Suolo e Salute

Tag Archives: sostenibilità

CASA PRENCIPE, LA PASTA BIO DI QUALITÀ PRODOTTA IN CIMA AL GARGANO

CASA PRENCIPE, LA PASTA BIO DI QUALITÀ PRODOTTA IN CIMA AL GARGANO

Il pastificio di Monte Sant’Angelo (Fg) certificato bio da Suolo e Salute si aggiudica il riconoscimento di miglior pastificio di alta qualità dalla rivista inglese Lux life magazine. I titolari Domenico Prencipe e Giovanna Armillotta: «La sostenibilità parte dalla tutela del biologico e del vero made in Italy»

Il pastificio Casa Prencipe di Monte Sant’Angelo (Fg) è il miglior pastificio biologico dell’anno 2022. Il riconoscimento arriva dalla rivista britannica Lux Life Magazine, media di riferimento per il settore luxury nei Paesi in lingua inglese.

La chiave della sostenibilità

Il pastificio del Gargano è stato scelto in base ad un meccanismo che parte dalle segnalazioni dei lettori della rivista internazionale per poi passare da una rigorosa selezione operata da esperti secondo un’indagine che tiene conto di criteri di eccellenza. La competizione è aperta tutto l’anno e i vincitori sono designati solo dopo il 31 dicembre. È il settimo anno che la rivista inglese svolge questa indagine nel settore food & drink e il confronto coinvolge realtà della produzione e distribuzione agroalimentare di tutto il mondo.

Si tratta di un prestigioso riconoscimento che premia l’impegno di Giovanna Armillotta e Domenico Prencipe, i due giovani titolari del pastificio, di coniugare qualità e sostenibilità. «Quando siamo partiti – ricorda domenico – non era di moda parlare di filiera cortissima e grano italiano bio. In pochi conoscevano le potenzialità del grano Senatore Cappelli, che era piuttosto difficile da reperire». «Abbiamo quindi iniziato, anche per necessità, a lavorare con i contratti di filiera».

«Sostenibilità per noi – spiega Giovanna – è tutelare il vero made in Italy. Privilegiare il lavoro agricolo di qualità scegliendo solo grano duro e semole italiane biologiche del nostro territorio, tra le migliori al mondo».

Migrazione al contrario

Il Pastificio Casa Prencipe è una delle realtà di eccellenza certificate bio da Suolo e Salute (operatore n. 53869). Una realtà controcorrente che nasce solo sette anni fa dal desiderio dei due giovani titolari di lasciare il Nord per ristabilirsi al Sud Italia, ricongiungersi con la terra di origine, riprendendo i ritmi di vita slow a contatto con la natura, ma soprattutto portando la Puglia nei piatti di tutto il mondo.

L’alta qualità come scelta

«Sembrava un obiettivo irrealizzabile – commenta la giovane imprenditrice – ma sapevamo che in Puglia c’è il grano migliore al mondo e che ci avrebbe permesso di posizionarci nel segmento dei prodotti di alta qualità se opportunamente valorizzato». La ricetta di pastificio Prencipe parte così dalla ricerca di una qualità continua anche con l’attenzione ai dettagli: dalle scelte degli ingredienti a Km zero, dal packaging sostenibile e riciclabile, dall’uso di energia da fonti alternative con un costante impegno per il rispetto dell’ambiente.

Tecniche tradizionali e ingredienti genuini

Per le paste fresche ed essiccate in “elevata purezza” viene impiegato solo grano duro italiano biologico tracciato e certificato in parte autoprodotto. La pasta è trafilata al bronzo ed essiccata a basse temperature come una volta per produrre una pasta dedicata all’alta ristorazione e alle boutique gastronomiche. Tecniche tradizionali ed ingredienti genuini che qui, nel cuore del Gargano, nella Valle Carbonara a Monte Sant’Angelo, ai piedi della Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano, tra acque di sorgente e aria di montagna, assumono un significato ancora più incisivo.

«Abbiamo scelto di tornare alle origini – spiega Giovanna – perché siamo convinti che il cambiamento verso un futuro di maggiore sostenibilità nasca dalle scelte di tutti i giorni, soprattutto in cucina. I nostri prodotti sono per chi è convinto che mangiare sia un atto politico e che l’adozione di buone abitudini alimentari, indirizzate verso i prodotti biologici e di alta qualità, assicuri un cambiamento positivo nella collettività».

