Suolo e Salute

Tag Archives: slow wine fair

ULTIMO GIORNO PER IL SANA FOOD

ULTIMO GIORNO PER IL SANA FOOD

Il salone internazionale del biologico e del naturale conclude la sua prima sessione. Appuntamento al 20 – 22 marzo 2025 con SANA Beauty

La manifestazione fieristica non è più la tradizionale esposizione di prodotti, ma una fiera di canale con due eventi dedicati al mondo della sana alimentazione, biologica e sostenibile e al mondo del beauty: una risposta dinamica alle mutevoli esigenze del mercato.

Ultimo giorno per il Sana Food che si è svolto in concomitanza con la quarta edizione di Slow Wine Fair, la fiera del vino buono, pulito e giusto che BolognaFiere organizza con la direzione artistica di Slow Food. Grazie a questa sinergia, l’esperienza di visitazione degli operatori professionali è stata particolarmente ricca e completa.

SANA Food rappresenta la risposta alla richiesta dei consumatori di prodotti biologici e distintivi del territorio. L’obiettivo è di valorizzare un mercato in cui l’origine degli alimenti, la qualità, il benessere di persone e animali e la tutela dell’ambiente siano elementi centrali per produttori e consumatori.

Per offrire un’ampia panoramica sull’alimentazione sana, sostenibile e di qualità, l’area espositiva di SANA Food ha ospitato non solo il biologico e il biodinamico, ma anche prodotti Dop, Igp e Stg, vegetariani, vegani, plant based e dell’alimentazione funzionale, articolata in proposte free from e rich in, e altre particolarmente indicate per gli sportivi, la terza età e l’infanzia, oltre che per soggetti allergici, intolleranti e per chi deve seguire specifici regimi.

L’ICE ha dichiarato la presenza di 130 buyer esteri provenienti da 14 Paesi, insieme a trade analyst esperti del settore, offrendo alle aziende un’opportunità concreta di approfondire tematiche strategiche. Inoltre hanno organizzato oltre 1.000 incontri B2B programmati, cui si aggiunge una serie di tour sul territorio per consentire agli operatori di conoscere le produzioni bio locali.

Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio, nonché produttrice di vino biologico, ha dichiarato: «La massiccia presenza di un 70% di aziende biologiche e biodinamiche a Slow Wine Fair, abbinata a SANA Food, conferma l’appuntamento bolognese come contesto ideale per la promozione di cibo e vino buono, pulito e giusto. La superficie vitata biologica ha superato il 23% del vigneto nazionale con consumi che stanno premiando le etichette bio (+6,5% rispetto l’anno precedente). Il vino biologico sta diventando la punta trainante della sostenibilità economica, ambientale e sociale, indicando una strada fatta di innovazione e futuro anche per il resto dell’agricoltura»

Per approfondimenti:

https://www.sana.it/home-page/1229.html

A SLOW WINE FAIR L’APPELLO PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

A SLOW WINE FAIR L’APPELLO PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Grande successo per la terza edizione della manifestazione enologica organizzata da Slow Food e BolognaFiere. Il vino dei piccoli produttori diventa così un esempio positivo: «Produrre in maniera più rispettosa dell’ambiente si può: occorre investire in progetti di ricerca indipendenti»

«Un modello alternativo è possibile, ma serve investire in una ricerca scientifica indipendente per aiutare chi vuole fare un’agricoltura sostenibile».

È l’appello lanciato dai produttori vinicoli di Slow Wine Fair, la manifestazione organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food, conclusa il 27 febbraio presso i padiglioni di piazza Costituzione, dopo tre giorni di approfondimenti e assaggi di oltre 5.000 etichette in degustazione.

L’attenzione al suolo

L’obiettivo principale della fiera bolognese, che per la terza edizione ha riunito più di 1.000 produttori, è cambiare l’approccio all’agricoltura, partendo da un fronte cruciale – la viticoltura – e mettendo al centro la fertilità del suolo.

«L’industrializzazione dell’agricoltura – spiegano gli organizzatori – ha compromesso la salute dei suoli attraverso un uso eccessivo di sostanze chimiche di sintesi e lavorazioni profonde». A questo si aggiunge la cementificazione, che procede senza tregua.

