Suolo e Salute

Tag Archives: UE

CARBON FARMING: IL RUOLO DELL’AGRICOLTURA NEL CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

CARBON FARMING: IL RUOLO DELL’AGRICOLTURA NEL CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il ruolo del settore agricolo all’interno della lotta al fenomeno del Climate change, è sempre più riconosciuto. Ma affinché il suo contributo risulti determinante è necessario un adeguato sistema di monitoraggio e quantificazione dei risultati ottenuti.

La Carbon Farming rientrerà tra gli strumenti in grado di raggiungere l’obiettivo europeo della neutralità climatica entro il 2050. Uno dei nuovi traguardi enunciati per realizzare concretamente il Green Deal europeo, sarà infatti, il sequestro di 310 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030.

Ma andiamo per gradi: il Carbon farming, ovvero il sequestro di carbonio nel suolo o nella biomassa vegetale, include tutte quelle pratiche finalizzate al contrasto del cambiamento climatico che rientrano nell’ambito del settore agricolo.

L’agricoltura possiede infatti la doppia caratteristica, di emettere e sequestrare CO2; peculiarità che permette agli imprenditori agricoli di agire direttamente contro le avversità dei cambiamenti climatici. Possono così operare per il sequestro di carbonio attraverso tecniche come: la non lavorazione, gli avvicendamenti colturali complessi, l’utilizzo di cover crops, l’interramento dei residui colturali, la fertilizzazione organica e l’agroforestazione.

Questo potenziale fa sì che il comparto agricolo possa assumere un ruolo attivo per la mitigazione del Climate change, ma anche che si inneschi un vero e proprio business green, legato ai benefici che gli imprenditori agricoli guadagneranno in termini di sequestro del carbonio.
Tali benefici, individuati come crediti di carbonio – rappresentano una tonnellata di CO2 stoccata o non emessa -, potranno così essere scambiati sul mercato.

Per le ragioni elencate, la strategia Farm to Fork e il nuovo Piano d’azione per l’Economia circolare, hanno annunciato due importanti novità:

  • un’iniziativa formalizzata di Carbon farming verrà presentata entro la fine dell’anno in corso;
  • verrà sviluppato un quadro normativo adeguato, per la certificazione degli assorbimenti di carbonio.

Nel frattempo, come introduzione al tema, è stato redatto un testo dal titolo: “Manuale di orientamento tecnico, creazione e implementazione di meccanismi di Carbon farming basati sui risultati per l’Ue”.

Ma se l’obiettivo principale è: certificare gli assorbenti di carbonio, in vista del mercato; vi è la necessità di strumenti che riescano a quantificare la CO2 sequestrata grazie alle pratiche di Carbon farming.
Un processo finalizzato in tal senso esiste già e si chiama Monitoraggio.
Fa parte di una fase che in ogni schema prende il nome di Mrv: monitoraggio, rendicontazione e verifica.

Con il termine Monitoraggio si intende: il controllo della riduzione e dello stoccaggio dei gas serra; la Rendicontazione è invece la trasmissione dei risultati alle autorità di competenza e la Verifica infine, consiste nella revisione dell’accuratezza e dell’affidabilità dell’intero processo.

È quindi una sfida non scontata, quella di quantificare e attribuire un valore numerico ai risultati ottenuti dalle pratiche di adozione della Carbon farming, al fine di generare dei crediti da vendere sul mercato.

Vediamo perché:

  • richiede un sistema di Mrv estremamente accurato che spesso ha un costo direttamente proporzionale alla precisione introdotta dallo strumento;
  • non tutti i sistemi di monitoraggio sono adatti per la stessa tipologia di pratiche, ecco perché ne esistono di diversi.

La Misurazione Diretta

È un sistema di monitoraggio che consiste di visite in loco per rilevare campioni di suolo o biomassa con il fine di un’analisi in laboratorio.
Questo sistema garantisce risultati accurati ed è spesso usata per la calibrazione di modelli. Tuttavia: è una tecnica impegnativa in termini di tempo e costosa per le procedure di analisi e raccolta dei campioni che prevede, richiede un elevato numero di campioni al fine di garantire risultati affidabili e i cm di profondità del suolo, derivante dal campionamento, è un’altra delle questioni da considerare.

