Suolo e Salute

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PESTICIDI, ADDIO ALL’OBIETTIVO DEL DIMEZZAMENTO

PESTICIDI, ADDIO ALL’OBIETTIVO DEL DIMEZZAMENTO

Ursula von der Leyen annuncia il ritiro del regolamento Sur. Il Pesticide action network: «è una giornata nera per la biodiversità e la salute di agricoltori e consumatori»

è un duro colpo al Green Deal e alla strategia Farm to Fork quello che si è registrato il 6 febbraio. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, per rispondere alle proteste che nei giorni precedenti hanno messo a ferro e fuoco Bruxelles, ha annunciato infatti il ritiro del regolamento sull’uso sostenibile (SUR), che puntava a dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030.

Una risposta alle proteste

«La proposta SUR è diventata un simbolo di polarizzazione – ha detto von der Leyen in un discorso all’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo – è stata respinta dal Parlamento europeo e anche in seno al Consiglio non si registrano più progressi. Quindi dobbiamo fare qualcosa».

Von der Leyen ha suggerito che la Commissione potrebbe elaborare una nuova proposta con maggiori contributi da parte delle parti interessate, dopo settimane di proteste da parte degli agricoltori insoddisfatti delle normative ambientali dell’UE e l’avvio di un “dialogo strategico” con le parti interessate del settore agroalimentare.

«Per andare avanti, è necessario più dialogo e un approccio diverso – ha aggiunto von der Leyen-».

Verso la descalation del Green deal?

Una decisione che ha raccolto reazioni positive da parte del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e da parte delle associazioni di categoria, ma che frustra le ambizioni del mondo del biologico, minacciato ora da una possibile descalation del Green deal.

Plagge (Ifoam organics Eu): «L’obiettivo doveva essere quello di prezzi equi per chi si impegna nella sostenibilità»

Ifoam Organics Europe ricorda infatti che anche migliaia di agricoltori biologici si sono uniti alle proteste in tutta Europa, soprattutto per richiedere prezzi equi sia per i consumatori che per gli agricoltori che adottano pratiche più ecologiche «ma le legittime preoccupazioni sui prezzi sleali e sulla concorrenza non dovrebbero essere fuorvianti contro la protezione della salute e della natura». «Gli agricoltori – spiega Jan Plagge, presidente di IFOAM Organics Europe – che si impegnano nella transizione agroecologica non sono adeguatamente remunerati né dal mercato né dalla Pac e soffrono anche della concorrenza sleale da parte di standard meno ambiziosi, nonostante offrano molti benefici per l’ambiente e la società». «Il Green Deal e la strategia Farm to Fork – continua il presidente – sono politiche critiche e non possono essere incolpate come causa delle difficoltà degli agricoltori, dal momento che la maggior parte delle proposte legali relative all’agricoltura sono state bloccate, respinte o annacquate e finora non hanno avuto alcun impatto sugli agricoltori».

La sezione europea del Pesticide Action Network, un’organizzazione non governativa internazionale dedicata alla riduzione dell’uso di pesticidi, ha definito il 6 febbraio «una giornata nera per la salute e la biodiversità».

TRATTORI IN PIAZZA IN MEZZA EUROPA

TRATTORI IN PIAZZA IN MEZZA EUROPA

Le mobilitazioni agricole in Germania seguono quanto successo già in Olanda, Francia e Polonia e innescano una contrapposizione che può fare solo male all’impegno europeo per una produzione agricola più sostenibile e biologica. Il previsto dialogo con l’agricoltura annunciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen parta quanto prima

Una settimana di blocchi stradali in tutta la Germania. Centomila agricoltori sono scesi in strada da lunedì 9 gennaio, alla guida di decine di migliaia di trattori, bloccando accessi a svincoli autostradali, porti e traghetti, per manifestare contro la cancellazione delle agevolazioni fiscali decise dal Governo federale della “coalizione semaforo” socialdemocratici-verdi-liberali per far fronte all’improvvisa crisi di bilancio.

