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SI TERRÀ DAL 16 AL 18 GIUGNO LA NUOVA EDIZIONE DELL’EUROPEAN ORGANIC CONGRESS

SI TERRÀ DAL 16 AL 18 GIUGNO LA NUOVA EDIZIONE DELL’EUROPEAN ORGANIC CONGRESS

Torna dal 16 al 18 giugno l’edizione 2021 dell’European Organic Congress, resa possibile dall’organizzione di IFOAM Organics Europe e dal partner portoghese Agrobio.

Il congresso riunirà, come nelle precedenti edizioni, stakeholder dell’agricoltura biologica provenienti da tutta Europa e offrirà ai partecipanti la possibilità di prendere parte a sessioni ed incontri e interagire con esperti su temi di rilievo relativi all’alimentazione e agricoltura bio.

Giunto alla quindicesima edizione, l’evento vedrà la partecipazione di relatori e moderatori che metteranno in campo competenze di alto livello, aggiornando i partecipanti sugli ultimi sviluppi in atto nel settore.

Ulteriori informazioni in merito e un programma più dettagliato seguiranno sulle piattaforme dedicate alla manifestazione: il sito web europeanorganiccongress.bio e i canali Twitter, Facebook e LinkedIn.

Suolo e Salute, oltre ad essere membro di Ifoam Europe, sarà sponsor del congresso.

Fonte: Organics Europe

NUOVO REGOLAMENTO UE 848/2018: QUASI CERTA L’APPLICAZIONE A PARTIRE DAL 1 GENNAIO 2022

NUOVO REGOLAMENTO UE 848/2018: QUASI CERTA L’APPLICAZIONE A PARTIRE DAL 1 GENNAIO 2022

Nuovo Regolamento UE 848/2018: quasi certa l’applicazione a partire dal 1 gennaio 2022

Quasi certo il tanto atteso posticipo dell’entrata in vigore del Regolamento UE 848/2018 al 1 gennaio 2022, lo comunica IFOAM UE. Manca ancora l’atto ufficiale, ma la decisione sembra già assunta definitivamente. La Commissione annuncerà l’apertura della consultazione pubblica sul prossimo piano d’azione per il biologico dell’UE e la proposta di posticipare di un anno l’entrata in vigore del nuovo regolamento 848/2018. Di seguito i commenti di IFOAM UE, l’organizzazione che più di tutti ha seguito la positiva evoluzione e ha fortemente sostenuto la decisione della Commissione.
Jan Plagge, Presidente IFOAM Organics Europe, ha commentato così la notizia: “Un nuovo piano d’azione dell’UE per l’agricoltura biologica è fondamentale per rendere l’Europa ancora più biologica. Il futuro piano d’azione dovrebbe essere all’altezza dell’ambizione delle strategie Biodiversità e Farm to Fork di raggiungere il 25% di terreno biologico nell’UE entro il 2030, con obiettivi a tempo determinato, un budget adeguato e una reale influenza sui piani strategici nazionali della PAC. Accogliamo già con favore i piani della Commissione di stanziare un budget di 40 milioni di euro per l’agricoltura biologica nell’ambito della politica di promozione nel 2021. Questo tipo di passi concreti è ciò di cui abbiamo bisogno per stimolare la domanda e sensibilizzare sui vantaggi della produzione biologica, che è un elemento chiave del piano d’azione.”

Secondo IFOAM il rinvio dell’entrata in vigore aiuterà sia gli organismi di controllo e certificazione a prepararsi al meglio per accogliere le modifiche previste dal nuovo regolamento ed attuare il nuovo sistema di controllo, sia gli operatori biologici a recepire le nuove disposizioni normative.

Eduardo Cuoco, Direttore IFOAM Organics Europe, ha dichiarato: “Posticipare l’entrata in vigore del nuovo regolamento è una decisione saggia che consentirà agli Stati membri di portare a termine adeguatamente la valutazione degli atti delegati. Apprezziamo la decisione della Commissione Europea per aver ascoltato le preoccupazioni degli agricoltori, trasformatori, commercianti e certificatori biologici di tutta Europa, che hanno bisogno di avere tempo sufficiente per adattarsi alle nuove regole e per mantenere alta l’efficacia del sistema di controllo del biologico. Chiediamo ora al Parlamento europeo di accettare senza indugio questa proposta attraverso una procedura semplificata “.