 

La Modellizzazione

La modellizzazione consiste nell’utilizzo di strumenti basati su applicazioni informatiche, “modelli” che a partire dai dati inseriti in input, possono stimare i risultati ottenuti dall’adozione del carbon farming.

Riduce i costi e permette di misurare anche i co-benefici derivanti dall’adozione della pratica, come per esempio il miglioramento del rendimento economico delle aziende agricole.
Tuttavia: vi è un certo rischio di incertezza nei risultati, trattandosi di una stima. Necessitano quindi di una convalida continua, con misurazioni dirette; richiedono dati specifici che devono essere immessi nel modello (la disponibilità dei dati è abbastanza decisiva nella scelta del modello da utilizzare) e alcuni dati da inserire nella fase di calibrazione sono specifici del sito di applicazione (si consiglia quindi l’utilizzo, solo quando il modello è stato convalidato a livello locale).

Gli Strumenti di Monitoraggio

Tra gli strumenti di misurazione troviamo il Proximal sensing e il Remote sensing.
Consentono più vantaggi insieme, poiché non richiedono campionamento e permettono tempi di misura veloci e direttamente in loco, senza costi eccessivamente impegnativi.

Il Proximal consente di misurare on the go il contenuto di carbonio, fornendo contemporaneamente elevate densità di campionamento in grado di rappresentare la variabilità presente.
La prima metodologia ad introdurre ufficialmente l’utilizzo del rilevamento prossimale per misurare il carbonio organico nel suolo, è di provenienza australiana.

Il Remote
invece, utilizza diversi sensori a distanza, ad esempio droni o satelliti, ed è utilizzato per le stime della biomassa su larga scala ma anche nella mappatura del carbonio organico nel suolo.
Tuttavia: le criticità sono legate ai costi dei sensori e alla loro selezione, che può determinare un’incertezza dei risultati. Anche l’elaborazione dei dati e le variabili legate alle interferenze atmosferiche generano elementi di incertezza, che rendono necessaria un’ulteriore fase di sperimentazione.

L’Unione europea ha compreso l’importanza della sfida legata alla Carbon farming e le prospettive che questa può ampliare; sta quindi iniziando a concentrare le azioni di investimento, in tecnica e strumentazione, al fine di individuare tecnologie che restituiscano un compromesso tra costi e benefici. Un esempio è il programma Copernicus Sentinel, facilitante nel reperimento di dati di telerilevamento.

Ma affinché l’agricoltura possa davvero sviluppare il ruolo attivo che sta tentando di assumere all’interno della lotta al Climate Change, è determinante che l’investimento non si fermi qui, ma continui e si espanda in costruzione. Solo così i risultati arriveranno.

Fonte: Terra e Vita

Il BIOLOGICO CONQUISTA UNA GIORNATA TUTTA SUA

Il BIOLOGICO CONQUISTA UNA GIORNATA TUTTA SUA

Ogni anno ci sarà in settembre la giornata europea per l’Agricoltura Biologica lo vuole Bruxelles, ed è una delle iniziative previste dal Piano d’Azione dell’UE per promuovere e diffondere l’Agricoltura Biologica tra gli Stati membri.

Il 23 settembre e Ad annunciarlo principali europe: Janusz Wojciechowski – Commissario UE all’Agricoltura, Joze Podgoresk – Presidente di turno del Consiglio UE all’Agricoltura, Benoit Ludgen – Europarlamento.

Una novità incoraggiante, in linea con gli obiettivi del Green Deal.  Un riconoscimento che tiene fede alla scelta intrapresa dall’Europa, verso una transizione agroecologica che pone l’Agricoltura Bio, tra i principali strumenti da promuovere e preservare all’interno dell’Unione.

Wojciechowsi: «Vogliamo sostenere la crescita del settore»

«Non mancano paesi in Europa, che si sono distinti per risultati e storie di successo e che incentivano a un investimento nel settore. Italia e Austria, sono tra questi – sottolinea il Commissario europeo.
Per quanto riguarda la vendita dei prodotti biologici: in Italia, ho potuto riscontrare un’organizzazione di grande efficienza.
»

Podgoresk: «Diventerà il momento per fare il punto sul comparto»

La ricorrenza è stata fortemente desiderata da Ifoam Organics Europe, Federazione europea delle associazioni del biologico. In Italia il comparto biologico ha realizzato un incremento del 5,1% delle superfici coltivate, un aumento del 5% dei consumi interni e il +11% di export bio del Made in Italy.