Un 2022 pieno di soddisfazioni

Forti motivazioni che hanno consentito a Casa Prencipe di assicurarsi nel corso del 2022 non solo il riconoscimento di Lux Life Magazine ma anche altri premi. La pasta prodotta dall’azienda garganica è infatti arrivata tra i primi nella Rassegna Nazionale Pasta Flavor (Cultura di Gusto – Associazione Assaggiatori Professionisti), valutata come ottima da una giuria di esperti assaggiatori del settore ed è stata citata come esempio di positività da organi di stampa come le riviste “Il fatto alimentare” e “Fanpage” tra le marche di pasta realizzate solo con grano duro italiano.

AIAB: «IL BIO È IL VERO MODELLO VINCENTE DI SOSTENIBILITÀ»

AIAB: «IL BIO È IL VERO MODELLO VINCENTE DI SOSTENIBILITÀ»

Lo dichiara il Presidente Giuseppe Romano che propone una convergenza di interessi per fare diventare il biologico come modello riferimento per il nostro sistema produttivo

«Parlare di agricoltura biologica oggi significa parlare di futuro e di sostenibilità, perciò i riflettori sono sempre più puntati verso questo tipo di attività che ha fatto tanta strada».

Una rete virtuosa

È quanto ha dichiarato Giuseppe Romano, presidente di Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), intervenuto all’evento “C’era una volta il BIO”, promosso da Slow Food Roma, presso il Mercato Centrale. «Aiab – ha aggiunto Romano – ha fatto la storia del biologico italiano, mettendo in rete le tante realtà bio d’Italia e promuovendone gli interessi».

Un modello di riferimento

«Sicuramente – ha continuato – siamo soddisfatti della strada che abbiamo percorso e di dove siamo arrivati, ma sappiamo bene che ora come ora non possiamo fermarci, dobbiamo far sentire sempre di più la voce dei produttori biologici affinché questo modello di agricoltura che rispetta l’ambiente in modo certificato e garantito possa affermarsi sempre di più come modello principale di produzione agricola».

I QUATTRO “SUPER POTERI” DI UN SUOLO SANO

I QUATTRO “SUPER POTERI” DI UN SUOLO SANO

In occasione della Giornata Mondiale del Suolo occorre incentivare l’impegno in favore delle pratiche in grado di sostenere la fertilità e la biodiversità dei terreni. Perché un suolo agrario sano contrasta il cambiamento climatico, tutela la regimazione delle acque, fornisce nutrienti alle piante, contrasta la perdita di biodiversità

Il 5 dicembre è la Giornata Mondiale del Suolo. Un tema che per l’agricoltura biologica è un impegno quotidiano. Il metodo agricolo trova infatti il suo principio fondante proprio sulla salubrità e sulla biodiversità del terreno, predicando da sempre la necessità di favorire l’aumento della frazione organica per combattere fenomeni di desertificazione e dissesto idrogeologico.

Solide basi per la sostenibilità

Aiab Friuli Venezia Giulia, in occasione dell’evento celebrativo internazionale, ha ricordato che solo questa attenzione per il “patrimonio suolo” può consentire di risolvere il problema della sicurezza alimentare globale, uno dei più sfidanti obiettivi di sostenibilità dei millennium Goals delle Nazioni Unite, ovvero ottenere prodotti nutrienti, in quantità sufficiente per alimentare tutti gli esseri umani di oggi senza pregiudicare le risorse per i nostri discendenti di domani. Il suolo infatti ospita un quarto della biodiversità globale ed è il principale strumento con cui possiamo affrontare il cambiamento climatico con qualche speranza di successo, almeno parziale.

I 4 super poteri

Tutto questo se manteniamo il suolo vivo e sano, quindi in grado di:

  • metabolizzare sostanza organica e trattenere il carbonio (di cui è la principale riserva a livello globale), ad esempio: un ettaro di prato sequestra 20.000 kg di carbonio all’anno;
  • trattenere l’acqua e regimentarla al meglio, cosa strategica per fronteggiare periodi siccitosi. Un esempio, Per ogni punto percentuale di aumento di sostanza organica del suolo si può arrivare a stoccare 340 ettolitri di acqua in più ad ettaro;
  • fornire nutrienti alle piante senza continuare a dipendere dai fertilizzanti di sintesi (ad esempio: le leguminose possono fissare fino a 200 kg di azoto/ha/anno);
  • mantenere la biodiversità edafica in modo che tutti i cicli metabolici possano funzionare in sincronia e fare in modo che patogeni e parassiti non prendano il sopravvento.
CARNE, IL METODO DI ALLEVAMENTO FA LA DIFFERENZA