«Ogni cinque secondi si perde una porzione di suolo fertile, equivalente a un campo di calcio. Continuando a questo ritmo si calcola che il 90% dei suoli del mondo sarà a rischio entro il 2050. Ma senza terreno fertile non c’è agricoltura e senza agricoltura non c’è cibo».

La terra è anche fondamentale per mitigare la crisi climatica: «costituisce il più grande serbatoio naturale di carbonio del pianeta e la sua capacità di stoccaggio è direttamente proporzionale alla sua fertilità».

L’esempio del vino

«Il vino, grazie al suo radicamento territoriale, la sua storia e presenza in molte nazioni, può essere un testimonial importante di questa nuova agricoltura, e i dati di crescita degli ettari vitati a biologico lo dimostrano”. In Italia, il biologico certificato ha raggiunto il 19% della superficie destinata alla viticoltura, e negli ultimi 10 anni le superfici di vite coltivate a bio sono aumentate di oltre il 145%.

FOSFITI, CONTAMINAZIONI ACCIDENTALI E NON

FOSFITI, CONTAMINAZIONI ACCIDENTALI E NON

Il punto alla tavola rotonda organizzata alla Fiera di Bologna in occasione della seconda edizione di Slow Wine Fair. D’Elia (Suolo e Salute): «Serve un approccio condiviso per evitare diversità riguardo ai limiti ammessi e le conseguenze per i produttori bio tra i diversi Paesi europei»

“Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica”. È il titolo della tavola rotonda organizzata da Federbio e Unione Italiana Vini che si è tenuta il 27 febbraio alla Fiera di Bologna alla seconda edizione di Slow Wine Fair. Sul tappeto temi decisivi in particolare riguardo alle possibili contaminazioni da fosfiti.

Limiti massimi adeguati?

Il confronto tra i relatori ha puntato infatti a dare risposte utili a temi come “I residui di fosfiti e di altre sostanze attive non ammesse in bio rappresentano un problema specifico per i produttori di vino biologico?” O anche: “La recente proroga dei limiti massimi tollerati di fosfiti è adeguata?” “Come dovrebbe essere corretto affrontare la novità introdotta dal Reg. UE 2018/848 agli articoli 27 e 28 che prevede che sia in prima battuta l’operatore biologico a decidere se un’eventuale non conformità analitica sia comprovata?”

I relatori a confronto

Dal confronto tra la situazione europea e nazionale sono emerse possibili soluzioni anche in termini di approccio delle problematiche da parte dei produttori biologici lungo tutta la filiera vitivinicola.

Sono intervenuti: Emanuele Busacca, Regulatory Manager, IFOAM Organics Europe e Alessio Bernasconi, dell’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica, FIBL; Elena Panichi, Capo Unità Agricoltura Biologica, Commissione Europea; Pietro Gasparri, PQAI I – Agricoltura Biologica e Sistemi di qualità alimentare nazionale e affari generali; Paolo Carnemolla, Segretario Generale FederBio; Domenico Corradetti, Segretario generale AssocertBio.

D’Elia: «Serve un approccio condiviso»

«Sulla gestione delle contaminazioni – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute, presente al convegno – bisogna assolutamente trovare il modo per definire un approccio condiviso da tutti gli organismi di controllo e certificazione a livello europeo». «E ciò – continua – per evitare sperequazioni di trattamento tra operatori biologici dei diversi Stati Membri». «Non aiuta nessuno fare corse in avanti ed è giunto il momento per ragionare su proposte diverse rispetto a quanto previsto dal DM 309/2011 e sue modifiche».

