Suolo e Salute

Tag Archives: made in Italy

I PRODOTTI BIO CONQUISTANO LA GEN Z E I MILLENNIALS

I PRODOTTI BIO CONQUISTANO LA GEN Z E I MILLENNIALS

La Lombardia promuove l’agricoltura biologica. La salute spinge i consumi, soprattutto tra i giovani

 

In Lombardia cresce l’interesse per i prodotti biologici. L’assessore regionale Alessandro Beduschi ha presentato la ricerca “I consumatori europei e l’ortofrutta biologica”, con dati da Danimarca, Germania e Francia, sottolineando l’importanza di rafforzare la filiera bio e le opportunità offerte alle imprese locali. In Lombardia si contano 5.800 ettari coltivati secondo metodi biologici e oltre 3.200 operatori.

A breve si aprirà una call UE per finanziare con 132 milioni di euro progetti a sostegno del Made in Italy nel triennio 2026–2028.

Dalla ricerca emerge che i consumatori, in particolare Gen Z e Millennials, acquistano con crescente regolarità prodotti bio, soprattutto frutta e verdura. Il 75% degli acquirenti si dichiara molto soddisfatto e il 52% degli italiani ha aumentato l’attenzione verso il biologico rispetto a tre anni fa. La motivazione principale è la salute, mentre la sostenibilità ambientale incide meno. Circa il 21% degli italiani è disposto a pagare fino al 10% in più per prodotti biologici, mentre chi non li acquista lo farebbe se i prezzi fossero più accessibili o se ci fossero promozioni.

 

https://www.cremaonline.it/economia/26-03-2025_Agricoltura+biologica%2C+in+Lombardia+oltre+3+mila+operatori%C2%A0

 

 

Osservatorio Agrofarma: Ricerca scientifica e innovazione sono la chiave per la promozione di un sistema agroalimentare sempre più sostenibile e competitivo

RAPPORTO QUALIVITA 2024

RAPPORTO QUALIVITA 2024

L’analisi di Ismea e dell’Osservatorio Qualivita evidenzia una DOP Economy da 20 miliardi e 850mila occupati

Giunto alla XXII edizione, il Rapporto Ismea-Qualivita fotografa i numeri della Dop economy nel 2023, anno in cui è stato messa in risalto la stabilità del settore nonostante le difficoltà legate alle emergenze climatiche, alle problematiche fitosanitarie e alla fluttuazione dei mercati.

I dati raccolti, in seguito alla somministrazione di uno specifico questionario ai Consorzi di Tutela e alle Associazioni dei produttori sono stati analizzati con la collaborazione di Ismea e comparati con le informazioni fornite dagli Organismi di controllo per alimentare anche le banche dati del sistema informativo Qualivita, che dispone di serie storiche per le singole produzioni DOP, IGP, STG italiane.

 

I dati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita descrivono un settore da oltre 20 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2023, per una crescita del +52% in dieci anni e un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.

Cresce del +3,5% il comparto del cibo che supera per la prima volta i 9 miliardi €, mentre il vino imbottigliato diminuisce in quantità (-0,7%) e valore (-2,3%) attestandosi su 11 miliardi €. Bene l’export, con i prodotti DOP IGP leva del made in Italy nel mondo.

Il sistema della Dop economy italiana si fonda su 317 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura che coordinano il lavoro di quasi 850.000 occupati.

 

 

Per approfondimenti:

Rapporto Ismea-Qualivita 2024

https://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13232

BALZO DELL’8% PER L’EXPORT DEL MADE IN ITALY BIO

BALZO DELL’8% PER L’EXPORT DEL MADE IN ITALY BIO

Lo registra Nomisma in occasione dell’ultimo focus Ita.Bio. In Europa il primo mercato per i nostri prodotti agroalimentari bio è la Germania, poi il Benelux e i Paesi nordici

Cresce l’export di prodotti bio Made in Italy nel mondo: nel 2023, si registra un aumento a valore del +8% sul 2022, con un peso del biologico sull’export agroalimentare italiano del 6%.