Lutgen: «Uno strumento utile per sostenere la transizione agroecologica dell’agricoltura europea»

«Oltre a rientrare nelle iniziative previste dal Piano d’Azione europeo sul biologico, la data dedicata, intende essere uno degli strumenti che incoraggia ogni Stato membro a inserire misure a supporto dello sviluppo del biologico, nei Piani strategici nazionali» afferma l’eurodeputato belga.

Mammuccini: «Un’ulteriore conferma della fiducia dell’Europa sul biologico»

«Ora chiediamo al Governo più coerenza legislativa a livello nazionale, per il settore – aggiunge la Presidente di FederBio  -, a iniziare dal Piano Strategico nazionale della PAC, per arrivare a un’approvazione celere della legge nazionale sull’agricoltura biologica (Piano d’Azione Nazionale, compreso).»

D’Elia: «Si tratta di un riconoscimento importante»

«Le parole del Commissario UE all’Agricoltura danno merito del ruolo da battistrada che l’Italia ha svolto fino ad oggi in Europa, in questo settore – evidenzia il Direttore generale di Suolo e Salute – uno sviluppo in cui ha pesato anche il sistema di certificazione, che accompagna con competenza la crescita del biologico da ormai trent’anni, e che dà merito a chi ha saputo, con lungimiranza, immaginare un futuro più sostenibile per la nostra agricoltura, prima ancora che il termine “sostenibilità” venisse inventato

D’Elia richiama alla memoria, figure come Francesco Garofalo, pioniere in questo ambito. Docente di fitoiatria dell’Università di Torino che cinquantadue anni fa fondò l’originaria associazione Suolo e Salute. Figura operativa già all’epoca, con la volontà di diffondere un sistema agricolo diverso, in grado di produrre alimenti sani, nel rispetto dell’ambiente.

«L’augurio  – aggiunge D’Elia – è che la Giornata del Biologico divenga, anche nel nostro paese, l’occasione per affrontare con responsabilità il tema della transizione agroecologica. Portando così a un clima più sereno attorno al bio e diffondendo più consapevolezza sulle motivazioni che portano l’UE ad affidarsi a questo metodo di produzione per realizzare gli ambiziosi obiettivi del Green Deal.»

 

Fonte: Terra e Vita

BIODIVERSITÀ E AGRICOLTURA: ALCUNI OPZIONI POLITICHE SUGGERITE DA IFOAM

BIODIVERSITÀ E AGRICOLTURA: ALCUNI OPZIONI POLITICHE SUGGERITE DA IFOAM

IFOAM Organics Europe, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, ha stilato un nuovo rapporto, dal titolo “Agricoltura biologica e biodiversità – Opzioni politiche”.

Il rapporto mette in evidenza quattro obiettivi fondamentali, necessari da perseguire nell’ambito delle politiche che sottendono il comparto biologico.

Primo tra tutti, il rapporto sottolinea: la revisione di evidenze e risultati che riguardano l’impatto che l’agricoltura biologica ha sulla biodiversità europea; un’analisi accurata delle conseguenze di questo tipo di pratiche agricole sull’ambiente; un controllo rispetto alle modalità di utilizzo delle risorse europee a sostegno dell’agricoltura biologica e del pianeta; un pronostico sulle modifiche da apportare alle future politiche della Pac e dell’Ue, in ottica di espansione dell’agricoltura biologica e dei suoi impatti sull’ambiente e la biodiversità.

IFOAM ha premura di trasmettere agli Stati membri, l’importanza di utilizzare a pieno i regimi ecologici e le misure agroambientali presenti nei piani strategici della Pac; ciò al fine di massimizzare il più possibile il lavoro degli agricoltori bio attraverso gli strumenti portati dalla Politica agricola comune.