CARNE, IL METODO DI ALLEVAMENTO FA LA DIFFERENZA

Maggiori contenuti in termini di coenzima Q10 e di acidi grassi polinsaturi nella carne da animali allevati secondo i postulati del bio. Lo testimoniano i risultati di un’approfondita metanalisi divulgata dalla Prof.ssa Renata Alleva in occasione della Festa del Bio di Bologna

Più spazio a disposizione per ogni capo allevato, più tempo per crescere, libertà di movimento e di interazione sociale, maggiore benessere animale, maggiore possibilità di scegliere di che cosa alimentarsi direttamente. Sono alcuni degli elementi che fanno la differenza tra un allevamento biologico e uno convenzionale. Elementi che hanno anche una forte incidenza sulla qualità nutrizionale sulla carne prodotta. Lo ha confermato Renata Alleva, biologa specialista in scienze dell’alimentazione e membro del comitato scientifico dell’Isde in occasione della Festa del bio che si è tenuta al Palazzo Re Enzo di Bologna lo scorso 3 dicembre.

Libertà di stile alimentare

Ognuno è infatti libero di scegliere lo stile alimentare che considera più congeniale, facendo massima attenzione però nel caso si tratti di fornire tutti i corretti nutrienti necessari alla crescita di bambini in età scolare e prescolare.

«In ottica Onehealth – ha spiegato la dott.ssa Alleva- le principali linee guida indicano che le diete più salutari e preventive sono quelle che si basano su un buon consumo di verdure e fibre alimentari, cereali integrali,  con moderato consumo di prodotti animali (dieta Dash, Dieta mediterranea, Dieta Vegetariana)».

Il ruolo del coenzima Q10

«Da una recente meta-analisi – ha continuato –, che ha tenuto in considerazione i risultati di numerose ricerche effettuate in tutto il mondo, è emerso il maggiore contenuto di composti coattivi come il coenzima Q10 nella carne bovina, suina e di pollo ottenuta da allevamenti biologici». Una molecola che ha effetti antiipertensivi e contribuisce al miglioramento della funzione cardiaca, ma non è tutto.

È quello degli acidi grassi polinsaturi

«Nella carne bio sono anche stati ritrovati contenuti più elevati di acidi grassi essenziali tra cui l’acido linoleico e l’acido α-linolenico ALA, molecole che, se assunte nelle corrette quantità, contribuiscono ad un migliore sviluppo cerebrale durante il periodo fetale, ritardo del declino della funzione cognitiva negli uomini anziani e riduzione del rischio di demenza e Alzheimer».

Vantaggi ambientali, sociali e nutritivi

Punti decisamente in favore degli allevamenti biologici che, oltre a dimostrare vantaggi in termini ambientali per la possibilità di innescare corrette strategie di economia circolare in abbinamento a sistemi colturali bio e vantaggi sociali in termini di ripopolamento delle aree interne della penisola, ora possono ribadire anche vantaggi nutritivi e salutari.

GLI OSCAR DELLA SOSTENIBILITÀ A ECOMONDO

GLI OSCAR DELLA SOSTENIBILITÀ A ECOMONDO

Premi a Caviro Extra per l’economia circolare, all’associazione Drago delle Colline metallifere per la tutela del capitale naturale e alla start-up Energy Dome

L’oscar della sostenibilità a tre realtà italiane. Nel corso dell’ultima edizione di Ecomondo a Rimini è stato infatti assegnato il premio Sviluppo Sostenibile 2022, istituito per il dodicesimo anno dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dall’Italian Exhibition Group, con il patrocinio del Ministero della transizione ecologica. Ad essere premiate sono state tre aziende italiane considerate leader della green economy.

Tre settori

Il premio quest’anno ha visto in concorso tre settori, economia circolare, capitale naturale e start up per il clima.

Le tre medaglie d’oro sono andate a:

  • Caviro Extra di Faenza, che trasforma gli scarti della vinificazione in elettricità rinnovabile, per il progetto Il progetto “Legami di vite” che coinvolge nove realtà vitivinicole emiliano-romagnole;
  • Associazione Drago delle Colline Metallifere (Distretto Rurale Agricolo Gastronomico Organizzato) di Marsiliana di Massa Marittima, per un progetto per promuovere l’agricoltura biologica, l’agroecologia, la tutela della biodiversità nelle Colline Metallifere della Toscana;
  • Energy Dome di Milano, per una tecnologia di accumulo dell’energia elettrica da fonti rinnovabili.

