Respinto il ricorso delle multinazionali della pasta contro GranoSalus
Il Tribunale di Roma rigetta l’istanza cautelare dei maggiori gruppi italiani produttori di pasta contro GranoSalus. L’associazione aveva pubblicato una serie di articoli sul grano duro, dal contenuto presumibilmente diffamatorio. L’oggetto delle pubblicazioni: il rischio di una potenziale contaminazione da glifosato, DON e cadmio, nei grani duri esteri importati per produrre la pasta.
I gruppi industriali italiani si erano rivolti al tribunale per provvedere all’eliminazione dei contenuti dal sito web dell’associazione.
Il Test GranoSalus sul grano duro
A febbraio di quest’anno, l’associazione GranoSalus ha condotto una serie di test su 8 grandi marche di pasta italiana. L’obiettivo era verificare la presenza di quattro contaminanti: DON, glifosato, cadmio e piombo.
Secondo quanto affermato sul sito dell’associazione, i test avrebbero rivelato la presenza di 3 dei 4 contaminanti in tutti i campioni analizzati. Due, in particolare, avrebbero superato i limiti di legge.
A seguito della pubblicazione dei risultati, le aziende italiane hanno chiesto al Tribunale di Roma “di emettere in via urgente una serie di provvedimenti volti ad inibire gli effetti di una campagna di informazione che essi ritengono diffamatoria e gravemente lesiva delle rispettive immagini”.
La sentenza
Il Tribunale di Roma ha rigettato l’istanza cautelare delle società per “carenza del necessario fumus boni iuris”. Se da una parte è vero che l’Associazione ha modificato la portata di alcune informazioni, riducendone la gravità e smorzandone i toni con affermazioni ipotetiche, il giudice cautelare, Cecilia Pratesi, ha tuttavia evidenziato nel provvedimento il diritto di cronaca.
“Il diritto di cronaca di derivazione costituzionale, non può dirsi ristretto a coloro i quali esercitino professionalmente attività giornalistica, ma deve intendersi potenzialmente esteso a tutti coloro che svolgano attività di manifestazione del proprio pensiero con finalità (anche) informativa”. Queste le precisazioni del giudice, riportate dal sito di GranoSalus.
E si legge ancora: “Il giudice Cecilia Pratesi, inoltre, nell’ ordinanza fa rilevare che ‘è vero che i prodotti analizzati non risultano destinati alla alimentazione per la prima infanzia, ma è vero altresì che il superamento dei limiti dei contaminanti previsti per tale categoria “debole” della popolazione non risulta segnalato, e che i consumatori possono essere interessati alla diffusione di tale informazione, onde evitare che il prodotto venga comunque somministrato ai bambini nei primi tre anni di vita”.
Pronta la risposta di Aidepi (Associazione delle Industrie dei Dolci e della Pasta Italiane), tra coloro che hanno chiesto l’istanza cautelare:
«L’esito di questa causa, non preclude comunque, come evidenziato dal Giudice, la possibilità di proporre reclamo e avvalerci di una tutela risarcitoria nelle sedi opportune. E nei prossimi giorni valuteremo se farlo».
FONTI:
http://www.granosalus.com/2017/06/15/1386/