La sfida ai cambiamenti climatici è persa: non siamo più in tempo per evitare che le temperature del pianeta salgano di oltre due gradi, e dobbiamo prepararci ad un mondo più caldo anche di 5 gradi. Queste parole, che hanno il sapore di un vero e proprio de profundis, sono state recentemente pronunciate da Sir Robert Watson, ex presidente dell’Ipcc (l’ Intergovernmental panel on climate change), intervenuto recentemente ad un convegno organizzato dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine. Secondo lo scienziato britannico, abbiamo ancora il 50% di possibilità di impedire un aumento delle temperature medie mondiali superiore ai 3 gradi rispetto all’epoca pre-industriale, ma di certo «un aumento di 5 gradi è altrettanto possibile”. Secondo Watson (e con lui l’oramai totalità degli scienziati che hanno studiato le dinamiche complesse legate ai cambiamenti climatici) “ciò significherebbe un riscaldamento della Terra maggiore di quanto sia mai stato dalla fine dell’ultima era glaciale. In ogni caso, nonostante tutte le promesse fatte al mondo, non saremo in grado di realizzare un mondo con un aumento di soli 2 gradi centigradi. Tutte le prove, secondo la mia opinione, suggeriscono che siamo sulla strada per un mondo fra 3° C e 5° C in più.” Le soluzioni, secondo Watson, non sono a buon mercato: “abbiamo certamente bisogno di un sacco di ricerca. Non ci sono soluzioni economiche ed eque per affrontare il cambiamento climatico, ma sono necessarie volontà politica e leadership morale, i cambiamenti di politiche, prassi e tecnologie necessari devono essere sostanziali e attualmente non stanno avvenendo».In un’intervista a Climate News Network, Watson ha sottolineato che «”ora sappiamo che non possiamo escludere un possibile aumento della temperatura di 5° C, e abbiamo bisogno di iniziare a prepararci. Quando presiedevo l’Ipcc eravamo tutti molto ottimisti sul fatto che avremmo raggiunto un accordo globale per limitare le emissioni, anche se sapevamo che sarebbe stato difficile. Ma eravamo fiduciosi che le emissioni non sarebbero salite al livello tremendo dell’attuale aumento”.
Secondo Alex Kirby, fondatore di Climate Network News, “in un mondo di 5° C più caldo di oggi potremmo aspettarci raccolti fallimentari nei Paesi in via di sviluppo e sviluppati, un innalzamento del livello del mare che minaccerà molte grandi città e significative carenze di acqua. Ancora più specie saranno a rischio di estinzione (il 10% delle specie sono considerati a rischio per ogni 1° C di riscaldamento), ci sarebbero più (e più intensi) eventi meteorologici estremi ed un crescente rischio di bruschi e rilevante cambiamenti irreversibili in termini di sistema climatico”.
Attualmente Watson è direttore scientifico del Tyndall Centre for Climate Change Research dell’Università di East Anglia e Chief Scientific Adviser del Department of Environment, Food and Rural Affairs del governo britannico. Fu rimosso dalla presidenza dell’Ipcc nel 2002 e, come si è appreso da un articolo del New Scientist fu George W. Bush, fresco di elezione alla Casa Bianca, a ricevere da un dirigente della ExxonMobil (una delle più importanti compagnie petrolifere del mondo) il seguente messaggio : «Può sostituire immediatamente Watson, su richiesta degli Usa?»
Fonte: Greenreport