L’impegno nella green economy

«Il premio – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile – è nato per far conoscere e promuovere le migliori pratiche e migliori innovazioni nei vari settori della green economy». «Ogni anno abbiamo visto crescere il numero delle aziende che vi hanno partecipato e la qualità dei progetti: un buon segno di vitalità delle nostre imprese e delle start up che stanno facendo della sostenibilità la loro cifra».

SOSTENIBILITÀ, LA STRADA MAESTRA DELLA CERTIFICAZIONE

SOSTENIBILITÀ, LA STRADA MAESTRA DELLA CERTIFICAZIONE

Per sgombrare il campo da affermazioni false o dubbie, che potrebbero aprire la strada a equivoci e contenziosi, la Commissione europea sta pensando alla necessità di regolamentare le dichiarazioni green in etichetta imponendo la certificazione obbligatoria

La politica agricola comunitaria si tinge di green come non mai. Dal primo gennaio 2023 entra infatti in vigore una nuova Pac fortemente condizionata dalla strategia Farm to Fork dell’European Green deal che mette al centro la sostenibilità come strumento per conciliare sicurezza alimentare e tutela dell’ambiente.

Un concetto poco definito

La sostenibilità è però ancora un concetto poco definito, mancando a livello normativo un chiaro elenco di requisiti minimi e condivisi, utili per poter rivendicare tale condizione in maniera chiara ed inequivocabile come avviene già per il biologico (unico metodo di produzione la cui cornice è pienamente regolamentata a livello europeo).

Il mensile VVQ, Vigne, Vini & Qualità, in un articolo scritto da Stefano Sequino, dà quindi conto delle riflessioni dell’Esecutivo comunitario sulla necessità di riformare il quadro normativo sulle autodichiarazioni green.

Oggi infatti sono applicati numerosi schemi volontari di sostenibilità caratterizzati da indicatori e obiettivi che, con proprie peculiarità, prevedono un sistema di certificazione affidato ad enti terzi per verificare la conformità dei requisiti indicati dagli standard.

Il rischio greenwashing

Una pluralità di interpretazioni che, secondo la Commissione Ue, non mette al riparo il consumatore dal rischio di essere confuso e condizionato dal bombardamento di indicazioni ambientali poste soprattutto sulle etichette dei prodotti agroalimentari che rischiano di costituire un mero greenwashing.

Uno screening recentemente promosso dalla Commissione in tutta Europa ha messo in evidenza la frequenza di affermazioni di sostenibilità dubbie:

  • nel 50% dei casi il venditore non fornisce informazioni sufficienti per valutare la veridicità dell’affermazione;
  • 37% presenza di formulazioni vaghe e generiche come “cosciente”, “rispettoso dell’ambiente”, “sostenibile” finalizzate a suscitare nei consumatori l’impressione, priva di fondamento, di un prodotto senza impatto negativo sull’ambiente;
  • 59% mancanza di elementi facilmente accessibili a sostegno delle affermazioni di sostenibilità;
  • 42% affermazioni giudicate falsa o ingannevoli dalle autorità preposte, potenzialmente in grado di configurare una pratica commerciale sleale

 

Prove attendibili e verificabili

Alla fine dell’anno scorso la comunicazione 2021/C 526/01 della Commissione europea – documento di orientamento che analizza la direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori – aveva dato ampio risalto al rischio greenwashing, fenomeno definito come una indebita appropriazione di “virtù ambientaliste” finalizzata alla creazione di un’immagine verde.

La Commissione pone quindi l’accento sulla necessità che le dichiarazioni ecologiche in etichetta debbano essere basate su prove attendibili e verificabili, che tengano conto dei metodi e dei risultati scientifici, utili per dimostrare alle autorità competenti l’esattezza e la veridicità di quanto dichiarato. In altri termini, le informazioni sono credibili solo se verificabili: l’onere della prova – precisa il documento – è a carico dell’operatore che rivendica in etichetta indicazioni di sostenibilità.

La strada maestra per sgombrare il campo da equivoci e contenzioni è quella della certificazione e una nuova proposta di direttiva europea punta a migliorare il regime di tutela delle pratiche sleali, vietando l’utilizzo di marchi di sostenibilità che non siano basati su un sistema di certificazione o non siano stabiliti da autorità pubbliche.