Fonte: IFOAM 

Semi derivati da fusione cellulare: ecco come rimpiazzarli in agricoltura bio

Semi derivati da fusione cellulare: ecco come rimpiazzarli in agricoltura bio

Dopo un percorso interno all’organizzazione, IFOAM – Organics International, federazione che riunisce gli stakeholder del settore bio a livello mondiale, ha deciso di rivedere la propria posizione su determinate tecniche di ingegneria genetica. La prima definizione in materia creata dall’organizzazione, non includeva infatti le tecniche di fusione cellulare. Una discussione successiva ha invece portato alla revisione di tale assunto e all’inserimento di tali tecniche nella più ampia definizione di ingegneria genetica, da cui deriva come risultato la produzione di Organismi Geneticamente Modificati.

Questo pone un problema pratico ai coltivatori biologici. Come informa la stessa IFOAM, infatti, “l’utilizzo decennale di questa tecnologia per la riproduzione di determinate cultivar ha come conseguenza il fatto che l’intera catena commerciale delle sementi siano derivate da essa”. Sarebbero, quindi, scarse le alternative per i produttori bio.

Un problema che diventa ancora più acuto a causa di “molte aziende di sementi che sono poco trasparenti sulla storia riproduttiva dei propri prodotti”. Si impone quindi una strategia per ovviare a tali difficoltà. Ecco perché IFOAM ha diffuso un documento intitolato “Situation Analysis and Strategy for Replacing Cell Fusion Cultivars in Organic Systems”. Il report ha quindi l’obiettivo di analizzare la situazione attuale e implementare strategie per rimpiazzare le cultivar da fusione cellulare nei sistemi biologici.

Fusione cellulare: definizione

Come accennato, le tecniche di fusione cellulare non erano state inizialmente incluse da IFOAM tra quelle di ingegneria genetica. Questo perché il dibattito pubblico sugli OGM è stato spesso focalizzato più sul DNA ricombinante che sulle tecnologie cellulari. Ma la riflessione è stata recentemente capovolta:

«Da un punto di vista biologico – spiega IFOAM – le cellule sono la più piccola entità della vita auto-organizzata. Un intervento tecnologico al di sotto di tale soglia, come accade nelle tecniche di fusione cellulare, non è in linea con i valori dell’agricoltura biologica».

Tale tecnologia è infatti impiegata per “ibridare le piante attraverso la rimozione delle pareti cellulari di specie diverse”. Specie che, in condizioni naturali, non si accoppierebbero. La tecnologia invece, “impiegata dagli allevatori sin dagli anni ‘80” permette di fondere i contenuti delle loro cellule.

Fusione cellulare: il problema per i coltivatori bio

Una volta stabilita l’incompatibilità di tali sistemi con le tecniche agricole biologiche, si pongono una serie di problemi pratici per i coltivatori. La tecnica è stata infatti estremamente pervasiva. Nel corso di oltre 30 anni di applicazione, ha finito per essere estesa alla quasi totalità della fornitura di sementi a livello globale. In questo modo ha lasciato, anche agli agricoltori bio, scarse possibilità alternative.

«Il problema – sottolinea IFOAM – è particolarmente acuto a livello globale su determinate cultivar di crocifere: broccoli, cavolfiore, cavolo rapa, e altri tipi di cavolo, e per la colza».

Per tali verdure, gli agricoltori bio sono stati spesso lasciati “senza forniture alternative” rispetto a quelle ottenute tramite fusione cellulare. Le alternative vanno però via via instaurandosi, grazie anche a una nuova consapevolezza diffusa sul tema.

Fusione cellulare: le alternative dall’Europa

«Diversi progetti europei per rimpiazzare le cultivar da fusione cellulare nella catena del valore bio hanno creato modelli utili».

Gli esperti di IFOAM hanno raccolto nel documento le buone pratiche europee per la sostituzione di sementi proveniente da tali tecniche di ingegneria genetica. È il caso per esempio della Germania, dove già dal 2013 si è posto il problema: oggi i prodotti cell fusion free sono relativamente semplici da trovare. Anche perché le associazioni di categoria (Bioland, Demeter, Naturland e così via) hanno escluso tali cultivar dai propri standard produttivi.

Sono stati diversi i progetti europei in tema, che IFOAM cita come esempi di buone pratiche: da Fair Breeding, in cui alcuni dettaglianti hanno deciso di supportare in prima persona le produzioni biodinamiche, all’italiano Bioverita.

