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ALLARME DI IFOAM SUGLI SCARSI SOSTEGNI AL BIO IN EUROPA

ALLARME DI IFOAM SUGLI SCARSI SOSTEGNI AL BIO IN EUROPA

In Paesi come Francia e Spagna i finanziamenti per le conversioni fissati dai piani strategici nazionali post 2022 sono notevolmente inferiori rispetto alla precedente programmazione

IFOAM Organics Europe, l’organizzazione ombrello per l’alimentazione e l’agricoltura biologica, chiede a Bruxelles di investire maggiormente nel settore per raggiungere il 25% di terreni agricoli biologici entro il 2030. Al momento- fanno sapere da Ifoam- , la maggior parte dei paesi è fuori bersaglio e senza investimenti, c’è una reale minaccia di perdere parte dell’attuale terreno agricolo biologico.

Budget nazionali insufficienti

Senza incentivi adeguati, il futuro dell’agricoltura biologica nell’UE appare cupo poiché IFOAM indica budget insufficienti per diversi paesi tra cui Repubblica Ceca, Finlandia, Portogallo, Svezia, Francia, Paesi Bassi e Spagna.

L’organizzazione ha inviato lettere di avvertimento ai Ministeri nazionali dell’Agricoltura dei 27 paesi dell’UE e alla Commissione europea.

Interventi senza ambizioni

«Alcuni paesi – afferma Jan Plagge, presidente di IFOAM Organics Europe- non hanno l’ambizione di contribuire a livello nazionale all’obiettivo dell’UE del 25% di terreni agricoli biologici entro il 2030, sia in termini di obiettivi, sia in termini di interventi che rimangono deboli e con budget bassi in favore dell’agricoltura biologica»

Gli Stati membri secondo Plagge dovrebbero integrare nel piano strategico nazionale le osservazioni della Commissione per garantire almeno la continua crescita della produzione biologica durante il prossimo periodo della PAC 2023-2027 e avere una maggiore ambizione climatica e ambientale.

Giovani consumatori bio crescono

Secondo Innova Market Insights il settore bio continua a intercettare la domanda di chi chiede stili di vita più etici e sostenibili. L’Europa guida il movimento biologico con il 15,2% dei lanci di prodotti biologici, seguita dal 13,4% del Nord America. La tendenza del biologico è in gran parte trainata dai Millenials, poiché un consumatore su tre che afferma di seguire una dieta biologica ha tra i 26 ei 35 anni.

IFOAM però nota che in alcuni casi i paesi si potrebbero fare passi indietro per quanto riguarda il mantenimento dello spazio dedicato all’agricoltura biologica, mettendo ad esempio la Francia e la Spagna.

Paesi in cui, secondo IFOAM non ci saranno crescite del bio perché il  nuovo piano strategico nazionle (2023-2027) è “inferiore” all’ultimo programma (2014-2022) in termini di incentivi agli agricoltori per la conversione all’agricoltura biologica.

Carbon farming al palo

L’organizzazione rivela inoltre che non vengono stanziati più soldi per quei progetti che riducono le emissioni climalteranti: «Per la Francia, ad esempio, la Commissione ha affermato che attualmente si prevede che il regime Eco per l’agricoltura biologica riceverà lo stesso livello di pagamento dell’Eco – regime per HVE (il cosiddetto “High Environmental Value”) nonostante fornisca minori benefici ambientali».

IL SOSTEGNO DI SUOLO E SALUTE AL CONGRESSO DI IFOAM ORGANICS EUROPE

IL SOSTEGNO DI SUOLO E SALUTE AL CONGRESSO DI IFOAM ORGANICS EUROPE

L’edizione 2022 del Congresso si svolgerà dal 16 al 17 giugno 2022 nella città di Bordeaux. Ifoam ringrazia Suolo e Salute per il sostegno in un post rilanciato dai canali social del movimento

Ringraziamo di cuore Suolo e Salute per il concreto supporto nell’organizzazione del Congresso sul biologico europeo. Così si è espressa Ifoam Organics Europe in un post rilanciato sui canali social dell’organizzazione di riferimento dei movimenti europei del bio.

II Congresso torna in presenza

L’edizione 2022 del Congresso si svolgerà dal 16 al 17 giugno 2022 nella città di Bordeaux, organizzata da Ifoam Organics Europe insieme a InterBio Nouvelle-Aquitaine e costituisce un’occasione unica per fornire un contributo concreto alla sfida, rilanciata dal Green Deal, di raggiungere il 25% di superficie certificata bio nell’Unione europea entro il 2030. Per Suolo e Salute parteciperà Alessandro D’Elia, direttore generale dell’ente di certificazione.