La certificazione Suolo e Salute inputs

«Suolo e Salute è particolarmente attenta al tema del corretto utilizzo dei mezzi tecnici in agricoltura biologica». Il ricorso a mezzi non adeguati è infatti una delle possibili fonti di questo tipo di contaminazioni. Per fare fronte a queste incertezze l’organismo di certificazione ha deciso quindi di creare un proprio standard per garantire ulteriormente la tutela dei produttori e dei consumatori biologici italiani, rivolgendo il proprio impegno nel sottoporre a controllo i mezzi tecnici utilizzabili in agricoltura biologica. «Attraverso – mette in rilievo D’Elia – lo standard di certificazione biologica dei mezzi tecnici “Suolo e Salute Inputs” i prodotti vengono valutati per la loro effettiva ammissibilità in agricoltura biologica, considerando la natura, le filiere di provenienza, i processi produttivi ai quali sono sottoposte le materie prime utilizzate, nonché la loro tracciabilità e l’assenza di sostanze contaminanti o non ammesse in biologico». (clicca per maggiori informazioni)

 

A SLOW WINE FAIR IL PUNTO SU CLIMA, DENOMINAZIONI E BIO

A SLOW WINE FAIR IL PUNTO SU CLIMA, DENOMINAZIONI E BIO

“Nutrire il suolo per contrastare gli effetti del climate change”. Tre conferenze digitali per avvicinarsi all’appuntamento del 26 febbraio a Bologna dove sono attese 750 cantine di cui la metà bio

L’edizione 2023 prenderà il via il 26 febbraio e sarà preceduta da tre conferenze digitali. Attese 750 cantine espositrici, il 50% in più rispetto all’anno scorso, di cui metà certificate bio

Slow Wine Fair, la seconda edizione della fiera del vino buono, pulito e giusto, organizzata da BolognaFiere e Sana, con la direzione artistica di Slow Food e il coinvolgimento di FederBio aprirà i cancelli a Bologna da domenica 26 a martedì 28 febbraio.

Tre appuntamenti digitali

Nel corso della conferenza stampa di apertura, che si è tenuta il 10 febbraio presso la sede di Ascom Bologna, sono state annunciate alcune tappe di avvicinamento. Dopo infatti la conferenza online dell’8 febbraio sugli effetti del cambiamento climatico sulla produzione vitivinicola, i seguenti webinar per anticipare i contenuti della fiera sono quelli del 15 e del 22 dedicati al tema delle denominazioni e del biologico.

L’obiettivo di Slow Food

L’obiettivo di Slow Food è quello di “difendere il vino buono, pulito e giusto e promuovere la viticoltura sostenibile”. Lo ha detto, alla presentazione dell’iniziativa, Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia. La manifestazione sarà «un’occasione per guardare al futuro dell’agricoltura e dei territori del vino italiano e un modo per riflettere insieme al mondo della politica sull’alternativa al modello di agricoltura fin qui perseguito» che rischia di minacciare «il suolo e l’ambiente naturale, e sperperare materie prime e impoverire i produttori».

Sviluppo ecosostenibile

Di cambiamenti climatici ed effetti nel mondo del vino ha parlato anche Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition. «Sta nascendo una comunità di persone che crede fermamente che si possa cambiare il sistema agricolo dalle basi -ha osservato – facendo sì che le nuove parole d’ordine siano sostenibilità ambientale e uso oculato delle risorse naturali, difesa del paesaggio e la sua tutela per contrastare cementificazione, incendi, dissesti idrogeologici».

Scegliere di produrre vino biologico non è solo importante per tutelare l’ambiente ma è anche un ottimo modello di business, come ha spiegato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

Uno su due beve “green”

«Da un’indagine condotta da Nomisma-Wine Monitor – ha detto -risulta che i italiano su 2 sceglie vino biologico». Prodotto che «è particolarmente apprezzato anche all’estero, dove vale il 19% dell’esportazione globale di agroalimentare bio. In termini assoluti parliamo di 626 milioni di euro di vino bio Made in Italy e una quota sul totale dell’export vitivinicolo italiano dell’8%” in base ai dati Nomisma Osservatorio Bio». «Senza contare che negli ultimi 10 anni le superfici di vite coltivate a bio sono aumentate di oltre il 109%” e sono uno “strumento per la comunità locale e per il territorio».

Imparare dal vino

Punta sull’educazione, infine, Daniele Ara, assessore alla Scuola e all’educazione del Comune di Bologna, per il quale «la conoscenza del buon vino può essere un deterrente rispetto a tanti eccessi da parte dei più giovani».