Da tali esempi, IFOAM ha tratto alcuni principi pratici su cui basare la propria strategia. In primo luogo, si punta alla creazione di network regionali per coordinare e spingere le azioni strategiche necessarie in specifiche catene valoriali bio; IFOAM può invece mantenere un ruolo globale nel supportare il movimento.

Nello specifico, i due network saranno impegnati nell’adozione di una serie di attività:

  • Stimolo della consapevolezza negli operatori di settore
  • Creazione di coltivazioni alternative
  • Accesso degli agricoltori a tali alternative
  • Accettazione da parte dei consumatori
  • Revisione delle norme e dei regolamenti biologici

FONTI:

https://www.ifoam.bio/en/news/2017/10/19/ifoam-organics-international-releases-strategy-replacing-cell-fusion-cultivars

https://www.ifoam.bio/sites/default/files/cell_fusion_replacement_strategy_2017_for_website_upload.pdf

https://it.wikiversity.org/wiki/Organismi_geneticamente_modificati

 

IFOAM sui brevetti: gli animali non sono invenzione dei produttori di mangimi

L’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) intende concedere un brevetto su salmoni alimentati con piante specifiche (EP1965658).

Stando a quanto affermato da No Patents on Seed, l’organizzazione no profit che si occupa principalmente di brevetti su piante, semi e animali, l’EPO avrebbe informato il richiedente australiano che il brevetto è pronto per essere rilasciato entro i prossimi mesi.

Un documento che permetterebbe all’azienda di rivendicare il salmone e l’olio da esso ricavato.

IFOAM si è espressa sulla cosa precisando che l’idea alla base del brevetto, cioè che i prodotti alimentari derivati da questi salmoni abbiano un maggior contenuto di acidi grassi Omega 3, non è nuova. Ad esempio, è noto che le mucche che pascolano sui prati hanno una maggiore concentrazione di questi acidi grassi nel latte.

Non è la prima volta che l’EPO concede brevetti su animali provenienti da allevamenti convenzionali per la produzione alimentare.

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Nel 2008, un brevetto depositato da Monsanto sosteneva che i maiali avevano migliorato la qualità della carne (EP1651777). Sempre nel 2008, è stato concesso un brevetto a un allevamento convenzionale di mucche e maiali (EP1506316). E nello stesso anno anche a una selezione di vacche da latte (EP1330552). Quasi tutti questi brevetti sono stati successivamente revocati.

Ruth Tippe di No Patents on Life afferma: “Se gli animali diventano invenzioni brevettate, perché alimentati con mangimi specifici, anche mucche e maiali allevati nei pascoli potrebbero essere brevettati“.

Da anni, le organizzazioni chiedono ai politici di bloccare la concessione di brevetti su piante e animali.

Recentemente, aggiunge IFOAM nel suo comunicato, diversi governi europei hanno preso provvedimenti contro i brevetti su piante e animali derivati da allevamento convenzionale. Inoltre, la Commissione europea sta lavorando per fornire delle chiarificazioni in merito, in modo da rafforzare i divieti esistenti in campo di diritto di brevetto europeo.

Fonti:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/07/20/no-patents-seeds-press-release-animals-are-not-invention-feed-industry

http://no-patents-on-seeds.org/en/recent-activities/letter-european-patent-office

 

Negoziati sul nuovo regolamento biologico: il parere di IFOAM

Il 24 maggio, il Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan ha presenziato al dibattito con i membri del Parlamento Europeo sul processo di revisione del regolamento biologico. Durante la riunione, il relatore del dossier, l’eurodeputato Martin Häusling, ha fornito un aggiornamento dei negoziati in corso.

In occasione di questo importante appuntamento, IFOAM UE ha diffuso un comunicato stampa, all’interno del quale ha espresso il proprio parere in merito ai negoziati e alla loro utilità per il settore.

Secondo di Christopher Stopes, presidente della Federazione: “I pareri del Consiglio e del Parlamento non sono così diversi, quindi non è chiaro il motivo per cui il processo stia richiedendo così tanto tempo. Inoltre, essi sono sostanzialmente d’accordo sui punti più critici: entrambe le istituzioni hanno respinto chiaramente il concetto di una soglia per le sostanze non autorizzate e sono d’accordo sul mantenere gli specifici requisiti di controllo biologico nel regolamento sul biologico, piuttosto che spostarli sulla normativa orizzontale dei ‘controlli ufficiali’“.