Snodo delicato per la politica agricola

Una mobilitazione, quella decisa dalle associazioni agricole tedesche, che segue la precedente partecipata manifestazione di Berlino del 18 dicembre e che ha raggiunto il suo risultato visto che l’Esecutivo guidato da Olaf Sholz si è affrettato a rispristinare i sussidi sul gasolio agricolo e a dilazionare in dieci anni l’aumento delle imposte sulle macchine agricole. Siamo infatti in un periodo estremamente delicato per la politica agricola europea, con due guerre alle porte, le elezioni Ue ormai imminenti e le spinte revisioniste sulla svolta sostenibile del Green deal.

La scintilla olandese

L’agricoltura europea è sotto pressione e il caso tedesco segue quanto accaduto già in Olanda, Francia e Polonia.

La scintilla della protesta agricola si è infatti accesa all’inizio dell’anno scorso nei Paesi Bassi, con la mobilitazione degli allevatori contro le misure draconiane decise per limitare gli allevamenti intensivi. La discesa in campo di Frans Timmermans, padre del Green deal europeo (lasciato così a Bruxelles al suo destino), non ha frenato l’ascesa del Movimento Civico-Contadino (in olandese BoerBurgerBeweging, BBB), che ha clamorosamente conquistato la maggioranza relativa, arrivando al 20%, nelle elezioni senatoriali dello scorso maggio (solo sei mesi prima, nelle elezioni legislative, non superava il 5%).

Le agitazioni francesi

A novembre anche la Francia è stata condizionata dalle azioni dimostrative degli agricoltori che hanno bloccato le strade contro le politiche agricole nazionali ed europee “che camminano sulla loro testa” (on marche sur la tête). Nel mirino dei paysanne era anche qui la fine dell’esenzione fiscale sul diesel dei trattori, ma anche l’aumento delle tasse sui prodotti fitosanitari e sull’irrigazione e il potenziale impatto degli accordi di libero scambio dell’UE.

I blocchi polacchi

In Polonia gli agricoltori hanno invece ripristinato il blocco della frontiera con l’Ucraina, protestando contro quella che dicono sia un’ondata di prodotti ucraini a buon mercato, esercitando pressioni sul nuovo governo guidato dall’ex Commissario Ue Donald Tusk, che non è riuscito ad evitare la contestazione nonostante l’appoggio alla sua coalizione del Partito agrario popolare polacco.

La protesta ha spinto il nuovo esecutivo di Varsavia ad accettare le richieste degli agricoltori, ma la situazione rimane calda in attesa delle decisioni europee sulle agevolazioni a Kiev nel commercio di cereali, zucchero e oleaginose.

Uno radicalizzazione deleteria

In Germania invece Cem Özdemir, ministro dell’agricoltura del partito dei verdi, denuncia le infiltrazioni dell’estrema destra tra le fila dei manifestanti e teme che il movimento degli agricoltori possa essere strumentalizzato per radicalizzare il confronto tra conservatori e progressisti, in particolare sulle politiche di sostenibilità.

Secondo Christiane Lambert, presidente di Copa (la centrale europea delle associazioni agricole del vecchio continente) «in Germania le tasse sul carburante sono state solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

«Per anni – ha spiegato  – gli agricoltori europei si sono sentiti poco considerati e ora sono sotto pressione a causa di una transizione verde a ritmi accelerati».

Lambert punta il dito in particolare contro il “metodo Timmermans”, impuntando all’ex vicepresidente della Commissione europea la colpa di aver imposto «obiettivi irraggiungibili in un contesto economico difficile a causa delle guerre, dell’inflazione e dell’aumento delle importazioni».

Farm to Fork e strategia biodiversity a rischio

Un clima infuocato che condiziona l’azione della Commissione europea in un momento chiave per la messa in opera dei principali strumenti di attuazione delle strategie Farm to Fork e Biodiversity, dal ripristino della natura alla tutela della biodiversità e del benessere animale. Ma anche per i sostegni previsti dal piano d’azione Ue per il biologico, chiamato a raggiungere il 25% della superficie agraria Ue entro il 2030,

L’avvio del previsto “dialogo con l’agricoltura” annunciato dalla presidente Ursula Von der Leyen (leggi cosa scriveva Suolo e Salute in settembre) è quanto mai urgente.