“In tal senso è necessario esplicitare il più possibile, nei piani strategici della Pac di ciascuno stato, le opportunità e i benefici apportati alla biodiversità da parte delle pratiche di agricoltura biologica”. Questo quanto ha affermato Nick Lampkin, principale autore del rapporto. Continua Lampkin: “la finalità è quella di far comprendere i benefici di un maggior sostegno all’agricoltura biologica, come strumento di politica pubblica fondamentale, per garantire la finalizzazione della prossima PAC verso gli obiettivi fissati da Farm to Fork e Biodiversità.

Misure corrette, sosterrebbero incentivi rilevanti per gli agricoltori convenzionali nel passaggio all’agricoltura biologica e, viceversa, gli agricoltori che già praticano il metodo bio dovrebbero venire ricompensati in modo adeguato per la tipologia di prodotti che producono in totale rispetto della natura e per le esternalità positive, ambientali e socio-economiche, legate allo sviluppo del biologico.

È ormai comprovato infatti, che l’agricoltura biologica, genera un aumento in termini di ricchezza e abbondanza, di specie, all’interno degli habitat rigenerati da questo tipo di agricoltura.

In particolare nelle colture a pieno campo, la biodiversità di specie vegetali migliora dal 20 al 95% e fino al 150% di specie in più, sia all’interno del campo che ai suoi margini.

Diversità microbica del suolo, popolazioni di uccelli e insetti, sono influenzati positivamente dalla gestione biologica del suolo. Nei contesti arabili gli impollinatori aumentano del 30%; innegabile inoltre, risulta la maggiore diversificazione dei prodotti all’interno dei campi coltivati. Persino gli effetti sul paesaggio, rispondono positivamente.

IFOAM raccoglie dunque, in un unico testo, la sommatoria dei benefici a difesa della biodiversità di cui l’agricoltura biologica è portatrice. Il rapporto intende anche fornire suggerimenti ulteriori agli Stati membri, allo scopo di massimizzare i risultati già confermati ed espandere quelli che in qualche modo ci attendiamo si verifichino.

Fonte: Cambia la terra

PIANO D’AZIONE EUROPEO PER IL BIOLOGICO: LE PROSSIME TAPPE, SECONDO COPA E COGECA

PIANO D’AZIONE EUROPEO PER IL BIOLOGICO: LE PROSSIME TAPPE, SECONDO COPA E COGECA

Si intitola: Parere del Copa-Cogeca su “Un piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica, il documento stilato dalle associazioni degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’Unione europea, a posteriori della presentazione nel mese di marzo, del Piano d’Azione europeo per il biologico.

Il testo, che analizza le prossime tappe del Piano suddivise nei tre assi strategici individuati, esprime il punto di vista di Copa e Cogeca, scendendo nel dettaglio di azioni e obiettivi alternativi concretiche non solo tutelino il mondo agricoloma rendano raggiungibile l’obiettivo del 25% di superficie coltivata a bio entro il 2030, presentato all’interno della strategia “Dal produttore al consumatore”.

Tra i punti contemplati dal Piano d’Azione, è presente la questione su come stimolare la domanda e tuttavia garantire la fiducia dei consumatori.

Certamente attraverso una politica di promozione, rispondono Copa e Cogeca, anche al di là della propria quota di mercatoDi promozione dell’agricoltura biologica e del suo logo UEfacendo però attenzione a fare in modo che lo sviluppo del mercato europeoriesca a gestire l’arrivo di una concorrenza in aumento da parte di prodotti extra europei.

La difficoltà di rifornimento di mangimi biologici europei, per quanto riguarda l’allevamentoè un altro nodo cruciale che impedisce la transizioneL’80% di tutti i panelli biologici importati, arriva infatti dalla Cina.

Se vogliamo supportare la conversione dal settore zootecnico convenzionalea quello biologico, vi è la necessità – affermano le associazioni – di aumentare la produzione di mangimi proteici biologici in Europa e di garantirne la qualità. Questo ridurrebbe la dipendenza dell’UE dalle importazioni extracomunitarie oltre a favorire opportunità inedite e interessanti.

Al fine di tutelare la qualitàgli agricoltori devono poter fare affidamento sulle strumentazioni giusteper proteggere le colture e gli stessi raccolti dai cambiamenti ambientali. Sarà dunque necessario, un incremento della ricerca in campo agricolo e dell’innovazione e un continuo aggiornamento in materia di sementi e di tecniche per la protezione delle piante.