Stopes ha anche tenuto a precisare che, visto che i co-legislatori sono vicini a trovare un accordo, la Commissione dovrebbe svolgere un ruolo da mediatore nel dibattito. Nonostante il processo sia stato avviato con l’obiettivo di portare migliorie e sviluppo all’interno del settore, dopo 4 anni però, continuano a rimanere incertezze sulle regole che gli operatori dovranno applicare e che mettono a rischio gli investimenti. “Invece di sostenere il settore biologico europeo, il processo di revisione lo sta minando “, ha concluso il presidente di IFOAM.

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Jan Plagge, vicepresidente della Federazione, ha aggiunto che gli agricoltori biologici lavorano duramente per difendere i propri raccolti dalle sostanze utilizzate nell’agricoltura tradizionale. Il 95% dei prodotti spruzzati nei campi confinanti e coltivati tradizionalmente, infatti, è consentito dalla legislazione europea. Per questo, secondo Plagge, gli agricoltori biologici non devono essere puniti per la contaminazione causata dai vicini o per quella presente nell’ambiente, anche perché una soluzione del genere potrebbe minare la coesistenza tra diverse tipologie di operatori.

Secondo Eduardo Cuoco, direttore IFOAM UE: “Mancano ancora i benefici tangibili dati dall’opportunità di utilizzare il nuovo regolamento come strumento per lo sviluppo del biologico. Invece di prolungare la discussione sulle soglie e sul sistema di controllo, avremmo accolto maggiormente, ad esempio, un dibattito sui nuovi requisiti per aiutare gli operatori biologici a migliorare le loro prestazioni ambientali“.

Fonte:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/05/23/press-release-constructive-approach-needed-organic-regulation-negotiations

 

IFOAM a Roma per parlare di Linee Guida internazionali per una gestione insostenibile del suolo

IFOAM_400x400L’Open Ended Working Group sulle Linee Guida volontarie per la gestione sostenibile del suolo (VGSSM) si è riunito a Roma, dall’11 al 13 aprile, presso la sede della Fao.

Il VGSSM è nato con lo scopo di facilitare l’attuazione della Revised World Soil Charter. Il progetto è stato sviluppato dall’Intergovernmental Technical Panel on Soils (ITPS), che fa parte del Global Soil Partnership, un’iniziativa globale lanciata dalla FAO per promuovere la gestione sostenibile del suolo.

L’Open Ended Working Group è una delle fasi del processo che determinerà la stesura delle linee guida che saranno discusse dai governi a maggio.

Le Linee Guida volontarie per la gestione sostenibile del suolo (VGSSM) si basano su due documenti della FAO sviluppati durante il 2015, l’anno che l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di dedicare al Suolo.

I due documenti principali sono la Revised World Soil Charter e lo Status of the World’s Soil Resources, una sintesi tecnica sviluppata dall’Intergovernmental Technical Panel on Soils e dal Global Soil Partnership.

L’incontro che si è tenuto a Roma ha visto la partecipazione di 40 scienziati, indipendenti e governativi, esperti del settore. Inoltre, erano presenti dei rappresentanti delle compagnie produttrici di fertilizzanti e delle organizzazioni internazionali, nello specifico, IFOAM – Organics International e World Farmers Organization (WFO).

Durante l’evento, Livia Ortolani, membro del Consiglio europeo di IFOAM, ha sottolineato la necessità di concentrarsi sulla conservazione e valorizzazione della materia organica nel suolo. Ha anche parlato dell’agricoltura biologica come pratica consigliata per la gestione sostenibile delle risorse.

Dal suolo dipende il 95% del nostro approvvigionamento alimentare. L’utilizzo indiscriminato di fertilizzanti chimici nell’agricoltura convenzionale sta esaurendo le risorse dei terreni a una velocità insostenibile. Gli agricoltori biologici, invece di utilizzare prodotti che depauperano il suolo delle sue sostanze, preservano la salute del terreno e la sua fertilità, garantendo la sopravvivenza delle generazioni future.

Fonti:

http://www.ifoam.bio/en/news/2016/04/20/international-guidelines-sustainable-soil-management

http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/soils/Concept_Note_VGSSM.pdf