Suolo e Salute

Tag Archives: importazioni

NUOVI DOCUMENTI PER LE MERCI IMPORTATE DA PAESI TERZI

NUOVI DOCUMENTI PER LE MERCI IMPORTATE DA PAESI TERZI

Reg. (UE) 2024/2104: Attivazione del NOA (Notification of Arrival) per talune merci importate da Paesi terzi

In seguito all’entrata in vigore del Reg. (UE) 2024/2104 per le merci di origine non animale, quindi per merce soggetta ai controlli sanitari non armonizzati (disciplinati dalla legislazione nazionale) sarà prevista l’emissione da parte dei Posti di Controllo Frontalieri (PCF) di un nuovo documento denominato “NOA” (Notification of Arrival).

Il NOA sostituirà il Documento Sanitario Comune di Entrata-D (DSCE-D/CHED-D), attualmente utilizzato per la maggior parte degli alimenti e dei mangimi di origine non animale e dei materiali destinati al contatto con gli alimenti (MOCA) in arrivo da Paesi terzi.

Con riferimento ai controlli ufficiali sulle partite biologiche destinate ad essere importate in Italia, per i prodotti per i quali è prevista l’emissione dei NOA, non è previsto il collegamento ai relativi COI e non sussiste l’obbligo di attendere l’esito dei controlli sul biologico per rilasciare il NOA.

Rimane, invece, l’obbligo di collegamento tra COI e CHED per i prodotti disciplinati dalla normativa dell’Unione (es. Reg. (UE) 2019/1793, ecc.) che stabilisce che i controlli sul biologico siano effettuati prima di quelli sanitari.

Per approfondimenti:

https://sinab.it/bionovita/importazioni-reg-ue-2024-2104-attivazione-in-traces-del-noa-notification-of-arrival-per-talune-merci-importate-da-paesi-terzi/

DECRETO SULLE IMPORTAZIONI DI PRODOTTI BIO DA PAESI TERZI, CONTROLLI RIGIDI PER L’ITALIA

DECRETO SULLE IMPORTAZIONI DI PRODOTTI BIO DA PAESI TERZI, CONTROLLI RIGIDI PER L’ITALIA

Sono molte le preoccupazioni rispetto ad alcune disposizioni inserite nell’ultimo decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 febbraio 2021, e relativo al regime di importazione di prodotti biologici dai Paesi Terzi.

Già in vigore dal 4 aprile, il decreto descrive nuove norme per le importazioni, con passaggi di controllo per chi importa, più serrati.

Ad essere segnalata è l’inadeguatezza dell’allegato II del decreto, che identifica, ad esempio, come obbligatoria l’analisi di tutte le partite dai  di succhi e puree di frutta, di prodotti come girasole, lino e soia, ma anche di tutte le partite di frumento tenero e duro, della quinoa e del caffè di provenienza diversa; inoltre, qualsiasi prodotto esportato da paesi quali Argentina, Equador, Brasile, Egitto, India, Perù, Serbia, Tunisia, Turchia e di tutti i prodotti esportati da un paese terzo diverso da quello di coltivazione.

L’allegato non agevola inoltre alcune relazioni tra gli stati: un esempio è la rischiosità data per scontata e attribuita ad importazioni provenienti da Svizzera e Gran Bretagna, anche se non produttrici dirette; un altro la situazione di stati extraeuropei quali l’Argentina, la Tunisia e l’India, che illustra come sempre rischiose e pone sullo stesso piano, le importazioni da questi tre differenti paesi.

Il risultato di alcune scelte del decreto, comporterà quindi un significativo aumento dei costi delle aziende italiane a discapito dello stesso stato, il solo, con questo genere di restrizioni. Lo svantaggio potrebbe generare una competitività difficile da mantenere per numero di partite importate da analizzare, che potrebbe favorire acquisti interni, più che esterni al paese, perché più convenienti.

L’appartenenza dell’Italia a un mercato unico, è l’aspetto che secondo l’esperto, Roberto Pinton, è stato sottovalutato: un mercato dell’Unione Europea, legato attraverso accordi internazionali, all’interno del quale, sarebbe stato opportuno, coinvolgere gli altri paesi nello stabilire insieme regole uniformi, valide per tutti.

Regole che sarebbe stato opportuno definire attraverso un’analisi del rischio, che commisura la frequenza dei controlli, in questo caso delle partite presenti nelle importazioni, al rischio di queste e al possibile livello di non conformità.

Per un approccio condiviso e basato su dati il più realistici possibile, che non penalizzi qualcuno ma coinvolga molti.

Fonte: Greenplanet