Come sviluppare l’acquacoltura biologica, è un altro degli interrogativi a cui cercano di dare risposta le associazioni all’interno dello studio; poiché anche in questo settore, le importazioni di prodotti ittici da paesi extra europei sono molto significative. L’urgenza è quindi quella di ricevereda parte dei legislatoriun sostegno chiaro, destinato ai piscicoltori biologici presenti in Europa.

 

Fonte: Sinab

CONTROLLO, GRUPPI E CERTIFICAZIONE: NUOVO REGOLAMENTO IN MATERIA

CONTROLLO, GRUPPI E CERTIFICAZIONE: NUOVO REGOLAMENTO IN MATERIA

È stato pubblicato il 22 febbraio 2021 il Regolamento 2021/279 che definisce modalità applicative in materia di controllo e certificazione, nel rispetto del Regolamento (UE) 2012/848.

Il nuovo Reg. 2021/279 passa in rassegna le procedure da seguire in ogni specifica fase e la documentazione da presentare nel caso in cui gli operatori decidano di procedere alla segnalazione di una non conformità, causata dal rilevamento di una sostanza non ammessa, ai sensi dell’articolo 28 del Reg. 2018/848 e gli elementi e i risultati attesi dall’indagine ufficiale condotta dagli OdC.

Il Regolamento affronta inoltre il tema dei gruppi di operatori, entrando nel merito della dimensione massima che questi possono assumere. Stabilisce poi l’elenco dei documenti e registrazioni che riguardano il sistema di controlli interni.

Infine, definisce le percentuali minime dei controlli ufficiali e relative al campionamento e fornisce indicazioni per la formulazione di un elenco comune di misure da adottare in caso di non conformità.

Fonte: Sinab

 

PAC: IN ADOZIONE IL 31 MARZO IL PIANO EUROPEO D’AZIONE 21/27

PAC: IN ADOZIONE IL 31 MARZO IL PIANO EUROPEO D’AZIONE 21/27

Verrà adottata ufficialmente il 31 marzo la nuova PAC, comprensiva delle annualità 2021-2027. Fonte della comunicazione la Direzione Generale Agricoltura (DGAGRI), emersa nell’ambito dell’ultima edizione Biofach svoltasi in modalità virtuale.

In termini generali, la Commissione Europea intende estendere i finanziamenti all’intera filiera (non soltanto alle imprese e cooperative agricole come nel precedente modello, seppur salvaguardando queste ultime nella remunerazione) e coinvolgere all’interno del processo ciascun attore della catena alimentare, al fine di assicurare risultati ambientali, economici e sanitari.

In termini specifici, la CE sta valutando la possibilità di adottare a livello europeo alcune buone pratiche già testate e attive in Italia, tra queste: il divieto per un ispettore di controllare la stessa realtà aziendale per più di 3 anni consecutivi; il consenso del ricorso alla deroga per i semi di tipo non biologico, da parte dei vivaisti, al fine della produzione di piantine biologiche; l’eliminazione della possibilità di ricorso alla deroga per le piante/astoni non biologiche.

L’iniziativa mira inoltre a consolidare le azioni verso gli Stati Membri, di modo che all’interno dei piani strategici nazionali di ciascuno di questi, si abbiano ben presenti gli obiettivi del Green Deal per il settore. Complice, alla radice della questione, DGAGRI, che parallelamente intende migliorare le condizioni di lavoro e moltiplicare le opportunità per gli agricoltori biologici, ma anche sostenere al meglio coloro che praticano un’agricoltura convenzionale, ma sono interessati all’avvicinamento al mondo bio.

Confagricoltura dal canto suo, porta avanti – anche all’interno dei documenti prodotti dal COPA COGECA – l’idea che dovrebbe esistere un legame più consistente tra incremento della produzione, mercato e corretta retribuzione degli agricoltori. Evitando quindi di correre il rischio di concentrarsi in primis sull’aumento delle superfici biologiche – come il Green Deal di fatto prevede – perdendo di vista il variare delle proporzioni degli altri aspetti concomitanti.

Fonte: Risoitaliano