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Tempo di crisi? Non per il vino bio

Con una crescita del 67% dal 2003 al 2011, quello del vino biologico rappresenta uno dei pochi settori che fa registrare un segno positivo in quest’epoca di crisi. E’ questo il quadro rivelato in una nota dall’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma secondo cui le superfici investite a vite bio hanno avuto aumenti record, in controtendenza rispetto alla diffusa crisi del settore agroalimentare. Negli Stati Uniti, in particolare, il nostro paese rappresenta il terzo per importazioni grazie ad una quota del 13% sul totale dei vini importati.

Sempre secondo quanto riporta il report Nomisma, in Italia il 6,5% degli ettari coltivati a vite  è biologico, dato quest’ultimo secondo solo all’8,6% dell’Australia. Due valori nettamente superiori alla media mondiale, attualmente ferma al 2% della superficie totale coltivata a vite Secondo i dati di Wine Monitor oggi in Italia “il 53% delle famiglie acquista un prodotto alimentare biologico e il 5% di queste compra vino bio e questo significa che sul 2% delle tavole delle famiglie italiane è presente il vino biologico in almeno una occasione”.

Non solo: secondo i dati, quasi un terzo dei vini venduti al dettaglio oltreoceano è d’importazione (i 27%, per la precisione), e il nostro paese è secondo nuovamente solo all’Australia in questo settore (con una quota del 25%, contro il 35% dell’Australia).

Un trend confermato in parte anche nello specifico ambito del vini bio, dove sono il Cile e l’Argentina a farla da padroni (con un market share del 45% e del 19% rispettivamente, ma il nostro paese ottiene comunque un lusinghiero terzo posto, con una quota del 13%,

Fonte: Con i piedi per terra, Sinab, FederBio

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