Una collaborazione strategica per Suolo e Salute

«Uniti si vince – afferma Alessandro D’Elia: per il nostro ente di certificazione, primo in Italia per superfici e numero di realtà certificate e secondo in Europa, la collaborazione con Ifoam Organics Europe è strategica per dare concretezza alle esigenze del settore bio in un momento decisivo per la programmazione delle politiche agricole del prossimo quinquennio».

Il programma dell’evento

Realizzato dopo molto tempo senza eventi fisici, la sedicesima edizione del Congresso si intitolerà “Un futuro più biologico: sulla strada per il raggiungimento del Green Deal dell’UE”, e sarà articolata in varie sessioni per discutere i temi caldi del settore biologico secondo il seguente programma:

  • Sessione plenaria sul contributo della PAC al Piano d’azione sul biologico;
  • Workshop sulla rete pilota delle aziende biologiche favorevoli al clima;
  • Analisi dell’effetto dei primi 6 mesi del Regolamento biologico UE 2018/848;
  • Sessioni parallele su mercato biologico e filiera e settore biologico e digitalizzazione.
BIODIVERSITÀ E AGRICOLTURA: ALCUNI OPZIONI POLITICHE SUGGERITE DA IFOAM

BIODIVERSITÀ E AGRICOLTURA: ALCUNI OPZIONI POLITICHE SUGGERITE DA IFOAM

IFOAM Organics Europe, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, ha stilato un nuovo rapporto, dal titolo “Agricoltura biologica e biodiversità – Opzioni politiche”.

Il rapporto mette in evidenza quattro obiettivi fondamentali, necessari da perseguire nell’ambito delle politiche che sottendono il comparto biologico.

Primo tra tutti, il rapporto sottolinea: la revisione di evidenze e risultati che riguardano l’impatto che l’agricoltura biologica ha sulla biodiversità europea; un’analisi accurata delle conseguenze di questo tipo di pratiche agricole sull’ambiente; un controllo rispetto alle modalità di utilizzo delle risorse europee a sostegno dell’agricoltura biologica e del pianeta; un pronostico sulle modifiche da apportare alle future politiche della Pac e dell’Ue, in ottica di espansione dell’agricoltura biologica e dei suoi impatti sull’ambiente e la biodiversità.

IFOAM ha premura di trasmettere agli Stati membri, l’importanza di utilizzare a pieno i regimi ecologici e le misure agroambientali presenti nei piani strategici della Pac; ciò al fine di massimizzare il più possibile il lavoro degli agricoltori bio attraverso gli strumenti portati dalla Politica agricola comune.

“In tal senso è necessario esplicitare il più possibile, nei piani strategici della Pac di ciascuno stato, le opportunità e i benefici apportati alla biodiversità da parte delle pratiche di agricoltura biologica”. Questo quanto ha affermato Nick Lampkin, principale autore del rapporto. Continua Lampkin: “la finalità è quella di far comprendere i benefici di un maggior sostegno all’agricoltura biologica, come strumento di politica pubblica fondamentale, per garantire la finalizzazione della prossima PAC verso gli obiettivi fissati da Farm to Fork e Biodiversità.

Misure corrette, sosterrebbero incentivi rilevanti per gli agricoltori convenzionali nel passaggio all’agricoltura biologica e, viceversa, gli agricoltori che già praticano il metodo bio dovrebbero venire ricompensati in modo adeguato per la tipologia di prodotti che producono in totale rispetto della natura e per le esternalità positive, ambientali e socio-economiche, legate allo sviluppo del biologico.

È ormai comprovato infatti, che l’agricoltura biologica, genera un aumento in termini di ricchezza e abbondanza, di specie, all’interno degli habitat rigenerati da questo tipo di agricoltura.

In particolare nelle colture a pieno campo, la biodiversità di specie vegetali migliora dal 20 al 95% e fino al 150% di specie in più, sia all’interno del campo che ai suoi margini.

Diversità microbica del suolo, popolazioni di uccelli e insetti, sono influenzati positivamente dalla gestione biologica del suolo. Nei contesti arabili gli impollinatori aumentano del 30%; innegabile inoltre, risulta la maggiore diversificazione dei prodotti all’interno dei campi coltivati. Persino gli effetti sul paesaggio, rispondono positivamente.