È quanto emerso nel corso del webinar “Internazionalizzazione del bio Made in Italy: focus Benelux”, organizzato nell’ambito del progetto Ita.Bio, la piattaforma online curata da Nomisma e promossa da ITA – Italian Trade Agency e FederBio Servizi, che fornisce dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico italiano.

Il sondaggio tra le aziende esportatrici

L’analisi – presentata da Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma, Evita Gandini, Responsabile Market Insight Nomisma ed Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria Retail e Servizi Nomisma – ha messo in luce i seguenti aspetti:

 

  • Relativamente all’Europa, la Germania si conferma al primo posto come mercato di destinazione dei prodotti BIO italiani sia per quanto riguarda il food, con il 69% delle aziende intervistate che esporta bio in questo mercato, che il wine (66%);

 

  • Il Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) si colloca al secondo posto, con il 39% delle aziende food e il 52% di quelle vitivinicole, seguito a ruota dai paesi nordici, rispettivamente con il 31% e il 52%;

 

  • Il mercato del Benelux continua a mostrare una tendenza positiva di lungo periodo nei consumi di prodotti italiani BIO. In questo contesto, il vino e la pasta rappresentano i prodotti trainanti, seguiti da formaggi e olio extravergine di oliva.

Bussola orientata verso Nord

Le aziende interpellate dall’istituto di ricerche di mercato bolognese hanno anche citato i NOrdics, ovvero i Paesi scandinavi come destinazione d’elite, con il 31% delle aziende food e il 52% di quelle vitivjnicole presenti in questi mercati.

D’ERAMO: «ACCORCIARE I TEMPI PER IL MARCHIO MADE IN ITALY BIO»

D’ERAMO: «ACCORCIARE I TEMPI PER IL MARCHIO MADE IN ITALY BIO»

Il sottosegretario vuole un’Italia sempre più protagonista nel biologico. «È un settore caratterizzato da grande passione e convinzione, ma occorre semplificare la burocrazia e favorire il rilancio dei consumi anche attraverso una migliore informazione dei consumatori»

Il convegno nazionale con i dati Ismea che si è tenuto a L’Aquila restituisce la fotografia di un settore strategico».

Il rilancio dei consumi

«Un comparto che sta continuando a crescere tanto in termini di superficie agricola, che ha raggiunto una media nazionale del 19%, quanto di numero di operatori». «Un settore in cui vogliamo che l’Italia sia sempre più protagonista. Perché il trend positivo possa proseguire è importante semplificare la burocrazia e favorire il rilancio dei consumi».

È il commento di Luigi D’Eramo, sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, dopo l’evento organizzato da Ismea il 6 luglio in Abruzzo.

Un marchio per unire origine e sostenibilità

Il sottosegretario mette in evidenza la «grande passione e convinzione» che caratterizza il settore e mette nel mirino l’obiettivo, contenuto nel piano d’azione nazionale, di realizzare il marchio Made in Italy bio. «Puntiamo a raggiungere quanto prima questo risultato e lavoreremo per accorciare i tempi di una complessa procedura così che possa essere un ulteriore elemento per certificare la grande qualità dei nostri prodotti».

VOLANO IN GIAPPONE I VINI BIO E SOSTENIBILI MADE IN ITALY

VOLANO IN GIAPPONE I VINI BIO E SOSTENIBILI MADE IN ITALY

Cresce di un terzo l’export di vini italiani nel Paese del Sol Levante. Una survey di Alleanza delle Cooperative svela che buona parte di questo incremento è legato al successo dei nostri vini biologici e in particolar modo di quelli con imballaggi ecosostenibili

Giappone chiama Italia. Buone notizie per la vendita di vini italiani nel Sol Levante, dove hanno registrato una crescita in volume del 28,6% nel 2022, attestandosi a 200 milioni di euro (dato Ismea). Un successo trainato in particolare da una crescente richiesta da parte del mercato nipponico di vini “sostenibili”,  biologici oppure con packaging leggeri e facilmente riciclabili.

