Non si può ancora aspettare. Il pericolo di ingresso in Europa della malattia del “Black Spot” che colpisce gli agrumi è troppo elevato. Bisogna agire tempestivamente per proteggere la nostra produzione agrumicola, bloccando le importazioni dal Sud Africa. Lo afferma Dino Scanavino, coordinatore nazionale di Agrinsieme, spiegando che finora le misure messe in campo si sono dimostrate deboli e inefficaci e il rischio, se non si prendono provvedimenti, è quello di innescare una “seconda Xylella”.
Non si può sottovalutare il pericolo d’ingresso di questa malattia, che genererebbe conseguenze drammatiche: come l’olio, anche l’agrumicoltura è molto importante per la tenuta dell’agricoltura comunitaria: il comparto -ricorda Scanavino- in Europa conta 500 mila ettari coltivati e 5 milioni di tonnellate di produzione annue. Solo in Italia il settore coinvolge circa 78 mila aziende agrumicole e vale 1,4 miliardi di euro. Incidendo per quasi un terzo sul valore complessivo della frutticoltura.
Per questo Agrinsieme, unendosi alle sollecitazioni del Copa-Cogeca che ha chiesto un intervento immediato da parte della Commissione europea, ribadisce la necessità di un blocco dell’import dal Sud Africa e di un attento monitoraggio dell’import dall’Argentina.
Tra l’altro -aggiunge Scanavino- proprio in queste settimane è in corso a livello europeo la discussione sulla revisione della normativa dei controlli alle importazioni. Quanto sta accadendo con il “Black Spot” dimostra la necessità di spingere su una veloce modifica delle norme a tutela delle nostre produzioni europee.
fonte: http://organic-market.info/news-in-brief-and-reports-article/organic-and-near-zero-green-house-gas-emissions-tea-from-sri-lanka.html