IFOAM raccoglie dunque, in un unico testo, la sommatoria dei benefici a difesa della biodiversità di cui l’agricoltura biologica è portatrice. Il rapporto intende anche fornire suggerimenti ulteriori agli Stati membri, allo scopo di massimizzare i risultati già confermati ed espandere quelli che in qualche modo ci attendiamo si verifichino.

Fonte: Cambia la terra

BIO E RESIDUI DI PRODOTTI FITOSANITARI: UN PROGETTO PER IL MIGLIORAMENTO DEL QUADRO GIURIDICO

BIO E RESIDUI DI PRODOTTI FITOSANITARI: UN PROGETTO PER IL MIGLIORAMENTO DEL QUADRO GIURIDICO

È di forte propositività la posizione di IFOAM in relazione ad alcuni punti deboli del nuovo regolamento UE 2018/848, sulla produzione e l’etichettatura di prodotti biologici.

L’aspetto che pone l’organizzazione internazionale in una posizione di reattività e intervento concreti, riguarda la gestione di residui di pesticidi all’interno dei prodotti: il quale non opererà in piena armonizzazione secondo la strategia messa in campo attraverso il nuovo decreto.

Gli approcci in merito, infatti, sembrano mostrare numerose differenze tra i diversi Stati membri; differenze che potrebbero portare a problematiche di gestione nel commercio di prodotti biologici all’interno dell’UE e tra l’UE e Paesi terzi.

 

Il nuovo regolamento, lascia però intravedere possibilità di cambiamento progettuale per il 2024/2025, entro il quale una nuova proposta di gestione relativa al tema dei residui potrebbe essere presentata.

IFOAM Organics Europe non intende perdere tempo, per questo si è attivata per realizzare una proposta soddisfacente già in vista del 2022. A tal fine ha stretto un accordo con FiBL, partner scientifico dell’iniziativa nonché principale istituto di ricerca mondiale nel campo dell’agricoltura biologica.

Il progetto avviato da IFOAM si chiamaPesticide contamination: ensuring favourable environment for organic operators through EU legislative frameworks” e ha come scopo ultimo il miglioramento della situazione attuale. Si compone di quattro pilastri: i primi due sono scientifici e basati sulla ricerca, il terzo e il quarto riguardano le attività di advocacy nei confronti delle istituzioni UE.

Attraverso il progetto, si intende provare a comprendere la dinamica legata ai residui di fitofarmaci nell’ambiente e nella filiera agroalimentare in EU.

Lo scopo è quello di armonizzare il trattamento e la gestione della problematica in ambito degli Stati Membri.

I dati raccolti e i risultati dell’iniziativa saranno presentati a Bruxelles e utilizzati da IFOAM per dare voce al settore biologico e al movimento che lo anima.

Con l’intento di rendere più agevole la raccolta dei dati è stato realizzato un questionario attraverso cui tutti gli attori che compongono il comparto potranno comunicare le loro esperienze e modalità di gestione sul tema. Emergeranno informazioni più complete rispetto al tipo di residui che più frequentemente si presentano e all’interno di quali specifici prodotti. Il questionario sarà limitato ai prodotti vegetali e funghi.

L’indagine, nelle domande e risposte del questionario, verrà gestito da FiBL in modo anonimo ed aggregato, sia nella raccolta che nella presentazione dei dati emersi e nessun dato personale verrà trasmesso a IFOAM UE o a terzi.

La partecipazione al questionario avviene unicamente in modo volontario e vi è la possibilità di ritirare il proprio consenso agli indirizzi mail seguenti: dataprotection@fibl.org oppure residue_ifoam_questionnaire@fibl.org .

Il questionario è compilabile al link:

https://survey.fibl.org/index.php/398791

Fonte: Sinab

PAC: UN DOCUMENTO ANALIZZA GLI SVILUPPI PER IL BIO NEI PIANI STRATEGICI NAZIONALI

PAC: UN DOCUMENTO ANALIZZA GLI SVILUPPI PER IL BIO NEI PIANI STRATEGICI NAZIONALI

Come ormai sappiamo, la strategia Farm to Fork, parte importante dell’European Green Deal, è il piano messo a punto dalla Commissione europea, per guidare la transizione verso un sistema alimentare rispettoso dell’ambiente.

Lo studio dal titolo: “Prospettive e sviluppi per il biologico nei piani strategici nazionali della PAC, restituisce un quadro generale rispetto al potenziale che ogni Stato membro dell’UE possiede, per contribuire all’ardito obiettivo europeo, – formulato all’interno di Farm to Fork -, di raggiungere il 25% della SAU in biologico entro l’anno 2030.

Il documento è stato commissionato da un ricercatore indipendente e presentato da IFOAM Organics Europe, nell’ambito di un’Assemblea Generale. Consta di 64 pagine totali e comprende per ciascuno dei 27 paesi membri, una sintesi rispetto a:
indicatori chiave di produzione, mercato e sostegno della PAC; scenari di spesa della PAC e il loro effetto sulla superficie biologica 2030; una panoramica degli attuali sostegni economici forniti dalla PAC; informazioni su un Piano d’Azione nazionale per il biologico; altre misure di sostegno politico rilevanti per quanto riguarda l’impatto della superficie coltivata a bio.

Se tracciamo un quadro relativo all’anno 2018, scopriamo che l’Europa aveva una superficie biologica equivalente all’estensione della regione Puglia (raggiungerà il 9% nel 2019), con tassi di pagamento medio per ettaro di circa 213 euro. Solo una parte della superficie biologica certificata – il 64% -, riceveva e riceve però, pagamenti di sostegno al biologico; pari alla cifra di quasi 2 milioni di euro di sostegno della PAC per anno.

Ma che cosa richiederebbe in termini generali, raggiungere il 25% della SAU in biologico nell’UE, entro il 2030?

Innanzi tutto triplicare la sua superficie biologica; aumentare la spesa complessiva della PAC di 3-5 volte; dedicare tra il 9 e il 15% di questa esclusivamente per il biologico.

Se ci soffermiamo invece su ciascuno Stato membro, raggiungere l’obiettivo del 25% entro il 2030 comporterebbe:

l’incremento dei tassi di pagamento per ettaro entro il 2030 (gli ultimi sono stati fissati nel 2014); il potenziale aumento della spesa di 5-10 volte, per i paesi con bassi livelli di sostegno all’agricoltura biologica.

Secondo il punto di vista espresso nello studio, gli Stati membri dovrebbero inserire un obiettivo nazionale per le superfici bio all’interno del proprio piano strategico della PAC, sulla base però di un’analisi delle esigenze produttive del settore. Dovrebbero considerare inoltre il contributo di quest’ultimo agli obiettivi della PAC, e degli altri piani strategici per l’ambiente e la biodiversità (Green Deal UE, Farm to Fork, ecc.).

Posto che ciascun stato ha un punto di partenza diverso rispetto al tema, ognuno dovrebbe anche avere obiettivi di contributo diversi (quelli che hanno già raggiunto il 25% dovrebbero continuare a lavorare per l’incremento della superficie).

Le conclusioni di IFOAM Organics Europe, raggiunte attraverso lo studio, non sembrano comunque discostarsi dall’invito posto dal Piano d’azione UE per il biologico a tutti gli Stati membri, di immaginare un piano strategico nazionale, per l’espansione del proprio comparto biologico.

 

Fonte: Sinab

UNGHERIA AL DECIMO POSTO TRA I PAESI CON IL MAGGIORE INCREMENTO NEL SETTORE BIOLOGICO AL MONDO

UNGHERIA AL DECIMO POSTO TRA I PAESI CON IL MAGGIORE INCREMENTO NEL SETTORE BIOLOGICO AL MONDO

Spetta all’Ungheria il decimo posto nella lista dei paesi con maggiore incremento nel settore biologico, a presentare i dati l’ultimo rapporto di FiBL e IFOAM dal titolo “The World of Organic Agricolture – Statistics and emerging trends 2021”.

Benché nella superficie totale, lo stato comprenda una quota di agricoltura biologica del 6%, non molto alta rispetto a quella degli stati limitrofi, il rapporto segnala nell’anno 2020 un incremento elevato inedito dalle proporzioni non scontate.

I dati restituiscono nell’anno 2019, 93.800 ettari di superficie destinata all’agricoltura biologica nel paese, dato che legittima il decimo posto tra i paesi con crescita maggiore nel mondo, subito successivo al Brasile.

Proporzionale è risultata la crescita del numero di imprese registrate a metodo bio nel corso dello stesso anno, per un totale di 5600 unità registrate alla fine del 2019.

Lo stato risulta inoltre al dodicesimo posto tra i maggiori produttori di frutta biologica. A predominare le noci, con il 40% della produzione totale, accanto a sambuco e susine con una percentuale che oscilla tra 20 e 15 %. Bacche di olivello spinoso, ciliegie e amarene, tra le altre produzioni locali.

Fonte: Sinab