La ripresa dopo la pandemia

Lo rende noto alla 55a edizione di Vinitaly l’Alleanza Cooperative Agroalimentari a seguito di una rilevazione interna con le sue associate particolarmente impegnate nella vendita sui mercati esteri. L’incremento a due cifre delle vendite di vino è dovuto in particolar modo alla fine delle chiusure dovute alla pandemia. Finalmente le persone hanno iniziato a consumare di più, uscire di casa e riscoprire la socialità. Sono state riaperte le frontiere: prima il Giappone era chiuso all’ingresso degli stranieri, oggi invece c’è un forte aumento di visitatori in un paese dalla grande vocazione turistica.

Imballaggi riciclabili

Ma la novità più importante che emerge dalle rilevazioni fatte dalle cantine di Alleanza è la grande richiesta di vini biologici e di vini sostenibili con un packaging leggero. I giapponesi apprezzano il vino in lattina e in particolare il vino in tetrapak in confezioni da mezzo litro, materiale al quale guardano molto positivamente perché si tratta di un materiale facilmente riciclabile. Nel Paese dei crisantemi è molto importante un concetto di sostenibilità piena.

Ecologico, economico, elegante

La preferenza per il packaging da mezzo litro è anche dovuta al fatto che scegliere vino nelle classiche bottiglie di vetro sia assai più costoso, perché in Giappone le procedure di smaltimento dei rifiuti sono molto rigorose e il cittadino deve corrispondere un contributo a seconda del peso dei propri sacchetti di rifiuti. Dal momento che il tetrapak è compostabile e occupa pochissimo spazio, il problema si risolve con tre “e”: in modo ecologico, economico ed elegante, offrendo prodotti di qualità in confezioni dall’aspetto degno della loro storia.

Cantine cooperative, campionesse di export

Da una recente indagine sul grado di internazionalizzazione delle cooperative vitivinicole realizzata da Ismea per Alleanza delle cooperative, il fatturato generato dall’export delle cantine aderenti ad Alleanza cooperative tra il 2010 e il 2022 ha registrato una crescita del 130%, con un trend superiore all’andamento delle esportazioni nazionali di vino che nello stesso periodo sono cresciute del 101%.

D’ERAMO CONVOCA AL MASAF IL TAVOLO DEL BIO

D’ERAMO CONVOCA AL MASAF IL TAVOLO DEL BIO

Si è tenuta a Roma la prima riunione sulle linee programmatiche per lo sviluppo del biologico made in Italy voluta dal sottosegretario Masaf «per costruire insieme evoluzione del settore». Una iniziativa che dimostra la volontà del Governo di non disattendere l’impegno di raggiungere gli obiettivi tracciati dal Green Deal entro il 2030

Un tavolo di confronto costante per definire insieme le linee di sviluppo del biologico italiano. È l’iniziativa messa in campo da Luigi D’Eramo, sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste con delega al biologico.

Confronto costante

Nel corso della prima riunione sulle linee programmatiche per il biologico che si è tenuta presso la Sala Clemente del Masaf e che ha visto la partecipazione dei principali protagonisti del comparto D’Eramo ha annunciato: «Inizia un confronto che sarà costante nel tempo e che permetterà di costruire una nuova visione di un settore che consideriamo strategico, per l’agricoltura e per tutto il Paese». «L’obiettivo – ha aggiunto D’Eramo – è arrivare in modo più rapido possibile a una sintesi e a soluzioni condivise rispetto alle sfide che ci attendono».

I temi sul tappeto

Numerosi i temi affrontati, dall’attuazione della Legge sul bio, ovvero la L. 23 del 9 marzo 2022, approvata dopo anni di attesa, al come adeguare la norma nazionale alle direttive europee e raggiungere gli obiettivi fissati da qui al 2030.

Si è inoltre discusso di certificazioni e controlli, così come della necessità di semplificare e sburocratizzare e di un’adeguata comunicazione, informazione e formazione. «Lavoreremo per rilanciare i consumi e per garantire – ha detto D’Eramo – una sempre maggiore trasparenza e tracciabilità dal campo alla tavola».

Un convegno nazionale dopo l’estate

Il sottosegretario ha infine annunciato che «dopo l’estate promuoveremo un convegno nazionale con le sigle di categoria e con tutti gli operatori per accendere, in Italia e non soltanto, i riflettori sul biologico made in Italy». «La sfida che lanciamo è quella di disegnare insieme quella che nei prossimi anni potrà essere l’evoluzione di questo settore».