Sarà istituito dopo il referendum del 26 settembre. Un sondaggio della società Xyz Field testimonia il grado di consapevolezza dei cittadini della Provincia autonoma: per più del 70% dei trentini fiducia nel biologico
Un unico biodistretto o più di uno? La provincia di Trento ha di recente aggiornato la normativa locale sul biologico. Una riforma (la precedente legge era del 2003) fortemente voluta dall’assessore provinciale Giulia Zanotelli, per recepire le norme europee, promuovere la valorizzazione dell’agricoltura biologica, migliorare il sistema di vigilanza e sostenere i distretti biologici.
Il comitato promotore
Creando le condizioni per costituirne uno nuovo di zecca, il Biodistretto del Trentino, proposto da un comitato di cui fa parte anche Andreas Fernandez, presidente della Commissione consiliare per l’ambiente, l’agricoltura, la mobilità e la vivibilità urbana del comune di Trento.
Il referendum per la sua costituzione è previsto il prossimo 26 settembre e coinvolgerà tutta la popolazione della Provincia autonoma.
Il quesito referendario
l quesito referendario propone: «Volete che, al fine di tutelare la salute, l’ambiente e la biodiversità, la Provincia Autonoma di Trento disciplini l’istituzione su tutto il territorio agricolo provinciale di un distretto biologico, adottando iniziative legislative e provvedimenti amministrativi – nel rispetto delle competenze nazionali ed europee – finalizzati a promuovere la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione, la preparazione alimentare e agroindustriale dei prodotti agricoli prevalentemente con i metodi biologici, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 228/2001, e compatibilmente con i distretti biologici esistenti?»
I dubbi, fuori e dentro al bio
Una copertura provinciale totale che rappresenterebbe un precedente unico per il nostro Paese e che ha sollevato qualche dubbio tra gli operatori agricoli trentini non bio, ma anche all’interno dei biodistretti già esistenti (Trento, Valle dei Laghi e Valle di Gresta), che temono di perdere la loro specificità (e il motivo della loro stessa esistenza).
Obiezioni che Fernandez rispedisce al mittente sostenendo: «in gioco c’è il destino, sostenibile o meno, del nostro territorio». «Bio significa anche trovare delle alternative alle monocolture intensive: noi immaginiamo un territorio più attento alla biodiversità che diversifichi la propria produzione, con una particolare attenzione alla salubrità dei processi e alla riduzione dell’utilizzo di trattamenti con agrofarmaci di sintesi».
«Rispetto al resto d’Italia -ribadisce il Consigliere trentino -, dove il biologico sta crescendo, qui siamo ancora molto indietro visto che il bio provinciale non supera il 6% della superficie agraria».
Un recente sondaggio effettuato dalla società Xyz Field ha voluto testare il grado di consapevolezza dei cittadini trentini e, secondo i ricercatori, i risultati indicano «un rapporto molto stretto e profondo con il mondo del biologico per i trentini».
I risultati del sondaggio
Il 66% degli intervistati ha infatti saputo scegliere la corretta definizione di prodotto biologico (“prodotto certificato che si ottiene senza utilizzare fertilizzanti, pesticidi e fertilizzanti chimici e industriali”).
Il grado di fiducia nei confronti del bio è molto alto in Trentino (73%), un dato che si traduce nel pratico con una percentuale che arriva quasi al 68% di persone che acquistano sovente (17,2% ‘sempre’ e 52,5% ‘qualche volta’) prodotti biologici.
Chi acquista biologico in Trentino lo fa principalmente perché ritiene i prodotti “più sani” (nel 63,3% dei casi), di “maggiore qualità” (32,3%), perché “salvaguardano l’ambiente e gli ecosistemi (30,2%) e per il loro “sapore” (19,4%). Interessante analizzare anche le ragioni che spingono al ‘non acquisto’ la percentuale di trentini che compra raramente (14,3%) o mai (16%) prodotti bio: in questa categoria il 44,5% delle persone “non crede nel biologico” ma ben il 23,6% non acquista biologico perché “consuma prodotti del suo orto o dell’orto di amici e parenti”. Importante la percentuale anche di chi non compra bio per il prezzo troppo elevato (22%).
Parlando della transizione verso il biologico poi, i cittadini hanno messo al primo posto per importanza l’idea che «è compito di tutti proteggere l’ambiente». Fondamentale per i trentini anche “tutelare la salute”, “difendere la biodiversità” e “preservare le risorse idriche”.
In tutto per l’analisi effettuata da Xyz Fieldsono state interpellati 600 residente della Provincia Autonoma di Trento che hanno risposto ad un questionario online.
Fonte: il dolomiti