È stato presentato al convegno di Roma da #CambiamoAgricoltura
“E’ il momento di decidere se continuare a promuovere un modello di agricoltura non più sostenibile per l’ambiente, i cittadini e le piccole aziende agricole oppure se, attraverso la collaborazione tra istituzioni, cittadini, agricoltori e Ong, lavorare insieme per cambiare le cose”. Queste le parole di #CambiamoAgricoltura, coalizione di associazioni ed operatori del settore agricolo ed ecologico (Aiab, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai Fondo Ambiente Italiano, Federbio, Isde Italia Medici per l’Ambiente, Lipu-BirdLife Italia, Legambiente, ProNatura e Wwf Italia).
Il motivo di questa mobilitazione? Discutere insieme sul futuro della Politica Agricola Comune europea post 2020 alla luce delle proposte di regolamenti presentate il primo giugno dalla Commissione europea. Gli obiettivi indispensabili per la futura programmazione sono: il sostegno dell’agricoltura biologica (con un auspicato raggiungimento del 40% del territorio agricolo dedicato entro il 2027), il riconoscimento di un adeguato sostegno economico alla rete Natura 2000, sostenendo gli agricoltori che in essa operano e la ristrutturazione delle filiere zootecniche che rappresentano attualmente la fonte principale di emissioni di gas climalteranti e di azoto.
Un modello, quello auspicato da #CambiamoAgricoltura, messo a rischio da una cattiva attuazione della PAC. Secondo la coalizione infatti “i nuovi regolamenti presentano numerosi elementi di novità, alcuni dei quali lasciano intravedere la possibilità di modificare, se ben utilizzati, il paradigma dell’agricoltura di oggi. Allo tempo stesso, però, le proposte della Commissione Ue lasciano aperte diverse domande e hanno troppi ambiti di incertezza che potrebbero rendere vana questa riforma, riportando l’agricoltura pericolosamente nel passato, con una corsa al ribasso degli impegni degli Stati membri della UE per la tutela dell’ambiente e la vitalità dei territori rurali”.
Per questo, al convegno di Roma #CambiamoAgricoltura ha presentato un “Decalogo per il futuro della PAC” che riassume richieste e proposte al governo italiano e al l Parlamento Europeo alla vigilia delle trattative che dovrebbero portare entro aprile 2019 alla definitiva approvazione dei nuovi Regolamenti della PAC post 2020: “Siamo disponibili fin da ora a collaborare con il ministero delle politiche agricole e forestali e le Regioni per la definizione del Piano Strategico Nazionale della Pacche sia davvero uno strumento innovativo e partecipato, con obiettivi ambiziosi ma concreti e realistici”.
In calce il decalogo:
LA PAC POST 2020 CHE VORREMMO
Decalogo della Coalizione #CambiamoAgricoltura per una futura PAC più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico
- UNA PAC PER L’AMBIENTE:Inserire nel Regolamento UE, nell’ambito del negoziato del “Trilogo” un riferimento più esplicito al ruolo della PAC come strumento finanziario per l’attuazione degli accordi internazionali, dalla Strategia UE per la Biodiversità al rispetto degli impegni degli accordi di Parigi sul clima, come contributo agli SDGs dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
- UNA PAC PIÙ EQUA IN AIUTO ALLE AZIENDE PIÙ DEBOLI: Abolizione nel primo pilastro delle quote per l’attribuzione del sostegno di base al reddito per la sostenibilità, per un vero superamento dell’impostazione storica dei pagamenti diretti e la creazione di opportunità di lavoro nelle aree rurali.
- UN PIANO STRATEGICO NAZIONALE DELLA PAC INNOVATIVO che: a) definisca a livello nazionale degli obiettivi ambientali e sociali specifici sulla base degli obiettivi contenuti nelle Strategie europea e nazionale per la biodiversità, le Direttive Ue habitat e uccelli ed i piani di gestione della rete Natura 2000.
- b) indichi come obiettivo concreto, realistico e misurabile una percentuale minima (10%) di aree d’interesse ecologico costituite da elementi strutturali degli ecosistemi che le aziende devono garantire nell’ambito della loro superficie agricola totale. c) indichi la priorità delle misure collettive e di cooperazione per obiettivi ambientali di area vasta e realizzazione di obiettivi ed interventi legati al paesaggio rurale ed alle reti ecologiche e per la creazione di distretti biologici, sia all’interno del primo pilastro, sia per le misure agro-climatico –ambientali dello sviluppo rurale; d) definisca specifici indicatori di risultato e di efficienzautili a determinare il reale raggiungimento degli obiettivi ambientali, consentendo anche di valutare la loro reale efficacia
- RISORSE MINIME GARANTITE PER L’AMBIENTE E IL CLIMA: Destinare una quota minima del 30% del budget del primo pilatro per i “regimi per il clima e l’ambiente” (eco-schemes), come già previsto per le misure agro-climatico-ambientali nello Sviluppo Rurale.
- CONTROLLO DEL RISPETTO DELLE REGOLE:Garanzia dei controlli sull’applicazione della nuova condizionalità e definizione di sanzioni adeguate per scoraggiare il mancato rispetto dei criteri di gestione obbligatori e delle buone condizioni agronomiche e ambientali.
- PREMIARE L’AGRICOLTURA BIOLOGICA:La PAC deve garantire premi maggiori ai modelli di agricoltura più sostenibili, come il biologico. Passaggio del sostegno al mantenimento dell’agricoltura biologica dal II° al I° pilastro, inserendo questo obiettivo nei “regimi per il clima e l’ambiente” del primo pilastro, lasciando nello Sviluppo Rurale il sostegno alla conversione delle aziende.
- RADDOPPIO DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA ENTRO IL 2027: Prevedere nel Piano strategico nazionale della PAC come obiettivo generale al 2027 il 40% della SAU nazionale certificata in agricoltura biologica, per un raddoppio effettivo delle superfici agricole rispetto all’obiettivo al 2020.
- IL VALORE DI NATURA 2000 NELLA PAC: Riconoscimento del valore aggiunto delle aree naturali per le aziende agricole. Passaggio dell’attuale Indennità Natura 2000 dal II° al I° Pilastro. La Misura 12 dei PSR 2014-2020 resta presente nel Regolamento proposto dalla Commissione all’Art. 67 (Svantaggi territoriali specifici derivanti da determinati requisiti obbligatori).
- CAMBIARE LA ZOOTECNIA PER RIDURRE L’IMPRONTA ECOLOGICA: Prevedere l’obiettivo generale della ristrutturazione delle filiere zootecniche, definendo uno o più obiettivi specifici legati a questo tema con particolare attenzione alla riduzione del loro impatto ambientale.
- PAGAMENTI ACCOPPIATI AD IMPATTO ZERO: Escludere dal regime dei pagamenti accoppiati le produzioni agricole e zootecniche ad elevato impatto ambientale. In particolare limitarli nel comparto zootecnico alle sole produzioni estensive.
Fonte: http://www.greenreport.it/news/agricoltura/una-svolta-per-la-politica-agricola-comune-le-richieste-della-coalizione-cambiamo-agricoltura/