di 0,2 milioni di ettari rispetto al 2021. L’Italia mantiene il primato per quanto concerne il numero di produttori bio con oltre con 82.593 unità sui 480.000 attivi in Europa e anche per quanto riguarda il numero di trasformatori e produttori-trasformatori, quasi 24.000. Inoltre, il nostro Paese ha il primato per la variabilità di prodotti e referenze bio certificate. Qualche scatto da Biofach 2024.

Il rapporto include alcuni contributi di rappresentanti del settore biologico di tutto il mondo sul mercato globale degli alimenti biologici, importazioni biologiche, normative e politiche. Offre approfondimenti sulle tendenze attuali ed emergenti dell’agricoltura biologica in Africa, Asia, Europa, America Latina, Nord America e Oceania e riferisce su diversi paesi.

UN PIANO PER FAR CRESCERE IL BIOLOGICO IN AFRICA

UN PIANO PER FAR CRESCERE IL BIOLOGICO IN AFRICA

Lo ha messo a punto Fibl, l’istituto di ricerca svizzero assieme a Kcoa, il centro di conoscenze per l’agricoltura biologica in base ai risultati di tre progetti che hanno confrontato le performance di sostenibilità ambientale e sociale di diversi modelli di produzione in ambiente tropicale

Ci sono tanti riscontri sui vantaggi dell’agricoltura biologica rispetto a quella convenzionale negli ambienti temperati (principalmente in Europa o Nord America). Pochi studi invece nelle fasce tropicali. Fibl, l’istituto di ricerca svizzero che si occupa di agricoltura biologica cerca di colmare questo divario con alcuni progetti mirati. In particolare nel progetto in corso SysCom (Farming Systems Comparisons Trials in the Tropics) e quelli già terminati ProEcoAfrica  (Productivity, Profitability and Sustainability of Organic and Conventional Farming Systems in Sub-Saharian Africa: Comparative analysis) e OFSA (Organic Food Systems Africa) i ricercatori hanno lavorato in stretto contatto con gli agricoltori in Ghana, Kenya, Uganda, India e Bolivia.

Le sfide ambientali e sociali del continente nero

Dai risultati di questi progetti emerge che i sistemi agricoli dominanti che alimentano la popolazione in forte crescita di questi Paesi hanno grossi limiti di sostenibilità. Le sfide ambientali e sociali sono particolarmente pronunciate nel continente africano e gli effetti negativi del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’insicurezza alimentare e nutrizionale rendono improrogabile la transizione verso sistemi alimentari biologici. Gli approcci agroecologici stanno acquisendo importanza in Africa, dimostrandosi efficaci nel migliorare la salute ambientale, salvaguardando al tempo stesso la sicurezza alimentare e il benessere sia dei piccoli agricoltori che dei consumatori alimentando preziosi circuiti di economia e sviluppo rurale.

Una nuova politica per l’agricoltura del terzo mondo

Sulla base di questi risultati, in collaborazione con il Kcoa (Knowledge Center for Organic Agriculture),Fibl ha sviluppato un documento programmatico incentrato sul progresso dell’agricoltura biologica in Africa. Kcoa è il partner ideale per Fibl. Istituito grazie a Giz (The Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit), l’agenzia tedesca per la cooperazione internazionale, lavora attraverso una rete di cinque centri di conoscenza, implementati in tutta l’Africa, per colmare le lacune di conoscenza e promuovere sistemi alimentari che creino sicurezza alimentare e rispettino i limiti ambientali della Terra.

TRA INRAE E FIBL UN PATTO NEL NOME DELLA RICERCA NEL BIO

TRA INRAE E FIBL UN PATTO NEL NOME DELLA RICERCA NEL BIO

L’istituto di ricerca francese e quello svizzero rinnovano il loro accordo di cooperazione per favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica

Insieme per fare crescere il bio. Philippe Mauguin, Presidente e Direttore Generale dell’INRAE (istituto nazionale francese di ricerche per l’agricoltura e l’ambiente) e Knut Schmidtke, Direttore dell’Istituto di Ricerca sull’Agricoltura Biologica FiBL, hanno rinnovato nel corso della Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Parigi l’accordo di cooperazione siglato cinque anni orsono.

Gli obiettivi

Nel corso di questa collaborazione, i ricercatori dei due istituti hanno lavorato insieme su più di dieci progetti europei. Una cooperazione che mira a:

  • sviluppare ulteriormente l’agricoltura biologica e accompagnarne la crescita,
  • fornire le risorse di conoscenza richieste dagli agricoltori bio,
  • garantire la produttività e la qualità degli alimenti (conservazione, trasformazione, qualità e salute)
  • esaminare i temi della coesistenza dei sistemi di produzione (agricoltura biologica, altre etichette sostenibili, agricoltura convenzionale).

Scambi tra Parigi e Zurigo

Mentre l’Unione Europea si è impegnata a destinare al bio almeno il 25% dei terreni agricoli entro il 2030, il rinnovo dell’accordo tra Inrae ​​e FiBL conferma la volontà dei due istituti di lavorare insieme per sostenere questo obiettivo. Lo scambio tra ricercatori, la supervisione congiunta di studenti di dottorato e l’attuazione condivisa di grandi progetti di ricerca saranno ulteriormente ampliati.