Legumi biologici: Italia prima in Europa
Italia prima per produzione di legumi biologici in Europa. È quanto emerge dall’Annuario statistico dell’Agricoltura 2016, pubblicato da Eurostat.
Nell’anno internazionale dei legumi della FAO, il rapporto ha dedicato un capitolo specifico a questo tipo di coltura.
I dati
Secondo quanto diffuso da Eurostat, l’Italia è il Paese del continente con la maggiore proporzione di aziende agricole che hanno deciso di dedicare la loro attività alla coltura dei legumi biologici. Il dato, nel Bel Paese, si attesta a ben il 20%. In linea generale, dal 2013 al 2015, la coltivazione dei legumi biologici ha guadagnato il 64% di superfici nell’Ue, grazie anche alla riforma della politica agricola comune (Pac).
Non bisogna dimenticare che questo genere di colture, capaci di fissare l’azoto nel terreno, come i legumi secchi, sono una delle opzioni disponibili nell’ambito delle pratiche “verdi” promosse dalla Pac, alla cui applicazione è vincolato il 30% degli aiuti diretti Ue agli agricoltori.
Il primato legato alla produzione di legumi biologici ottenuto dall’Italia non fa altro che aggiungere conferme su un trend di settore che, almeno per il momento, non accenna ad arrestarsi.
Non solo legumi biologici…
A ottobre 2016, Eurostat aveva già fotografato un’Italia fortemente propensa al biologico, evidenziando una crescita delle aree dedicate all’agricoltura sostenibile di 2 milioni di ettari nel 2010. Cifra che era passata a 11 milioni di ettari, ovvero il 6,2% della superficie agricola utilizzata nell’Ue, nel 2015. Dal 2010 al 2015, le superfici coltivate con metodi sostenibili hanno visto un aumento del 34%.
Ottimi anche i dati inerenti alla percentuale delle superfici bio sul totale di quelle coltivate, con il 12% e circa 1,5 milioni di ettari. Fanno meglio solo Austria (oltre il 20% con 552mila ettari), Svezia, Estonia, Repubblica ceca e Lettonia.
Bene anche il valore della produzione di leguminose nel nostro Paese, di poco inferiore ai 100 milioni di euro che inserisce l’Italia al quarto posto in Europa, dietro a Polonia, Francia e Regno Unito. Un valore ottenuto senza sussidi accoppiati alla produzione.
L’Annuario statistico dell’Agricoltura pubblicato da Eurostat conferma la tendenza al consolidamento strutturale (meno aziende ma più grandi) dell’agricoltura sia in Europa che nella penisola.
Fonti: